Ingegneri di anime è il nuovo uscito in casa Iperborea. Si tratta di un romanzo scritto dall’olandese Frank Westerman e tradotto in italiano da Franco Paris.
È la storia di due viaggi: uno letterario e uno immaginario, attraverso la Russia contemporanea alla scoperta della letteratura sovietica.
La storia inizia nel 1932 quando Stalin si presenta ad una riunione di scrittori dicendo che se le anime di chi guida i carri armati sono fragili, allora anche le armate saranno di scarso valore. Sarà dunque compito degli scrittori e dei letterati forgiare e indirizzare il nuovo uomo sovietico. Ecco dunque da dove nasce il termine ingegneri di anime, riferito agli scrittori della letteratura russa. Quel manipolo di scrittori guidato da Gor’kji, si troverà così a dover narrare la nascita del socialismo e la trasformazione della Russia.
L’inchiesta di Frank Westerman, giornalista freelance, inizia dalla lettura di un libro di Konstantin Paustovskji, datato 1932, che narra della eliminazione dei deserti a favore della grandi opere idrauliche della Russia moderna. L’autore parte davvero per un viaggio su quei luoghi che toccano il golfo di Kara-Bogaz fino ad arrivare al canale Belomor. Parallelamente Westerman compie un viaggio tra i grandi nomi della letteratura sovietica di quegli anni, soffermandosi sul rapporto tra il potere e gli artisti, cercando di trovare il punto d’incontro tra il diktat di dover raccontare la storia e l’ispirazione per scriverla.
Lo scrittore Frank Westerman è nato a Emmen in Olanda nel 1964. Dopo aver frequentato studi scientifici è diventato reporter e giornalista freelance spesso impegnato nelle zone più calde del mondo. I suoi romanzi sono anche reportage che trattano di razzismo, cultura, identità e potere.
Tra le novità di Iperborea di questo mese ti segnalo anche I gusti di Jan Brokken, un romanzo che traccia la storia di Jan Zwartendijk, l’olandese che nel 1940 riuscì a dare una speranza ai numerosi profughi che scappavano dal regima nazista. Attraverso i ricordi e le testimonianze dei figli dell’ Angelo di Curacao, così era soprannominato l’eroe dai profughi salvati, Brokken ricostruisce le vicende di questo periodo buio della storia mondiale facendone un affresco romanzato e ben incentrato sui luoghi protagonisti delle vicende di questo uomo che poi è stato inserito tra i Giusti delle nazioni.
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Sjoberg, delGrazie al caso, manovratore nascosto di destini umani, in un’asta di Stoccolma riemerge dal nulla un quadro dimenticato di quasi un secolo fa, il ritratto di due cugine adolescenti firmato dal danese Anton Dich. «Dimenticato» è forse troppo, visto che il suo autore non è ricordato in alcuna storia dell’arte, ma chi potrebbe incuriosire Fredrik Sjöberg più di un eccentrico ai margini dell’eccentricità bohémienne?