Caro iCrewer, lavori a maglia? Se sì, avresti mai detto che c’è una profonda relazione fra questo passatempo con la politica e l’economia? Lo sostiene l’economista Loretta Napoleoni nel suo nuovo saggio Sul filo di lana. Come riconnetterci gli uni con gli altri, che puoi trovare in libreria da martedì 14 gennaio edito da Mondadori.
Partendo dalle origini del lavoro ai ferri, Napoleoni ci guida attraverso la storia dei maglioni di lana: come si facevano e soprattutto quali brillanti menti hanno tenuto al caldo nei rigidi inverni passati. Dalle corporazioni artigiane medievali all’uso dei filamenti come codici segreti durante la Seconda Guerra Mondiale fino, il passo è stato breve. Adesso è invece il simbolo della lotta femminista per la parità di genere. Ci sono dunque tanti risvolti nello sferruzzare la lana e quasi tutti si possono collegare a ragioni politiche ed economiche, senza dimenticare il valore personale e il benessere psicofisico che produce in chi pratica questa attività.
Il punto di vista dell’autrice è davvero interessante e molto curioso: punta i riflettori su aneddoti poco conosciuti e mai banali che riguardano il mondo della lana e che offrono riflessioni interessanti sui cambiamenti sociali avvenuti nel tempo.
Di questi argomenti, Loretta Napoleoni è considerata un’esperta: è stata docente di Etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge, nel Regno Unito, ed è inoltre consulente per le più prestigiose testate giornalistiche europee, fra le quali: BBC, CNN, la Repubblica, El Paìs e Internazionale. Negli ultimi anni si è dedicata agli studi dei sistemi finanziari ed economici volti a finanziare i movimenti terroristici.
Dei saggi a tema finanziario che ha pubblicato, ricordo: Economia canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale (Il Saggiatore, 2008), Maonomics. L’amara medicina cinese contro gli scandali della nostra economia (Rizzoli, 2010), ISIS. Lo stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo (Feltrinelli, 2014) e Mercanti di uomini. Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo (Rizzoli, 2017). La maggior parte dei suoi saggi è stata prodotta in lingua inglese e successivamente tradotta in italiano.