In libreria dal 30 maggio il nuovo libro di Guido Michelone intitolato L’isola di Wight, edito da Diarkos: un affascinante viaggio per gli appassionati del rock – e non solo – in cui potrai rivivere gli scenari e l’ambientazione del primo grande festival della musica rock, oltre Woodstock, nell’isola di Wight.
La sinossi de L’isola di Wight di Guido Michelone
Tra jeans e minigonne, danze e spinelli, utopie e desideri, l’affascinante racconto di un’epopea che ha rivoluzionato canzone, cultura e immaginario collettivo di chi allora aveva vent’anni o poco più. – Jesse Chastain Dayle
Quando si pensa all’inizio dei megafestival rock degli anni Sessanta, il pensiero corre in fretta verso Woodstock (luglio 1969). Tuttavia, nell’Europa della contestazione, qualcosa di diverso accade già un anno prima.
È il 31 agosto 1968 quando diecimila hippy in estasi applaudono musicisti beat, pop e folk come Jefferson Airplane, Smile e Tyrannosaurus Rex: quel torrido giorno si consacra alla storia del rock e della cultura in generale l’isola di Wight, splendida location britannica bagnata dalla Manica.
Da allora, l’Isle of Wight Festival vanta due edizioni successive fenomenali: nel 1969 c’è il ritorno in scena del mitico Bob Dylan, e nel 1970 il trionfo con Jimi Hendrix e Jim Morrison davanti a circa settecentomila fan in delirio. Dopo trent’anni di silenzio, l’isola di Wight ritorna protagonista nel 2002: da allora, ogni estate, qui si alterna il meglio del sound generazionale.
Ma per tutti rimarranno impresse le edizioni 1968, 1969 e 1970, che fanno cantare ai Dik Dik «sai cos’è l’isola di Wight…» In questo libro, arricchito da excursus storici, politici e culturali, Guido Michelone racconta l’epopea che ha cambiato per sempre il modo di vivere, pensare, vestire e amare di un’intera generazione.
L’autore Guido Michelone
Guido Michelone è docente di Storia della musica afroamericana all’Università Cattolica di Milano e di Storia della popular music e di Storia del jazz presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria.
Già collaboratore di testate quali Musica Jazz, Ritmo, Jazzit, è da vent’anni critico musicale per Buscadero e il manifesto. Ha all’attivo una decina di opere letterarie (narrativa, poesia, teatro) e una quarantina di saggi su jazz, rock, folk, colonne sonore, tra cui l’ormai classico Il jazz-film.
Ha scritto anche monografie su Beatles, Clash, Fabrizio De André e Vasco Rossi. Per Diarkos ha pubblicato Rolling Stones. Non è solo rock and roll (2022).