Caro iCrewer, stiamo per fare un giro sulla volante della Polizia. In Noi poliziotti del 113, il nuovo lavoro di Paolo Citran, edito da Mazzanti Libri, è racchiuso tutto il mondo, l’esperienza e il vissuto di un poliziotto delle volanti.
Se da bambino hai espresso il desiderio di fare il poliziotto o hai mai desiderato di fare un giro su una volante, immagino che la lettura di questo testo potrebbe ricondurti a quei tempi spensierati e sognanti. Frattanto potresti scoprire un intero mondo che un comune cittadino può solo immaginare sulla base di film e di serie tv. In questo caso però le storie raccontate non sono finzione, ma parlano di vita reale.
Noi poliziotti del 113: Viaggio nella professionalità e nelle emozioni di un poliziotto delle volanti
L’essenza di un poliziotto delle volanti sta proprio nella consapevolezza e nell’importanza del suo ruolo sociale, ed è proprio questo il concetto che arriva forte e chiaro al lettore dopo aver letto Noi poliziotti del 113.
Il libro di Paolo Citran si articola in quaranta capitoli suddivisi in 3 parti, un libro di memorie pieno di salti nei ricordi che non seguono l’ordine temporale.
Nella prima parte di Noi poliziotti del 113 Citran non si limita al racconto di aneddoti, ma scende molto in profondità.
Viene esaltata la vocazione, la difficoltà e la versatilità che ogni agente di polizia deve far sue per svolgere al meglio il proprio ruolo.
Tra i temi trattati la cultura della legalità, la passione verso un mestiere che è volontario e emotivamente intenso, l’importanza di tramandare l’esperienza ai poliziotti più giovani.
Argomento a cui viene data particolare rilevanza è lo stretto rapporto umano che si crea tra colleghi e con le persone da proteggere. Un dialogo unico che si instaura in un istante, viene alimentato dall’empatia e si nutre di emergenza.
Altro tema inevitabilmente incisivo è invece il lutto. La perdita improvvisa dei colleghi, l’elaborazione del lutto stesso e il ritorno al proprio posto e al proprio dovere.
Ogni perdita riapre vecchie ferite ma quel “adesso basta, non ne posso più” dura solo qualche ora, si torna a servire e proteggere.
Con il tempo lo si supera ma non ci si abitua. “Speri sempre che la tragedia per cui stai soffrendo sia l’ultima”
Nella seconda parte del libro, si guarda ai fatti dalla parte delle vittime. Si parte dalla definizione di vittima fino ad arrivare a un modello comportamentale pieno di riferimenti normativi e procedure operative.
Nella terza e ultima parte viene invece affrontato il tema della sicurezza. Il ruolo sostanziale delle forze dell’ordine è produrre senso di sicurezza, a partire dalle vittime fino ad arrivare all’intera popolazione.
La tutela, per essere efficace, richiede il consenso sociale. È necessario essere prossimi alla gente per colmare il gap tra sicurezza reale e quella percepita. Per farlo, la Polizia di Stato si è dovuta evolvere da organo repressivo dei reati a quello di professionista della sicurezza e della prevenzione.
Un ruolo che continua ad adeguarsi ad una società sempre più complessa e in continua evoluzione.
La lettura di Noi poliziotti del 113 risulta a tratti estremamente colloquiale e piena di racconti di vita vissuta, a tratti il linguaggio diventa austero e formale. Non è un testo di facile lettura, esattamente come non è di facile attuazione il lavoro del poliziotto.
La costante è il barcamenarsi tra la rigidità delle regole e degli aspetti burocratici e un istante dopo immedesimarsi, creare fiducia e senso di protezione in con la vittima, passando per situazioni in cui cuore e cervello vanno in direzioni opposte.
Un poliziotto spesso è tenuto a identificare quale sia la scelta migliore in pochi istanti, e una scelta sbagliata può costare anche la vita delle persone. Ecco perchè il senso di responsabilità pervade ogni pagina di Noi poliziotti del 113.
Un viaggio nella mente, nell’anima e nella memoria di un agente che senza filtri nè finzioni, mostra cosa c’è davvero dietro la divisa e le auto con i lampeggianti.
Paolo Citran
È nato a Mestre nel 1966 ed è entrato in polizia nel 1987. Ha trascorso 27 anni al servizio sulle volanti, nella questura di Venezia e Milano, per poi tornare a Venezia da ispettore.
Oggi è istruttore superiore e ha ricevuto la Medaglia di bronzo al merito civile dal Ministero dell’Interno.
Sempre con la Mazzanti Libri, nel 2015 ha pubblicato il suo libro d’esordio L’inferno di ponte Nanto. Il Dramma di Graziano Stacchio e Robertino Zancan. che racconta la drammatica e sanguinosa rapina avvenuta, nel febbraio 2015, alla gioielleria di Ponte di Nanto.