Nicola di Paola Gianinetto edito Emma Books non è altro che il sesto romanzo della saga Principi Azzurro Sangue: questo viene preceduto dai volumi Kyler, Patrick, Liam, Aidan, Nadir, e dalle novelle Blu oltremare e Sinfonia in nero. L’autrice vive a Torino e, oramai da molti anni, si occupa di adattare i dialoghi per la TV. Questa saga fuoriuscita dalla penna di Paola è accattivante ed inusuale, proprio per i protagonisti di queste opere.
Nicola: quella cover fra mistero e suspense
La copertina, di per sé, ti lascia presagire il tipo di storia che andrai a leggere. Nella parte alta della stessa notiamo una giovane donna, capelli nero corvino e fluenti, sguardo rivolto verso il basso, e un uomo che la cinge: il suo braccio sinistro la imprigiona, le sua spalle sono larghe e muscolose, tanto che ne puoi seguire i tratti, il profilo lascia intravedere un velo di barba. La donna, però – e nonostante lo sguardo sia rivolto verso il basso – non pare avere timore, anzi tutt’altro. Sono i nostri protagonisti?
Può darsi, ciononostante mi sento di precisare che il colore dei capelli del nostro protagonista sono definiti come biondo scuro, quelli dell’uomo nella cover mi paiono leggermente scuri. Ad ogni modo trattasi di un dettaglio sul quale ritengo si possa placidamente sorvolare: d’altro canto, dinanzi a simili spalle virili, vogliamo davvero stare ad indagare sull’esatta tonalità dei capelli?
Tornando alla cover, nella parte bassa notiamo un castello, sembra che una coltre di nebbia lo abbracci, come a fare scudo: è immenso ed imponente; un cancello aperto ci inviata a farci strada: ma vorremmo davvero addentraci? Eppure, la nostra bella Sophie varcherà quel cancello senza mostrare – apparentemente – alcuna paura… sarà davvero la cosa giusta da fare?
Nicola, Sophie e tutta questa storia intrigante e intrisa di mistero che li circonda
Se hai già letto le altre opere che precedono questa, o comunque se hai letto la sinossi e/o la trama, sai bene chi siano Nicola e tutto il suo gruppo, come saprai che ogni romanzo analizza le vicende legate a ciascuno dei componenti: questa volta, quindi, è il turno proprio di Nicola. E Sophie, naturalmente.
Il libro si compone di un prologo e di ben quarantasette capitoli, di diversa lunghezza l’uno dall’altro e che, benché il numero rilevante, non si pongono come pesanti; infine un epilogo. Poiché gli eventi narratici si svolgono in diverse località geografiche, subito dopo il numero che ci indica il capitolo troviamo il luogo protagonista delle vicende che ci verranno raccontate. La città che però, principalmente, spiccherà sarà la nostra Siena. Città che comunque non passerà in sordina per essere solo nominata e basta, ci saranno momenti nei quali verranno descritti particolari della stessa. Durante la narrazione assistiamo al nostro protagonista che compie un balzo temporale indietro nel tempo, insomma saremo in presenza di una digressione piuttosto interessante.
Il libro è narrato in terza persona, ma – come spesso accade – ci mostra il punto di vista dei personaggi, cosa che ci permette di immedesimarci nel pensiero degli stessi e di osservare le scene attraverso i loro occhi.
Nessun refuso presente. Il livello di scrittura è ottimo, le parole scorrono senza intoppi, le scene vengono descritte in maniera vivida e il linguaggio usato dai personaggi, nei loro dialoghi, vede degli improperi. Ciò non si rende volgare, anzi conferisce ai dialoghi stessi quel tocco di familiarità in più. Possiamo dire che si intercalano perfettamente con le situazioni. Nel romanzo l’aspetto sessuale è piuttosto presente, così come le scene intime che spesso si descrivono senza mezzi termini.
Nicola e Sophie: un uomo e una donna, ma non solo…
Sophie Rousseau, a volte ragazzina, a volte donna, è sempre stata sola al mondo, una vita di stenti – e anche di soprusi -, non ha nessuno al mondo che possa proteggerla, amarla, coccolarla e così, sin da bambina, ha capito che l’unica forza, l’unica ancora di salvezza sarebbe stata solo e soltanto lei, nessun altro. Sophie è astuta, ha un linguaggio colorito, diretto e senza mezzi termini, anche se qualcuno la vorrebbe più aggraziata, addomesticata; invece lei si mostra indomita e fiera.
Mi è molto piaciuta come l’autrice l’ha disegnata, in particolare ho apprezzato l’ironia che le ha conferito, anche se, chiaramente, mi chiedo se realmente in quelle situazioni così perigliose, finanche paurose, si possa mantenere quel savoir faire che dell’ironia ne fa un’arte; è un romanzo, è vero, ma è altrettanto plausibile porsi questa domanda. Devo ammettere, però, che in certi momenti questo suo modo di ironizzare mi ha regalato immensi sorrisi, un esempio per tutti: la nostra donzella incontra una figura femminile di grande beltà ed eleganza, le movenze sinuose, una figura, insomma, quasi eterea. Dopo i convenevoli di rito, dinanzi al nome della sconosciuta Anastasiya, la nostra Sophie escalma «E certo. Una così mica poteva chiamarsi Pina.»
Niente, quindi, pare incuterle timore: ma sarà davvero così?
«Eppure un terrore che non aveva mai provato serpeggiava dentro di lei, raggelandola, perché per quanto fino a quel momento quell’uomo bellissimo non le avesse fatto del male, aveva la certezza assoluta che al suo confronto il boss della malavita che l’aveva picchiata e minacciata di morte non fosse che un patetico ragazzino che giocava a fare il cattivo.»
Nicola Aldrovandi è bello, spietato, freddo, calcolatore e senza cuore, l’organo propulsore di tutte le emozioni sembra che in lui sia congelato, sembra non provare nessuna sensazione che possa scaldarlo fintanto da farlo iniziare a scalpitare. Lo sguardo è sempre più truce che comprensivo, la voce è sempre più ferma che benevole.
«Era semplicemente impossibile che quel tono implorante e gli occhioni pieni di lacrime avessero avuto qualche effetto su di lui, che l’avessero indotto a risparmiarla facendo leva su un sentimento di pietà che sapeva non appartenergli.»
Il romanzo è ricco di colpi di scena che ti faranno tenere gli occhi incollati alle pagine, e quando pensi che tutto vada bene, che la storia assuma un andamento costante, be’ è proprio lì che l’agguato si cela dietro l’angolo.
Al capitolo 12 farai la conoscenza di una persona della quale fino a quel momento non era ancora stata collocata nella storia, e inizialmente non capirai il motivo della sua presenza, ti sembrerà quasi non avere nulla a che fare con tutto il resto della storia, in realtà caro il mio lettore, in merito avrai un degno colpo di scena che ti farà esclamare «Ecco! Lo immaginavo».
I personaggi hanno tutti un loro ruolo, sono tanti è vero, ma non per questo generano confusione, anzi tutt’altro. Sebbene l’autrice abbia singolarmente dedicato a questi eccentrici, sui generis uomini un romanzo, trattando delle loro personali vicissitudini, vanno comunque letti tutti, proprio per avere una visione d’insieme e, soprattutto, per comprendere il filo conduttore che tiene legate tutte queste storie.
Va da sé che per talune scene, intime nello specifico, si consiglia la lettura di Nicola ad un target già più adulto.