Matrimonio d’onore un nuovo regency per la Dri editore
Marilena Boccola esordisce nel mondo del regency con questo romanzo dal titolo Matrimonio d’onore. Sono veramente il difficoltà nello stendere questa recensione, non me ne voglia l’autrice ma secondo me ci sono dei punti da rivedere.
Parto dalla trama, banale nulla di nuovo rispetto a tanti altri e qualcosa in meno confrontato con quelli della stessa casa editrice che mi sono trovata a leggere nell’ultimo periodo; avendo un contesto spazio temporale ben preciso entro il quale stare, secondo me è fondamentale che questo emerga, non basta dire che il protagonista è stato a combattere per l’Inghilterra nel Nuovo Mondo per far sì che tutto torni, o mettere le date all’inizio di ogni paragrafo che oltretutto disturbano la lettura non avendo altra contestualizzazione.
Le ambientazioni sono a volte ben descritte:
La luce di centinaia di candele illuminava a giorno la lussuosa sala, scintillante di marmi e ricchi tendaggi e gremita di distinti gentiluomini ed eleganti dame. Il tradizionale incontro settimanale , almeno per una volta non li avrebbe visti divisi in club e salotti. I primi intenti a sorseggiare liquori e a fumare sigari, discorrendo di politica ed economia; le seconde impegnate a scambiare opinioni su argomenti ben più frivoli e a cercare di combinare matrimoni vantaggiosi. Finalmente, avrebbero potuto intrattenersi in conversazioni che mescolassero il pensiero della preoccupante situazione continentale alle ultime novità in fatto di moda e magari, tra un ballo e l’altro, stringere alleanze e, perché no?, accasarsi
Altre volte dovrebbero essere più particolareggiate, ad esempio le passeggiate ad Hyde Park potevano essere un punto da approfondire per dare un significato agli incontri dapprima organizzati e poi “casuali”; stessa cosa dicasi per la grande casa dei giovani sposi.
Se mi fermo a pensare com’è l’abitazione della famiglia di Esther, luogo in cui si apre e si conclude il romanzo, riesco solo ad immaginare la veranda con il grande viale che porta alla villa, forse perchè è l’unico punto in cui potrebbe esserci una svolta decisa, ma non avviene. Gli eventi si susseguono sempre con lo stesso ritmo.
Per quanto concerne i personaggi se non fosse che gli avvenimenti ruotano intorno a lady Esther Ashcroft e al maggiore Edward Fitzwilliam, così da considerarli i protagonisti, non troveremo alcuna differenza con le descrizioni di Charlotte, la sorella minore di Esther, e Thomas duca d’Arcy, nipote del maggiore. Questo non significa che Marilena Boccola li abbia descritti male, ma che sui protagonisti ci voleva un accento maggiore.
L’incontro tra i due giovani avviene durante una rappresentazione teatrale, anche se si tratta solo di sguardi il momento, che dovrebbe essere l’incipit della storia d’amore, è quello in cui conosciamo Esther e dovrebbe essere più incisivo. Secondo il mio punto di vista Esther e Edward sono comunque poco approfonditi per quanto riguarda il carattere e la struttura del personaggio, manca in loro la forza per sostenere tutto il racconto.
I capelli lucidi e neri della donna erano morbidamente raccolti sulla nuca, mentre dei corti riccioli a spirale le incorniciavano il perfetto ovale del viso in un’acconciatura che richiamò alla mente di Edward le statue classiche che aveva avuto occasione di vedere durante il suo grand tour in giro per l’Italia, diversi anni addietro.
Purtroppo da sottolineare anche dei refusi e delle sbavature nella battitura del testo. Ormai che sto criticando faccio un’appunto anche alla cover: se la donna che dipinge è Esther l’uomo al suo fianco siamo sicuri sia Edward?