Molti conoscono Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Cochrane Seaman, per aver fatto il giro del mondo in 72 giorni, sfidando il personaggio letterario Phileas Fogg, protagonista del famoso romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni. Ma Nellie Bly è stata una pioniera in molte cose: scopriamolo insieme.
Nata nel 1864 in un sobborgo di Pittsburgh, Nellie Bly inizia la sua carriera giornalistica presentandosi da George Madden, direttore del Pittsburgh Dispatch. Su questo giornale era apparso un pezzo dal titolo What Girls Are Good For, in cui si diceva che le donne erano fatte principalmente per fare figli e tenere pulita la casa. Nellie Bly, con lo pseudonimo di Lonely Orphan Girl, aveva scritto una risposta a questo articolo lasciando tutti senza parole e spingendo il direttore a mettere un annuncio per contattare l’autore con l’intenzione di offrirgli un lavoro. Lo pseudonimo Nellie Bly nasce proprio in questa occasione: a quei tempi era infatti consuetudine per una donna scrivere sotto falso nome.
Il reportage sotto copertura di Nellie Bly
Uno dei lavori più importanti della sua carriera è stato il reportage sotto copertura nel manicomio femminile dell’isola Blackwell. Nellie Bly, che adesso lavorava per il New York World, di Joseph Pulitzer, si fece internare nel manicomio e sperimentò in prima persona le condizioni deplorevoli e i trattamenti violenti che le pazienti subivano. Dopo dieci giorni venne rilasciata su indicazione del giornale. Da questa esperienza ne uscì un rapporto di denuncia, poi diventato un libro: Dieci giorni in manicomio, tradotto da Barbara Gambaccini per Edizioni Clandestine
Dieci giorni in manicomio, di Nellie Bly
Nel 1887, la reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell’isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. “Battevo i denti e tremavo, il corpo livido per il freddo che attanagliava le mie membra. All’improvviso, tre secchi di acqua gelida mi furono versati sulla testa, tanto che ne ebbi gli occhi, la bocca e le narici invase.
Quando, scossa da tremiti incontrollabili, pensavo che sarei affogata, mi trascinarono fuori dalla vasca. Fu in quel momento che mi sentii realmente prossima alla follia”. Nel suo reportage, Nellie Bly racconta i soprusi e le violenze che le pazienti subivano per opera di crudeli infermiere e medici poco capaci.
Il giro del mondo in 72 giorni
L’idea di proporre al suo editore un viaggio intorno al mondo le venne nel 1888, dopo aver letto il famoso romanzo di Jules Verne. Un anno dopo, il 14 novembre del 1889, Nellie Bly si imbarca sul piroscafo Augusta Victoria e inizia la sua circumnavigazione del globo. L’impresa fu un successo: Nellie Bly, che aveva viaggiato per la maggior parte del tempo sola, utilizzando soprattutto navi a vapore e treni, riesce a tornare a casa dopo solamente 72 giorni, un record per l’epoca. Da questa esperienza esce il libro Il giro del mondo in 72 giorni, pubblicato in Italia da Ugo Mursia Editore.
Il giro del mondo in 72 giorni
Nel 1889, quasi trent’anni dopo la pubblicazione de “Il giro del mondo in ottanta giorni” di Jules Verne, la giovane giornalista americana Nellie Bly lancia una sfida all’impresa romanzesca di Phileas Fogg e si avventura in una gara contro il tempo che appassionerà per mesi il pubblico americano.
Partita il 14 novembre 1889 da New York, Nellie Bly vi farà ritorno il 25 gennaio 1890, accolta trionfalmente al termine di un viaggio di settantadue giorni che da New York la porta a Londra e poi a Calais, Brindisi, Port Said, Ismailia, Suez, Aden, Colombo, Penang, Singapore, Hong Kong, Yokohama, San Francisco e infine di nuovo a New York.
Quando parte per la sua avventura intorno al mondo, la giovane giornalista ha 24 anni ed è già famosa. Riuscirà a condividere con i suoi lettori le piccole scoperte fatte lungo il suo veloce tragitto con rapide istantanee, brevi annotazioni e i commenti sui compagni di viaggio e sulle tappe del suo itinerario.
La seconda vita di Nellie Bly
Qualche anno dopo, nel 1985, Nellie Bly sposa il milionario Robert Seaman e lascia momentaneamente il giornalismo per sostituire il marito malato alla guida della sua azienda, la Iron Clad Manufacturing Co, che produceva contenitori in acciaio. Alla morte di Robert, Nellie Bly prende in mano le redini dell’azienda e inizia anche una carriera parallela di inventrice. Suoi, infatti, sono i brevetti di un bidone del latte e di uno impilabile per la spazzatura. Purtroppo, per un insieme di concause anche estranee alla sua persona, la Iron Clad Manufacturing Co fallisce e Nellie Bly torna al giornalismo.
Nellie Bly documenta la Prima Guerra Mondiale dal fronte serbo-russo, e poi il movimento delle suffragette in patria. Muore per una polmonite, nel 1922, a New York.
Un podcast e un libro per conoscere meglio Nellie Bly
Se hai voglia di scoprire qualcosa in più su di lei, ti consiglio il podcast Le intrepide. Si tratta di una serie di interviste impossibili a grandi viaggiatrici, tra cui anche Nellie Bly, ideate, scritte e raccontate da Sara Mostaccio e Assya D’Ascoli. E il libro Dove nasce il vento: Vita di Nellie Bly, scritto da Nicola Attadio per Bompiani.
Dove nasce il vento: Vita di Nellie Bly, di Nicola Attadio
Settembre 1887: una ragazza bussa alla porta di John Cockerill, direttore del ”New York World” di Joseph Pulitzer. Chiede di essere assunta come reporter. Nessuna donna aveva mai osato tanto. Il suo nome è Elizabeth Cochran, ha ventitré anni, ma già da tre scrive per un quotidiano di Pittsburgh firmandosi Nellie Bly.
Una donna reporter non si è mai vista, ma la sua idea di un’inchiesta sotto copertura a Blackwell Island, manicomio femminile di New York, convince Cockerill e Pulitzer ad accettare la sfida. Ne nasce un reportage che farà la storia del giornalismo. Da qui, in un crescendo di popolarità e sotto mille travestimenti, Nellie racconterà l’America agli americani.
Diventerà l’incubo di politici e benpensanti, viaggerà in tutto il mondo, vivrà amori e fallimenti. Mentre i grattacieli, i treni, il telegrafo e poi la guerra trasformano la realtà, Nellie Bly si trova a essere pioniera di una figura mai esistita prima: la donna indipendente, artefice del proprio destino, la giornalista intrepida armata solo del proprio sguardo libero e della propria voce.