Ecco che la casa editrice L’Erudita ci presenta una novità: Il taccuino delle parole perdute. Pubblicato il 10 giugno 2021, questo libro vuole regalarci una scoperta che spesso diamo per scontato: il nostro lessico, il lessico della lingua italiana. Noi parliamo sempre, ci esprimiamo a parole, scriviamo con le parole, ma abbiamo mai scavato, scoprendo qualcosa di più delle parole che quotidianamente diciamo? Ecco, Il taccuino delle parole perdute può darci questa possibilità!
Perché leggere Il taccuino delle parole perdute?
Muzzo, nottetempo, kumquat. Vaiato, fiorire, pistacchi. Una parola, una poesia, una ricetta. È questo lo sviluppo de Il taccuino delle parole perdute, un testo che, scavando nelle radici del lessico italiano, abbina proposte culinarie insolite a termini oramai desueti. La lingua è uno degli scrigni della memoria, permette di tramandare le stesse parole per secoli e secoli, facendo sì che il tempo attribuisca loro un certo prestigio e che la società contemporanea ne sia ancora più affascinata e incuriosita. Proprio quella società che quotidianamente fa un uso leggero delle parole, senza rendersi conto di quale sia il loro valore intrinseco. Il connubio tra lingua e cibo, dunque, diviene prezioso per riscoprire le nostre origini, così come per proiettarci in una dimensione futura di maggiore consapevolezza delle tradizioni. È un invito a “mettere le mani in pasta”, a sperimentare nuovi ingredienti e preparazioni, perché in fondo la cucina permette di creare pietanze originali dal nulla, insomma “è sapienza e incanto”.
Dal connubio tra saperi e sapori antichi, tra saggezza ed esperienza, le parole fanno da ponte per compiere la magia dei gesti, l’arte del fare quotidiano che, sempre più raramente, viene trasmesso di generazione in generazione.
Chi ha scritto Il taccuino delle parole perdute?
Il taccuino delle parole perdute è stato scritto a più mani:
Silvia Casini dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha ricoperto il ruolo di project manager presso l’Istituto Internazionale per il Cinema e l’Audiovisivo dei Paesi Latini di Gillo Pontecorvo e Sandro Silvestri. Si è occupata di relazioni internazionali e della promozione dei film italiani all’estero. In seguito, si è specializzata in marketing strategico e ha iniziato a collaborare con diverse case di produzione e distribuzione cine-tv nel settore del product placement. Negli anni, ha collaborato con diverse testate giornalistiche e siti web.
Raffaella Fenoglio, classe 1966, ligure con radici piemontesi, studia e ama la cucina del Ponente ligure che ha raccolto in Pan e Pumata (Edizioni Zem), volume di ricordi e ricette. Ha scritto altri libri di cucina.
Francesco Pasqua è nato a Siracusa nel 1973. Sceneggiatore e editor cinematografico, attualmente vive e lavora tra Roma e la sua città natale.
Nel 2006 è tra i vincitori della rassegna letteraria Stra
Il taccuino delle parole perdute mi ricorda molto un romanzo intitolato Il taccuino delle cose non dette scritto da Clare Pooley, pubblicato da Mondadori a giugno del 2020. La somiglianza non è solo per il titolo molto simile, ma perché in entrambe i libri si parla di parole non dette e di parole che pensiamo di conoscere ma che ci nascondo un mondo!
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