L’islandese che sapeva raccontare storie è la lettura ideale in questi giorni uggiosi di freddo, pioggia e neve, che sanno più da dicembre che da inizio marzo. Leggere una raccolta di racconti straordinari ambientati in terre fredde e lontane, per poi immedesimarsi in queste mitiche avventure è proprio quello che ci vuole! Per fortuna, ci ha pensato Iperborea con questo libro curato e tradotto da Silvia Cosimini e illustrato magnificamente da Marianna Bruno. Dell’Islanda si conosce fin troppo poco, ed è un peccato! Perché quello che questa terra nasconde in mezzo ad un popolo così diverso dal nostro, è qualcosa di mitico, leggendario, quasi fiabesco! E Iperborea in questo libro ci porta alla scoperta di questo popolo in un’ambientazione medievale con tanto di furiosi re, sentimenti, demoni, avventure, figure mitologiche e molto altro!
L’islandese che sapeva raccontare storie – la trama
Nell’Europa medievale l’Islanda è l’unico paese senza una monarchia, eppure i suoi abitanti, che siano mercanti, pellegrini o curiosi navigatori, all’estero visitano terre di re e regine. Come può destreggiarsi in quei paesi un popolo che non è abituato alle buone maniere dei cortigiani? «Poco socievoli», ma anche «impavidi» e soprattutto «astuti»: al cospetto dei sovrani stranieri così si mostrano gli islandesi, abilissimi nell’arte della parola, quella in versi e in prosa. Ma tutt’altro che diplomatici: schietti, insolenti e a volte offensivi, si cacciano in mille guai e avventure, che riescono a superare grazie alle loro virtù morali di buoni cristiani e alla loro parlantina.
Sono queste le peripezie tramandate nei þættir, anonimi e brevi spin-off delle saghe che alla tragicità sostituiscono l’ironia e alla leggenda la fiaba, con tanto di prove da superare, aiuti magici e creature mitiche. Così Auðunn attraversa indenne le corti scandinave grazie all’orso polare che ha comprato in Groenlandia, mentre Þorsteinn il Curioso supera a nuoto il serpente marino a guardia di un’isola miracolosa. E tra sovrani furiosi e visioni di santi, idoli pagani che si trasformano in demoni e maledizioni sami, c’è spazio anche per i sentimenti dei protagonisti, che siano assetati di vendetta, codardi o amanti delusi alla ricerca di un buon amico con cui sfogarsi. Una raccolta di racconti inediti attinti dall’enorme patrimonio narrativo islandese che, con prosa asciutta, dialoghi serrati e modi boccacceschi, restituiscono il volto più scanzonato di un popolo capace di salvarsi la pelle con un’ascia robusta, ma anche con una poesia ben recitata.
Chi è Silvia Cosimini?
Nata a Montecatini Terme (PT) nel 1966, si laurea in filologia germanica a Firenze e nello stesso anno si trasferisce in Islanda per un progetto di ricerca all’Istituto Arnamagnæano, laureandosi in lingua e cultura islandese all’Università di Reykjavík con una tesi sulla traduzione. In Italia frequenta il Master in traduzione letteraria della Ca’ Foscari di Venezia e il corso di specializzazione «Tradurre la Letteratura» della SSIT di Misano Adriatico. Da più di vent’anni si dedica esclusivamente alla traduzione e alla promozione della letteratura islandese contemporanea e medievale: ha tradotto autori quali Halldór Laxness, Thor Vilhjálmsson, Guðbergur Bergsson, Arnaldur Indriðason, Hallgrímur Helgason, Jón Kalman Stefánsson, Andri Snær Magnason e molti altri. Nel 2011 le è stato assegnato il premio nazionale per la traduzione dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e nel 2019 il premio Orðstír dal presidente della repubblica islandese. È tutor didattico presso il dipartimento di Filologia Germanica dell’Università degli Studi di Bologna e docente a contratto di lingua e letteratura islandese all’Università Statale di Milano.
Silvia Cosimini, che ha curato e tradotto L’islandese che sapeva raccontare, è ospite della decima edizione dei Boreali – Nordic festival, in programma dal 1° al 3 marzo 2024 al Teatro Franco Parenti e al Cinemino di Milano: domenica 3 marzo alle 14, nella Sala A del Teatro Franco Parenti, è protagonista dell’evento Islandesi che sanno raccontare: tradizioni e traduzioni.