In libreria dal 31 agosto è disponibile Abbandono di Elisabeth Åsbrink, scrittrice svedese, che, dopo il memoir 1947, in cui descrive un anno di svolta per il mondo intero, decide di setacciare il suo passato, la sua vita sullo sfondo di tre generazioni: la sua, quella della madre e della nonna. In Abbandono, edito da Iperborea, emerge l’urgenza di andare a fondo nelle proprie origini e radici familiari ebraiche, analizzando anche fatti storici importanti sul popolo sefardita (il nonno era di Salonicco).
Vediamo insieme la trama!
La trama di Abbandono
«Per capire la mia solitudine avevo bisogno di capire quella di mia madre. E per capire lei dovevo prima capire mia nonna, Rita.»
Così Katherine, antico nome di famiglia dietro al quale si cela la stessa Åsbrink, ricostruisce la storia di Rita, il suo arrivo fortuito a Londra a causa di un padre distratto che presto abbandonerà la famiglia, la sua lunga relazione clandestina con Vidal, un ebreo sefardita esule da Salonicco al quale la rigida tradizione famigliare vieterebbe di sposarla, e infine il suo tardivo e malinconico matrimonio.
E poi le inquietudini di Sally, la loro prima figlia, insofferente nei confronti del padre e angosciata dal clima antisemita di Londra, che cercherà rifugio in Svezia. Attraverso le vite complicate e insoddisfatte delle due donne, Katherine ripercorre la storia del nonno, Vidal, un uomo nato nell’impero ottomano che nella Londra del primo Novecento non può essere né turco, né greco né tantomeno inglese, ma riconosce come unica vera patria la Spagna da cui i suoi avi vennero espulsi nel XIV secolo.
Con la sua capacità di intrecciare i ricordi famigliari e gli eventi storici, Åsbrink ricostruisce le tormentate vicende del popolo sefardita dal Medioevo al secolo scorso, e ne raccoglie il retaggio in un’appassionata ricerca delle proprie origini nella Salonicco di oggi. E nel ricordo della madre e della nonna avverte un legame doloroso, la condivisione del medesimo sentimento di abbandono da cui non può sfuggire e che la porta, con tutta l’intransigenza di cui è capace, a fare i conti con la sua storia e le sue stesse scelte di vita.
L’autrice Elisabeth Åsbrink
Elisabeth Åsbrink, classe 1965, è una nota scrittrice e giornalista svedese, si è affermata in patria e all’estero con reportage letterari di argomento storico e sociale che fondono fascino narrativo, una ricerca minuziosa e una profonda sensibilità, ottenendo premi prestigiosi come l’August e il Kapuściński.
Con 1947 (Iperborea 2018), il suo primo libro tradotto in Italia, Elisabeth Åsbrink scava nei retroscena degli eventi e compone un racconto poetico e documentatissimo di un anno emblematico per la sua identità personale e per quella collettiva. Nel 2021 Iperborea ha pubblicato Made in Sweden, dove l’autrice ci accompagna in un viaggio tra cinquanta parole, eventi, persone e personaggi che hanno fatto la Svezia.
Venerdì 16 settembre, alle ore 21, Elisabeth Åsbrink presenterà Abbandono al festival Pordenonelegge (Palazzo Montereale Mantica, in corso Vittorio Emanuele II 56), in dialogo con Federica Manzoni.