Buongiorno iCrewer! Come procede il tuo agosto? Il mio, fortunatamente, è stato pieno di letture e per questo oggi sono qui per parlarti dell’ultimo libro che ho terminato: L’ultimo ospite di Paola Barbato, pubblicato da Piemme.
A inizio estate avevo partecipato a un incontro di presentazione proprio di questo romanzo e mi aveva subito incuriosito. Il modo in cui Paola Barbato ha parlato dei suoi personaggi me li ha fatti sentire subito vicini, quasi fossero mie vecchie conoscenze, e non figure di cui non avevo ancora letto nemmeno una parola. E quindi, come potevo resistere?
Ovviamente non ci sono riuscita e ho dovuto leggere questo thriller.
Un accenno di trama
Il tutto inizia in un modo abbastanza comune: con una morte. O meglio, la prima cosa che ci viene raccontata è la storia della casa in cui si svolge praticamente l’intera vicenda, ma poi si parla di un decesso. Solo che, a differenza di quello che si potrebbe pernsare, sentendo la parola thriller, non è una morte violeta, ma una di vecchiaia.
L’anziana signora è deceduta e non ha fatto testamento. E quindi? Semplice: tutti i possibili eredi si mettono – difficilmente e probabilmente per l’unica volta nelle loro vite – d’accordo e decidono di avvalersi dei servizi di un notaio, uno famoso, con un nome conosciuto e che quindi dovrà seguire ogni più piccolo cavillo della procedura.
E questo perchè nella casa è nascosto tutto. Soldi, gioielli, opere d’arte, argenteria, l’eredità è tutta lì dentro. Nessuno si aspetta che quelle boiserie di legno nascondano anche qualcos’altro. Non se lo aspetta Flavio, il notaio, e non se lo aspetta sicuramente Letizia, la sua assistente.
L’ultimo ospite: la recensione
Ed eccoci qui alla recensione di L’ultimo ospite di Paola Barbato. Ti dirò, iCrewer, che questo thriller mi è piaciuto. Non sono un’assidua frequentatrice di questo genere di romanzi, o meglio, ne leggo qualcuno ogni tanto, ma deve avere una trama davvero convincente o accattivante, altrimenti rischio di riporlo subito sullo scaffale della libreria. Il motivo? Purtroppo, metà delle volte scovo il colpevole un bel po’ prima che lo faccia il protagonista.
Per L’ultimo ospite è andata diversamente: sono bastate due frasi per stuzzicare la mia curiosità. Non ti nascondo che ho avuto immediatamente un’idea rispetto a cosa potesse essere il mistero, ma, fortunatamente, mi sbagliavo di grosso. La vicenda ha preso una piega che non mi aspettavo, sorprendendomi e confondendomi. Non sono riuscita a capire dove Paola Barbato stesse andando a parare, fino a quando uno dei suoi personaggi non l’ha spiegato (beh, oddio, su qualcosa ci avevo preso, però ammetto che non sarei riuscita a trovare il giusto ordine dei dettagli chiave per la risoluzione).
Un aspetto in particolare non mi ha deluso: le boiserie. Uno dei motivi per cui ero smaniosa di leggere L’ultimo opsite era per sapere cosa ci fosse dentro tutti quegli armadi. Vestiti? Borse? Gioielli? Va bene, e poi? Impossibile che la faccenda finisca così, vista tutta l’enfasi con cui Paola Barbato parla degli armadi invisibili, no? Beh, la mia curiosità è stata ampliamente soddisfatta, e se mai mi capiterà di soggiornare in una casa costruita con questa particolare caratteristica, credo che mi metterò subito in cerca di passaggi segreti.
E ora è giunto il momento delle cose serie: lo stile, la trama, i personaggi e via di seguito. L’ultimo ospite è scritto in uno stile molto scorrevole, chiaro, con descrizioni puntuali e mai banali. La trama cattura, avvince e obbliga a non mollare il libro fino a quando non si arriva a un punto di svolta. Ogni avvenimento ha il suo spazio, il giusto rilievo, e riesce a caricare le pagine di suspance e aspettativa.
A dare lustro alla storia di Paola Barbato sono, però, i personaggi, Letizia in primo luogo. Sarà il suo sminuirsi, il suo vedersi con un occhio molto obiettivo, senza perdonarsi nulla, ma è un personaggio con cui mi è stato molto facile empatizzare. Non cerca di darsi un tono, di dimostrare apertamente e con forza le sue capacità, ma lascia che siano i piccoli gesti a parlare. S’impegna per colmare il divario che la separa dai suoi colleghi, si da fare per aiutare Flavio in ogni modo possibile, anche se ciò significa apparire più fragile e bisognosa di cure di quando veramente sia.
Letizia, però, è anche estremamente inquieta, con una mente super attiva, e un filo paranoica – il che è un bene, ed è anche comprensibile, visto quello che veniamo a sapere sul suo passato. Gli scambi di battute che avvengono nella mente di Letizia, tra lei, la personalità più pacata, e Medina, la fervida immaginazione pronta a leggere un mondo in un dettaglio, sono tra i più interessanti di tutto il romanzo.
Allo stesso modo, ho davvero apprezzato il punto di vista di Flavio, così razionale e logico. L’affasciante notaio indossa l’armatura scintillanete e fa di tutto per supportare la sua assistente, per fornirle la rete di sicurezza di cui la donna ha bisogno, soprattutto quando Medina pare prendere il sopravvento nei momenti meno opportuni. Tuttavia, a Flavio manca quella punta d’intuto che gli permetterebbe di capire che, in realtà, è Letizia a prendersi cura di lui.
Se devo essere sincera, non sempre la dinamica tra i due è stata chiarissima – seppur sia uscito prima, L’ultimo ospite è in realtà la seconda avventura di Paola Barbato i cui protagonisti sono Letizia e Flavio – ma immagino che parte di ciò sia dovuto al suo essere sequel. A livello di questo romanzo in particolare, in alcuni tratti devo dire che i personaggi mi hanno fatto alzare gli occhi al cielo e sospirare di frustrazione, ma poi, per fortuna, tutto viene spiegato e chiarito.
La cover mi piace, la trovo azzeccata, sopratutto vista la quantità di avvenimenti che accadono con il favore delle tenebre.
In conclusione, direi che il thriller di Paola Barbato merita sicuramente di essere letto. Ho trovato L’ultimo ospite una storia con particolari insoliti, narrata in modo molto convincente e coinvolgente. E se qualche volta mi è venuta voglia di scuotere Letizia e Flavio, allora tanto meglio, vuol dire che la storia mi ha davvero appassionato.
Paola Barbato
Paola Barbato è una scrittrice molto produttiva, nonchè parte fondamentale del team di fumettisti che si occumano della stesura di Dylan Dog.
Oltre a moltissimi fumetti, a portare la sua firma sono anche i romanzi: Il filo rosso, Mani nude, Bilico, Non ti faccio niente, Zoo, Io so chi sei, Vengo a prenderti, Scripta manent, uscito a luglio e prima avventura in cui vediamo Letizia e Flavio, e L’ultimo ospite, edito da Piemme.