Caro iCrewer oggi il nostro viaggio letterario ci porta a Recanati, terra natale del grande poeta Giacomo Leopardi.
Questa bella cittadina delle Marche ha ispirato, infatti, molte delle sue liriche più belle come “Il Sabato del villaggio”, “Il Passero solitario”, “L’infinito”, in ognuna si può riconoscere un pezzetto del paese che fu caro al poeta: come la piazza su cui si affaccia la sua casa natale.
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il
crine […]
[…]I fanciulli gridando
Sulla piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore…
La Torre nel chiostro accanto alla Chiesa di S. Agostino, che risale al XIII secolo, prima di essere decapitata da un fulmine alla fine dell’800 terminava in cuspide a tronco di cono. La Chiesa di S. Agostino risale al secolo XII, in stile gotico. È stata rifatta un secolo dopo e conserva un portale in pietra d’Istria, eseguito da Giovanni di Fiandra e all’interno sono conservate delle tele del Bellini.
Il colle de “l’infinito” sul monte Tabor che ha ispirato l’omonima poesia, composta da Leopardi a ventuno anni, da cui si può godere di un meraviglioso panorama. Sul colle c’è un convento aperto al pubblico come sede del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura “G. Leopardi”.
Il Palazzo Leopardi, casa natale del Poeta, è abitata dai discendenti della sua famiglia. Al primo piano vi è la Biblioteca-Museo costituita da quattro sale dove sono conservati 25.000 volumi consultabili da parte di studiosi, previa autorizzazione della famiglia.
Ripercorriamo insieme le tappe principali della vita di Giacomo Leopardi.
Nacque a Recanati il 29 giugno 1798 dal conte Monaldo Leopardi e da Adelaide dei marchesi Antici. Era primo di sette figli e dimostrò subito una straordinaria intelligenza ed un forte desiderio di conoscenza. Infatti, giovanissimo, iniziò uno studio “matto e disperatissimo” per ampliare da solo le sue conoscenze in diverse materie.
Di questi anni sono numerose composizioni in prosa e poesia, su argomenti storici, filosofici ed anche scientifici, sia in italiano che in latino e successivamente anche i primi Canti: “Le rimembranze” e “Il primo amore”.
Attorno al 1816 si colloca la sua “conversione letteraria” con il “passaggio dall’erudizione al bello”. In questi anni strinse amicizia con P. Giordani; si invaghì, segretamente, della cugina Geltrude Cassi Lazzari, e iniziò a dedicarsi alla poesia patriottica, scrivendo le canzoni “All’Italia” e “Sopra il monumento di Dante”. Progettò anche una fuga da Recanati diventata ormai per lui una soffocante prigione. Il tentativo non riuscì. Seguì allora un periodo di abbattimento, aggravato anche da una malattia agli occhi che gli rendeva difficile lo studio.
In questi stessi anni formulò una concezione pessimistica del reale, che ritroviamo nello Zibaldone, un’ampia raccolta di ragionamenti note filosofiche, psicologiche e letterarie (scritte fra il 1817 e il 1832, e soprattutto fra il 1820 e il 1826) in cui l’allontanamento dallo stato di natura viene visto come la causa dell’infelicità dell’uomo.
Finalmente nel febbraio del 1823 Giacomo realizza il sogno di uscire da Recanati. Si reca dapprima a Roma presso lo zio materno, rimanendo deluso dalla città, troppo frivola e poco ospitale. Si recherà anche nelle città di Milano, Bologna e Firenze, ma trascorre gli ultimi anni della sua vita a Napoli dove il 14 giugno 1837 muore improvvisamente, a soli 39 anni.
La città di Recanati è il fulcro del Parco letterario dedicato a questo importante poeta e anche filosofo italiano, ti invito a visitare il sito dei parchi letterari per rimanere aggiornato su tutti gli eventi in programma.