Dal 14 maggio è disponibile in libreria Reykjavík amore di Guðrún Eva Mínervudóttir tradotto da Silvia Cosimini. L’autrice di Metodi per sopravvivere, ritorna per Iperborea con cinque storie di donne e di amore, di solitudine, di Islanda e di empatia.
Reykjavík amore: la trama

Cinque donne di età diverse, ma tutte accomunate dalla necessità di una svolta nella loro vita: sono le protagoniste di Reykjavík amore. Tra le casette colorate della capitale islandese, ormai prese d’assalto dai turisti, le sue piazze grandi e brulicanti di vita, i ghiacciai lontani e il mare che si nasconde e si mostra dietro ogni angolo, la vita quotidiana sembra rivelare le emozioni più nascoste e i desideri più latenti.
C’è Guðríður, una giovane con alle spalle una famiglia disordinata ma piena d’amore. Hildigunnur, affascinata da Austin, missionario texano che incontra per strada. E poi Jóhanna, innamorata di Jónas ma attratta pericolosamente dallo zio della migliore amica; Sara, sopravvissuta alla violenza di due uomini, che finalmente trova conforto nelle braccia di una donna; Magga, rassegnata alla morte per una malattia terminale che inizia ad apprezzare il poco tempo che le resta.
È l’amore a collegare i loro cinque microromanzi: quello tra madre e figlia, tra amanti, sposi e amici, ma anche quello di una padrona per la sua gatta trovatella, di un’anziana per la città in cui ha vissuto tutta la vita, di un narcisista per la sua parlantina. E se la routine del lavoro e della vita famigliare riescono a reprimere il groviglio di emozioni delle protagoniste, basta poco perché il loro desiderio e bisogno d’amore trovino spazio, donando significato al loro mondo.
Tra coincidenze e occasioni mancate, svolte e rimpianti, Guðrún Eva Mínervudóttir racconta la poesia dell’ordinario e la profondità che si nasconde dietro i gesti e le parole all’apparenza più semplici.

Estratto
Ecco un breve estratto di Reykjavík amore di Guðrún Eva Mínervudóttir per entrare a pieno nelle atmosfere del romanzo.
Il nonno credeva nei miracoli e non si vergognava di raccontare della prima volta che le sue preghiere erano state esaudite. Da bambino andava a pescare con i fratelli. Un giorno erano in barca. Il cielo era coperto, ma non c’era vento e non faceva freddo. Solo che poi le nubi si erano abbassate e loro, alla deriva in mezzo alla nebbia, avevano perso l’orientamento e non sapevano più dove fosse la costa. Lui aveva implorato Dio di salvarli e per un attimo le nubi si erano diradate mostrandogli la terra. Il nonno raccontava di un tunnel, o un varco.
Per un attimo si era creato un varco nell’oscurità – ed era bastato. Avevano remato con tutte le loro forze ed erano finalmente riusciti a tirare in secco la barca. La loro madre li aspettava sulla costa. A me sembra più probabile
che fosse stata lei con la sua disperazione ad aprire un varco nella nebbia, piuttosto che il nonno, inginocchiato nella barchetta piena d’acqua e interiora di pesce. Ma che ne so io, in fondo?Quest’episodio il nonno me l’aveva raccontato talmente tante volte che quando sentivo la sua voce mi vedevo sempre davanti la bisnonna, sulla riva, a piangere. Quell’immagine nella mia mente era diventata tutt’uno con la figura di mio nonno. Così non era soltanto il nonno a disprezzare la mia segreteria telefonica, ma anche la bisnonna.
Ebbi la sensazione che il mondo si stesse sgretolando. Ma non avevo sensi di colpa. Non era colpa mia, se io avevo avuto il tempo di divertirmi con la segreteria telefonica e invece la bisnonna aveva pianto in riva al mare.
Conosciamo Guðrún Eva Mínervudóttir

Guðrún Eva Mínervudóttir (1976) è una delle più note scrittrici islandesi contemporanee. Tradotta in tutto il mondo, ha ricevuto molti premi letterari tra cui il Premio letterario islandese, il Premio culturale DV e il Premio RÚV Writer’s Fund per la sua opera.