Iron widow di Xiran Jay Zhao, pubblicato in italiano da Rizzoli nella traduzione di Paolo Maria Bonora, è un romanzo forte, emozionante e che sconvolge gli stereotipi di genere. Facciamo però un passo indietro e cominciamo parlando dell’autorə – avendo Xiran Jay Zhao affermato la sua preferenza nell’identificarsi con i pronomi inglesi di they/them, ho deciso di tradurre questa scelta in italiano mediante l’uso della shwa (ə) e con un maggior uso del suo nome proprio (anche a costo d’incorrere in ripetizioni, perché rispettare le preferenze altrui è più importante che soddisfare il bisogno di sinonimi della lingua italiana, secondo me).
Xiran Jay Zhao nasce in Cina e si trasferisce in Canada ancora bambinə. Qui conclude studi universitari con indirizzo medico, salvo poi cambiare piani durante la pandemia. È proprio il lockdown che dà all’ autorə la possibilità di riprendere in mano un grande sogno sempre rimasto nel cassetto: scrivere e vedere il proprio racconto pubblicato (uno smacco per la famgia che non l’ha mai sostenutə).
E così compone prima Iron widow (2021), e poi Zachay Ying (2022). L’uscita di Heavenly tyrant, il secondo capitolo – forse anche conclusivo, per come potrebbe procedere la trama, o forse no, perché nessuna previsione rimane ferrea, quando si parla di Xiran Jay Zhao – della serie di Iron widoow è previsto in uscita in lingua inglese per fine estate 2023. Nel mentre, Xiran Jay Zhao vota il suo tempo alla divulgazione via web di antiche tradizioni e costumi cinesi, in modo da diffondere la sua cultura d’origine e aiutare i lettori a comprendere meglio le sue opere.
Zetian, una protagonista di cui c’era davvero bisogno
Iron widow inizia il giorno in cui Zetian, la protagonista, prende la decisione che le cambierà la vita per sempre: arruolarsi come pilota-concubina e compiere quella giustizia che è stata negata a sua sorella maggiore. O meglio, la giustizia che nessuno si è preoccupato di richiedere o far rispettare.
Perché nel mondo in cui vive Zentian, a Huaxia, e ancor di più nella terra di confine in cui si annida il suo paesino natale, dove i combattimenti tra Hundun (alieni che hanno invaso la Terra) e campioni degli uomini scuoto il terreno, una donna può avere solo due scopi: partorire figli o diventare una pilota-concubina, il cui stipendio andrà direttamente alla famiglia—agli uomini della famiglia. È la scelta tra una vita di sottomissione e abusi, e una molto più breve ma che, se la fortuna assiste, potrebbe portare alla gloria. Tuttavia, ciò che la propaganda non sottolinea abbastanza, è che la percentuale di concubine-pilota che sopravvivono ai combattimenti è ridicolmente bassa.
Zetian lo sa, ma non le interessa. Lei vuole giustizia, vuole rispetto per la sorella che amava con tutto il cuore, ma di cui ora nessuno pronuncia più nemmeno il nome. E per avere quella giustizia è disposta a tutto.
Iron widow di Xiran Jay Zhao: la mia recensione
Trovo giusto iniziare a parlare del romanzo di Xiran Jay Zhao con un disclamer – come avviene anche nell’opera, tra l’altro. Iron widow tratta temi forti, con scene cruente e giochi mentali ancora peggiori. Eppure, io l’ho adorato (anche se ammetto di aver dovuto sopprimere brividi e nausea, in alcuni punti, ma è successo anche con Hunger Games, quindi nessun problema).
Come ha affermato Xiran Jay Zhao stessə in un suo video, Zetian è la protagonista che riscatta tutti quei personaggi femminili che negli anime (i cartoni animati giapponesi) hanno come compito principale quello di farsi salvare dal macho di turno, sebbene, magari, elle stesse abbiano tutte le carte in regola per vincere le battaglie. Niente richieste d’aiuto, niente nomi urlati con una vena di terrore nella voce: Zetian si salva da sola, combatte da sola, è pronta a tutto per sopravvivere – per vivere libera.
Ho davvero apprezzato il modo in cui il personaggio matura: la ragazzina dell’inizio è piena di odio e di rabbia, di desiderio di vendetta e non riesce a vedere oltre la cortina scarlatta che vela il suo sguardo. Con lo scorrere dei giorni, però, si rende conto che, sebbene le donne siano di gran lunga la categoria più maltrattata e schiavizzata, non sono le sole a pagare il prezzo di un regime che nasconde le proprie falle sotto armature scintillanti.
Ho avuto l’impressione che gli stessi sentimenti di Zetian diventassero più complessi, più sfaccettati e profondi. Non un semplice “Ucciderò tutti i giganti!” (chiedo venia, ma Eren di L’attacco dei giganti è forse uno dei protagonisti maschili che sopporto di meno), ma piuttosto un “Troverò il motivo per cui così tante ragazze sono state impunemente sacrificate e vi porrò rimedio”.
La trama mi ha stupito: pur avendo il sentore di alcuni anime (Dragon Ball, e L’attacco dei giganti, per citarne un paio, ma non si va mai oltre una breve scintilla di riconoscimento) è ricca di colpi di scena, di cambi di passo e sconvolgimenti. Xiran Jay Zhao riesce a stravolgere gli schemi del romanzo, delle relazioni sentimentali, dando loro una chiave di lettura rinfrescante. Era davvero tempo che qualcuno non soccombesse ai cliché, anche a costo di entrare nell’area del “moralmente grigio”.
Lo stile è fenomenale: aggiunge ritmo, pathos, inquietudine. Trasmette sentimenti e sensazione dei personaggi (che preferisco non presentarti ampliamente per lasciarti il gusto di conoscerli) alla perfezione. Anche le descrizioni sono puntuali e accurate, senza diventare pedanti. Le ho trovate indispensabili per riuscire a raccapezzarmi in questo mondo post-apocalittico – le acque che navigo di solito sono quelle del fantasy ad ambientazione medievale o urbana, piuttosto che fantascientifica.
La cover non delude: non solo ci dà un assaggio della personalità della protagonista, ma è anche esteticamente bellissima e completamente in linea con la storia narrata. Insomma, secondo me ha fatto davvero centro.
Per concludere, direi che Iron widow di Xiran Jay Zhao è il fantasy coraggioso, audace e forte che mancava. È il grido di battaglia di una protagonista femminile che non vuole arrendersi alla tradizione, non vuole stare all’interno di regole crudeli che non accetta. È l’urlo di vittoria quando anche l’impensabile diventa possibile. Che dire… per fortuna non manca poi molto all’uscita del secondo volume!
Cosa ci aspetta poi?
Parole dall’Oriente non si ferma, e quindi la proposta per l’appuntamento del 15 marzo è già pronta. Sarà una lettura in inglese: Daughter of the Moon Goddess dell’autrice malese Sue Lynn Tan, pubblicato negli Stati Uniti dalla casa editrice Harper&Collins.