L’imperatore di Roma della saggista britannica di fama mondiale Mary Beard, è una delle nuove uscite firmate Mondadori. L’opera in questione rappresenta un affascinante viaggio nell’Impero Romano, focalizzandosi sulla figura dei suoi imperatori, da Augusto a Caracalla. Beard, con il suo stile chiaro e coinvolgente, sfida i miti tradizionali e offre una prospettiva inedita sulle dinamiche di potere e sulla vita quotidiana degli imperatori, svelando la complessità del loro ruolo e il rapporto con il popolo. Un saggio imprescindibile per gli appassionati di storia e cultura classica!
L’imperatore di Roma di Mary Beard, edito Mondadori
Alcuni di loro, come Nerone, sono ancora oggi simbolo di eccessi e sadismo senza freni. Altri scrissero testi considerati tuttora fondamentali, basti pensare ai Pensieri dell’«imperatore-filosofo» Marco Aurelio. Altri ancora sono ormai sconosciuti, o quasi, agli stessi specialisti: chi ricorda Didio Giuliano, che nel 193 avrebbe pagato per aggiudicarsi il trono messo all’asta dalla guardia imperiale, perdendolo poche settimane dopo? Le figure degli imperatori romani giunte a noi sono sospese tra storia e leggenda: a quale delle loro immagini – reali o fantastiche – dobbiamo credere? Caligola nominò davvero senatore il suo cavallo? Eliogabalo soffocò i suoi ospiti sotto una coltre di petali? E Claudio morì sul serio per i funghi avvelenati che gli servì sua moglie Agrippina? Attingendo alla sua profonda conoscenza della storia romana, la celebre classicista di Cambridge Mary Beard traccia il ritratto di trenta imperatori, da Ottaviano Augusto ad Alessandro Severo, ricostruendone la vita quotidiana, le vicende politiche e la routine di governo di un impero vastissimo, che nella sua massima estensione andava dalla Scozia al Sahara, dal Portogallo all’Iraq.
In queste pagine però non ci racconta soltanto gli uomini al vertice dello Stato, ma anche chi gli era vicino: cuochi e giullari, schiavi e poeti di corte, commensali aristocratici e amanti imberbi. E poi le madri, le sorelle, le mogli. Beard ci accompagna fin dentro le stanze del potere. Stanze imbevute di sangue che hanno visto compiersi i più terribili misfatti e consumarsi le più atroci vendette, e nelle quali gli imperatori governavano lo stato, impartivano ordini ai quattro angoli del mondo, dichiaravano guerra, scrivevano lettere e memorie; lì mangiavano, dormivano, si divertivano, venivano curati, blanditi, venerati come dèi. Lì si formava l’immagine del potere che essi incarnavano, immagine che i sudditi imparavano a conoscere attraverso le statue, le iscrizioni, i monumenti che ne glorificavano le imprese. In quest’opera erudita e appassionante, che attraversa quasi tre secoli di storia, «la figura dell’imperatore ci offre un’immagine di come governare e un monito su come non governare», uno specchio deformante attraverso il quale guardare il potere imperiale, ma anche la politica del nostro tempo.
Chi è Mary Beard?
Mary Beard insegna al Newnham College di Cambridge ed è curatrice per l’antichità classica del «Times Literary Supplement». Accademica di fama internazionale, è fellow della British Academy e membro dell’American Academy of Arts and Sciences. Tra i suoi numerosi libri, molti dei quali tradotti in italiano, ricordiamo SPQR. Storia dell’antica Roma (2016), Fare i conti con i classici (2017), Pompei (2017), Donne e potere (2018), Civiltà (2021).