Oggi, a Parole dall’Oriente, parleremo della grande autrice giapponese Banana Yoshimoto. Lei narra molti temi importanti e oggi ci concentriamo sulla storia di due ragazze: Le sorelle Donguri, pubblicato da Mondadori e tradotto da Gala Maria Follaco.
Banana Yoshimoto
Mahoko Yoshimoto, il cui nome di penna è Banana Yoshimoto, è nata a Tokyo. Lei è cresciuta in un ambiente liberale e sempre sostenuta dalla famiglia, anch’essa dedicata alla scrittura e alla poesia. Banana Yoshimoto inizia a scrivere mentre lavora come cameriera in un golf club nel 1987. Il suo primo libro è Kitchen, un grande successo che esplora temi come amore, amicizie e perdite. Tale libro poi è stato riadattato più volte. Tra le sue opere, troviamo dodici romanzi e sette collezioni di saggi, come Pineapple Pudding e Song from Banana.
Curiosità su Banana Yoshimoto
Banana Yoshimoto è una figura affascinante non solo per le sue opere letterarie, ma anche per la sua vita personale e le sue scelte uniche. Scopriamo alcune curiosità su di lei!
Partiamo dal suo nome da scrittrice: Banana. Lei ha scelto tale nome perché ama i fiori di banana, ma non solo: infatti crede che sia anche carino come anche androgino e Mahoko ha anche un tatuaggio in onore di questo frutto. Probabilmente un altro motivo di questo nome è il fatto che questa parola si legga allo stesso modo in molte lingue.
Per quanto riguarda la sua vita privata, Banana rimane molto silente, si sa solo che il marito è praticante di Rolfing e hanno un figlio nato nel 2003.
Un fatto molto interessante è sulla sua routine quotidiana, infatti Banana scrive ogni giorno per mezz’ora, al livello da dire che i premi che ha ricevuto non se li merita poiché scrive per divertimento.
Le sorelle Donguri: la mia recensione
Per descrivere questo libro, potremmo dire che è molto semplice, ma allo stesso tempo tratta un temi molto profondi: la perdita dei propri cari e il sostegno reciproco nell’affrontare il dolore.
La storia narra di due sorelle rimaste orfane da ragazzine, le quali decidono di aprire un blog dove le persone possano condividere i loro dolori con qualcuno. Le due sorelle hanno caratteri molto differenti, ma entrambe sono indipendenti e solitarie. Ma poi una donna ripensa al marito e scrive un messaggio per le due sorelle. Queste parole inducono Guriko a ripensare a Mugi, il suo primo amore, incontrato ai tempi della scuola e poi sparito nel nulla. La giovane spera che in qualche modo riesca a ritrovarlo per sentirsi meglio dopo questa grande perdita.
Le due sorelle Guriko e Donko hanno un bagaglio di esperienze e dolore molto grande, affrontano unite le varie difficoltà come la mancanza di affetto da parte dei genitori che sono venuti a mancare improvvisamente. Gli zii le crescono per riempire il vuoto dei genitori, ma la perdita è comunque molto pesante.
Il loro dolore viene trasferito nell’innamorarsi di altri, infatti una frase che mi sono segnata è: “Quella specie di nostalgia che accompagna l’innamoramento è legata al ricordo dei nostri genitori. Con il passare degli anni, i genitori ci mancano sempre di più, ecco perché inseguiamo l’amore anche da vecchi.”
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo è il fatto che i loro nomi siano complementari tra di loro, così da renderle inseparabili. I loro genitori decisero di chiamarle Donguri (castagna/ghianda in giapponese) e le sillabe iniziali dei due nomi uniti formano questa parola.
La voce che narra la storia è di Guriko, la sorella minore che si occupa di tutte le faccende, mentre cerca un pò di pace. La sorella più sensibile al dolore, al contrario della maggiore Donko. Quest’ultima è eccentrica e meno disposta a condividere le proprie esperienze, lavora come redattrice per un rivista e l’amore non è una cosa proprio per lei. Guriko incontrerà poi Mugi, il suo primo amore e da lì ricomincia un po’ la sua vita.
Il libro ha uno stile molto scorrevole, manca di descrizioni approfondite, le quali non avrebbero permesso una buona fluenza del racconto. Ma non escludiamo alcune sequenze descrittive che raccontano la back story dei personaggi e della loro storia, le quali permettono al lettore di crearsi un’immagine della personalità delle protagoniste e definire la loro situazione.
I paesaggi presenti nel testo sono prettamente locati in Giappone, nel luogo di nascita dell’autrice. Richiama sempre agli elementi tipici degli ambienti giapponesi. Uno dei luoghi descritti è il ryokan nella località di Hakone, qui nasce l’idea del blog delle due sorelle, per permettere alle persone di parlare dei propri dolori. Inoltre, la storia presenta alcuni luoghi come la stanza di Guriko, dove si sviluppa l’idea del blog Donguri Shimai, oppure la casa del nonno o il giardino dell’ospedale che conserva bellissimi ricordi.
Cosa leggeremo il prossimo mese?
Per l’appuntamento di maggio, Parole dall’Oriente vola in Cina con Cigni selvatici di Jung Chang pubblicato da TEA. Alla prossima!