Avrai sentito molto parlare di Cesare Cremonini in questi giorni anche tu, carissimo e fedelissimo iCrewer, per via della sua estemporanea avventura alla direzione del numero di Vanity Fair in edicola da mercoledì scorso, ma non è l’unica grande novità che riguarda il bravissimo cantautore emiliano: uscirà infatti il primo giorno di dicembre il suo nuovo libro Let them talk. Ogni canzone è una storia, edito da Mondadori.
Devo dire che sono molto contento per tutto il meritato consenso che ha riscosso il buon Cesare in tutti questi anni di carriera, partita come tutti sappiamo dal grande successo di Squerez, l’album con cui si è imposto al grande pubblico insieme ai compagni che formavano i Luna Pop: quelli di 50 special, per intenderci.
Da allora, per più di venti anni, si sono inanellati una serie di successi discografici che sono uno più bello dell’altro: secondo me Cesare Cremonini è uno degli artisti che non ha mai sbagliato una canzone, ne tantomeno un disco. Senza tornare troppo indietro nel tempo, per non inciampare nel mio solito gioco dettato dalla malinconia, mi basta pensare a pezzi recenti come Nessuno vuole essere Robin, Poetica e Possibili scenari per sostenere che siamo davanti a un grande autore. A un artista che la penna la sa usare come pochi.
Let them talk. Ogni canzone è una storia
Ecco perché sono sicuro che anche questo libro, Let them talk. Ogni canzone è una storia, sarà una lettura da fare assolutamente dedicandogli il giusto tempo e la giusta attenzione.
Anche perché, stando alle premesse e alle informazioni che si lasciano intuire dalla sinossi, sarà la prima vera occasione per conoscere più a fondo la vita di questo cantautore che francamente non ha mai lasciato trapelare molto del suo privato. (non necessariamente questo è un male)
Attraverso le sue canzoni, infatti, Cesare Cremonini, in Let them talk, avvalendosi di aneddoti e riflessioni, coinvolge il lettore in un viaggio a ritroso nel tempo che ripercorre le tappe significative del suo crescere; percorso sempre scandito dai testi e dalla musica delle sue creazioni artistiche.
L’autore apre le porte del suo mondo invitando il lettore ad entrarci: ed ecco che si scopre il suo essere sempre attratto dalla versione poetica della vita, la persistente curiosità verso l’ignoto e la capacità incredibile di sognare. Ci si accorge anche dell’amore smisurato per l’arte, in qualunque forma essa sia espressa, che sia musica, letteratura o cinema. Cremonini infatti, in un passaggio del libro dice: «Io non sono soltanto un cantante. Questa parola di cui si abusa mi rappresenta solo in parte. Sono un uomo, e se oltre a un uomo sono davvero un artista, questo fa un artista: getta su un foglio quel che percepisce come imminente, senza sapere quando e per chi accadrà»
A fare da sfondo a tutte le storie e a tutti i frammenti di vita raccontanti dall’ex Luna Pop, in Let them talk ci sono i celebri colli bolognesi, c’è l’Emilia Romagna che è anche la regione da cui proviene l’artista designer Aldo Drudi a cui è stata affidata la realizzazione della copertina del libro. In chiusura si legge una postfazione scritta dal critico musicale e scrittore Michele Monina, che è anche curatore del volume.
Cesare Cremonini direttore di Vanity Fair
E sempre di Emilia si parla, nel riprendere la notizia che è rimbalzata su tutte le testate di settore in questi giorni: la redazione di Vanity Fair ha chiesto a Cesare Cremonini di diventare direttore per un numero speciale che puoi trovare ancora in questi giorni in edicola.
Carta bianca a trecentosessanta gradi: dai contenuti alla copertina e alle immagini.
Anche in questa occasione l’artista ha dimostrato di avere una maturità e un talento davvero unici. Numero dedicato a tutte le sfaccettature della parola VIVERE. Cremonini ha così coinvolto diverse eccellenze italiane e in particolare della sua terra, intervistando o coinvolgendo con la richiesta di un pezzo scritto nomi del calibro di Francesco Guccini, che si racconta alla figlia, e Roberto Baggio, suo grande idolo per via dei trascorsi calcistici nel Bologna, ricorderai anche la canzone in cui dice “da quando Baggio non gioca più.. non è più domenica”
Bellissima anche la copertina che ritrae Misty Copeland che balla a Central Park; la prima donna afroamericana a ricoprire il ruolo di prima ballerina nell’American Ballet Theatre si racconta in una interessantissima intervista.
E poi c’è Vasco.
Quanto è bello il fatto che Cesare abbia scritto una lettera a Vasco Rossi per chiedergli di firmare un pezzo sulla questione del vivere e del sopravvivere? Dopo un simpatico scambio di messaggi di reciproca stima avvenuto sui social, il rocker di Zocca ha accettato e… insomma direi che questo numero di Vanity Fair diventerà davvero da collezione.
Visto che in apertura, si trova anche un brano tratto da Let them talk, che ricordo sarà in tutte le librerie dal primo dicembre.