Oggi, caro iCrewer, ti invito a fare una passeggiata in Sardegna, a Galtelli, un bellissimo borgo in provincia di Nuoro, Parco Letterario dal 1990.
Questo paesino ospitò spesso la scrittrice Grazia Deledda e fu scenario di uno dei suoi libri più famosi: “Canne al vento”. Ubicato a circa 9 km dal golfo di Orosei, Galtellì si trova in una posizione favorevole in quanto è vicino sia al mare che alla montagna con paesaggi molto suggestivi, caratterizzati non solo da aspetti naturalistici, propri della zona, ma anche siti archeologici che contribuiscono a creare un’atmosfera magica.
Iniziamo la nostra passeggiata seguendo i passi che nel romanzo di Grazia Deledda descrivono proprio questo paese: partiamo dalla Basilica di San Pietro in stile romanico pisano a tre navate: la navata centrale è interamente decorata con dipinti datati tra il XII ed il XIII sec..La chiesetta conserva al suo interno anche diverse statue lignee, datate tra il XVI e il XVII secolo.
Nelle vicinanze della chiesa si trova la casa delle zie di Grazia Deledda, che in Canne al Vento sono le Dame Pintor. Questa casa viene descritta in modo particolareggiato nel libro tanto da poterla riconoscere facilmente: risale al 1700, e nonostante oggi appaia come un edificio modesto, nel XVIII sec. si distingueva dalle case circostanti.
In vico Cagliari, si trova poi la casa di Don Pedru, il ricco cugino delle Dame anche questa descritta nel romanzo.
Si può poi proseguire visitando il Museo Etnografico che ricostruisce la vita contadina e pastorale che ritroviamo nei racconti dell’autrice.
“Mutiamo tutti, da un giorno all’altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni, vinti da quella legge ineluttabile del tempo che oggi finisce di cancellare ciò che ieri aveva scritto nelle misteriose tavole del cuore umano.” Grazia Deledda
Grazia Deledda è la scrittrice sarda più conosciuta al mondo, vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 1926.
Nata a Nuoro il 27 settembre del 1871 da una famiglia benestante. La sua formazione culturale è alimentata dalla lettura di opere di vario genere. Poco più che ventenne la Deledda inizia a collaborare con la “Rivista di tradizioni popolari italiane” diretta da Francesco de Gubernatis.
Inizia poi a scrivere i primi racconti e novelle che vengono segnalati su giornali e riviste, apprezzati dal pubblico e da grandi letterati. Quando si sposa con Palmiro Madesani si trasferisce a Roma e inizia per lei un periodo molto prolifico per quanto riguarda la scrittura: “Elias Portolu”, “Cenere”, “L’edera”, “Chiaroscuro”, “Colombi e sparvieri”, “Canne al vento”, “Marianna Sirca”, “L’incendio nell’oliveto” e “La madre” sono alcuni dei suoi romanzi.
“Canne al vento” è uno dei più famosi. In questo romanzo vengono affrontati i temi della fragilità umana, la povertà, l’onore e soprattutto l’impossibilità di cambiare il proprio destino che è già segnato. L’autrice descrive gli uomini e le donne come esseri fragili, piegati come canne al vento perché la “sorte” non si può in alcun modo contrastare ne’ combattere. Nel romanzo lo scenario è il paesaggio sardo, descritto come un luogo senza tempo e misterioso, utilizzando anche espressioni dialettali.
Il parco dedicato a Grazia Deledda, è sicuramente un parco di grande interesse, da visitare per conoscere più da vicino i luoghi che hanno ispirato questa grande autrice. Come sempre per ogni aggiornamento su eventi e itinerari è possibile visitare il sito dei parchi letterari.