Un grande esordio per Francesca Prandina
Forse quello che mi rende diversa dalle altre è che io scelgo di essere una donna ogni giorno, scelgo di sposarmi per amore e non per convenzione, accetto la mia diversità ma pretendo rispetto per le mie peculiarità e non mi sento inferiore a nessun uomo. Non accetto tutte le regole imposte arbitrariamente dalla società e questo sarà sempre motivo di scontro, ma quelle che ho deciso di seguire hanno tutto il mio rispetto.
Con questa citazione dall’ultima pagina di questo bellissimo libro che ne comprende ben 424 io potrei finire la recensione. Bravissima Francesca Prandina nel suo romanzo, Come vento ribelle, dedicato alla guerra d’indipendenza americana vista dalla parte di una giovanissima ragazza. Caro iCrewer leggi questo libro e ti renderai conto che se una persona ha il piglio dello scrittore si può permettere di scrivere anche di argomenti difficili ma far appassionare il lettore.
Andiamo con ordine adesso visto che sono partita dalla fine ora ti parlo della cover; ancor più dei due volti di profilo e del cannone sullo sfondo quello che, secondo me, è la caratteristica che più mi riporta al testo è il colore, quel colore che non riesci a definire, che è la polvere delle terre arse dal sole, della miscela esplosiva delle armi o il terreno al passaggio di un branco di cavalli al galoppo. Questo è ciò che mi ricorda la cover ed è l’essenza di parte di Come vento ribelle
Protagonista indiscussa è Sabrina, una giovane donna che non si senta amata dalla famiglia per diversi motivi e che cerca il suo posto nel mondo, ricordati che siamo nel bel mezzo della Guerra d’indipendenza americana e per una ragazza non era semplice farsi strada, soprattutto se si andava a cacciare nei guai con estrema facilità. Sabrina è il personaggio che più si evolve durante la storia che copre un arco di circa otto anni, quindi da ragazzina con le trecce la ritroviamo alla fine del libro come donna con busto e crinolina, forse…
Avrebbe voluto dirle di sbrigarsi, di andarsene prima di essere costretta in un busto e crinolina che le avrebbero solo reso più difficile muoversi agilmente in quel territorio…
Ben descritta, dettagliati i cambi di atteggiamento, l’evolversi e il formarsi del carattere e i suoi rapporti con gli altri protagonisti. Molto curati i dialoghi che intrattiene con persone di ceti sociali diversi, graduati dell’esercito e sudisti, Francesca Prandina fa interagire Sabrina in modo differente ma sempre perfetto per la scena in cui ci troviamo.
Jack è… è colui che si trova nel posto sbagliato al momento giusto. Il suo personaggio è inizialmente oscurato da Sabrina così da far risaltare la forza della donna, in seguito lo ritroveremo cresciuto, più consapevole ma mai ben definito. Sembra quasi che l’autrice ci voglia un po’ far immaginare questa figura come lo fa Sabrina quando non lo vede.
Jonathan e Robert Becker sono i fratelli di Sabrina e, anche se hanno un ruolo fondamentale, sono stati abilmente costruiti attorno alla figura principale così come il maggiore Becker, che prima di essere un padre è un soldato e che non si rende conto dell’amore incommensurabile che la figlia ha per lui.
Sabrina cadde a terra come colpita da una pugnalata, suo padre l’aveva congedata con poche parole vuote. L’aveva ripudiata per quello che aveva fatto. Non era vero che era dispiaciuto per quanto le era accaduto, era solo disgustato dall’avere una figlia così debole.
Potrei continuare a parlarti di questo libro ma ti consiglio di leggerlo, resterai stupito.