Paolo Rossi non era solo un grande calciatore. Era il calcio! Mi è difficile, anche ora che scrivo su di lui, pensare che dovremo abituarci alla sua assenza. Sarà difficile, per i miti come lui, impossibile! Questa volta non è il Covid 19 a portarselo via ma la malattia del secolo che lo ha stroncato ieri sera all’età di 64 anni. È la moglie a dare la notizia con un messaggio su Instagram, colmo di amore e profondo dolore.
“Non ci sarà mai nessuno come te, unico, speciale, dopo te il niente assoluto..
In pochi secondi il messaggio raggiunge anche il mondo dell’informazione con il quale Paolo Rossi collaborava come opinionista e commentatore in Rai, Sky e Mediaset. Una esperienza di lunga data che il calciatore aveva deciso di interrompere il 7 luglio scorso a causa delle condizioni di salute. La notizia, nonostante si fosse consapevoli di una salute precaria, ha comunque colto di sorpresa tutto il mondo del calcio. Lo piangono i suoi compagni in campo e fuori con i quali aveva firmato uno dei momenti più entusiasmanti del calcio Italiano.
Paolo Rossi, eroe del mondiale spagnolo
Impossibile dimenticare il mondiale del’82. È lui ad alzare per primo la Coppa Rimet al centro del Bernabeu di Madrid davanti a una Germania ammutolita in finale dai goal di Cabrini, un grande Rossi e Tardelli. Dopo 44 anni ricordiamo ancora che sul carro della vittoria. quella sera. oltre ai 22 giocatori della nazionale, ci siamo saliti tutti, ubriachi di gioia.
I nomi di quella nazionale con a capo un discusso Bearzot sono ormai entrati di diritto, oltre che nella memoria collettiva, nella storia del calcio italiano. Un calcio forte, determinato concreto, ma entusiasmante, coinvolgente trainante, una parola: indimenticabili! Alcuni? Tardelli, il compianto Scirea, Collovati, Conti, Gentile e Pablito Rossi, capocannoniere e “hombre del partido” di quel mondiale, come qualcuno lo ha definito.
I tre goal nella semifinale con il Brasile al Sarria, anche dopo anni, sono rimasti vividi nella memoria, un riscatto cercato e voluto dopo le polemiche sorte in merito alla sua convocazione, per alcuni inattesa, data la squalifica di due anni. Ho letto la dichiarazione di un taxista di Rio rilasciata tanti anni dopo agli inviati alle Olimpiadi “Quell’uomo mi ha rovinato l’adolescenza, ma non riesco a volergli male!”.
Paolo Rossi non era il classico giocatore prestante. Nonostante fosse di statura piccola e magro, dribblava come pochi, era veloce spiazzante, tecnicamente preparato e soprattutto opportunista. Un talento innato tale da consentirgli di bruciare le tappe raggiungendo in breve tempo le classifiche dei cannonieri della serie A.
Poche note per ricordare la carriera di Paolo Rossi
Nato a Prato, Paolo Rossi inizia la sua carriera nel Vicenza in serie B, poi veste le maglie di Juventus con la quale vince due scudetti, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni. E poi Como, Perugia, Milan, Verona, la soddisfazione per il Pallone d’Oro. Sette stagioni giocando 137 partite e 44 goal e se lo ricordano bene anche i giocatore della Polonia che in Spagna si ritrovarono in svantaggio di due goal segnati proprio dal giocatore toscano.
Nonostante tutto, il record di gol in azzurro ai Mondiali a quota 9 era ancora il suo anche se in compagnia di Vieri e Baggio. Dopo la carriera si era dedicato alla famiglia, ai suoi tre figli, affidando le sue memorie all’autobiografia Quanto dura un attimo, scritta insieme alla moglie Federica Cappelletti.
In molti lo hanno poi cercato per la sua competenza, l’eleganza e la grande professionalità come commentatore da Mediaset alla Rai.
Variale lo ricorda con affetto
“Una notizia tristissima: ci ha lasciato Paolo Rossi. Indimenticabile Pablito, che ci ha fatto innamorare tutti in quell’Estate del ’82 e che è stato prezioso e competente compagno di lavoro in RAI, negli ultimi anni”.
Caro Paolo, ti riporto la frase di un mio caro amico, tuo fan, parlavamo di te e di quegli anni.
“Ciao Pablito, quest’anno così difficile ha portato via anche te. Era l’82 e ci hai fatto sognare, noi che allora eravamo giovani e forti, ci siamo sentiti anche invincibili. Ricordo le partite viste seduti incollati alle poltrone, con lo schermo a due passi, la festa per le vie della città e poi i viaggi dove noi italiani eravamo tutti Paolo Rossi.”
Ciao Pablito, per sempre!