Dal 10 gennaio è disponibile in tutte le librerie e negli store digitali Stranieri a noi stessi edito da Iperborea e scritto dalla penna di Rachel Aviv.
La giornalista statunitense, che nei suoi articoli per il New Yorker si occupa di medicina, educazione e giustizia, ha voluto mettersi a nudo, raccontando la sua storia e, attraverso di essa, anche quella di molti altri ragazzi simili.
Stranieri a noi stessi parla di anoressia, depressione, disturbi psichiatrici e molte altre malattie che spesso portano chi ne soffre a non riconoscersi più e a vedersi come un estraneo.
Leggere queste pagine è come guardarsi allo specchio e vedersi da un’altra prospettiva. Una prospettiva che aiuterà a riscoprire la propria identità senza più sentirsi…stranieri a noi stessi.
Ecco la trama di questo meraviglioso libro
Stranieri a noi stessi: la trama
Rachel Aviv ha solo sei anni quando viene ricoverata con una diagnosi di anoressia. Passano poche settimane e, da un giorno all’altro, ricomincia a mangiare.
A differenza delle compagne di reparto già adolescenti – fra cui Hava, tanto brillante quanto tormentata, e così simile a Rachel da sembrarne la sorella – l’anoressia non diventa una «carriera».
E se non fosse andata così «bene»? Se il desiderio di emulazione verso quelle ragazze dannate e affascinanti avesse lasciato una traccia più profonda dentro di lei?
Qui inizia Stranieri a noi stessi, il racconto di cinque vite parallele, cinque persone le cui diagnosi psichiatriche hanno finito per impossessarsi delle loro identità:
Bapu, venerata come una santa negli ashram dell’India e bisognosa di cure mentali per la sua famiglia; Naomi, incarcerata dopo un tragico episodio di psicosi e alla ricerca disperata del perdono dei propri figli;
Ray, medico caduto in disgrazia che ha dedicato la vita a vendicarsi dei suoi analisti; Laura, promettente studentessa di Harvard che dopo anni di terapie e diciannove psicofarmaci diversi non sa più chi è senza medicine.
E Hava, che a ogni nuovo diario si impegna a trovare la forza per superare l’anoressia, ma si sentirà fino alla fine una «straniera a se stessa».
Grazie ad anni di studio, interviste e scambi con i protagonisti di questo libro, la pluripremiata giornalista del New Yorker Rachel Aviv scrive un’indagine accorata sui limiti delle nostre conoscenze intorno alla mente umana e sul bisogno che abbiamo di raccontarci e farci raccontare dagli altri nel tentativo di conoscerci.
Perché niente come una storia ha il potere di cambiare – nel bene, nel male – la nostra identità e quindi la nostra vita.