Nelle sue ossa è il titolo dell’ultimo libro che ho letto, un gran bel romanzo scritto da Maria Elisa Gualandris ed edito da Bookabook. Come avrai capito, dunque, amico lettore, questo libro mi è piaciuto molto. Lo dico subito, prima ancora di sviluppare l’articolo, perché davvero è stata una lettura che mi ha rapito e catapultato in una storia sorretta senza sbavature dall’autrice.
A dire il vero Nelle sue ossa ha pagato caro il prezzo della mia stanchezza. In condizioni fisiche normali l’avrei divorato in pochi giorni ma, dato il periodo che sto attraversando, qualche sera invece di addormentarmi dopo aver letto decine di pagine, sono crollato nel sonno profondo senza neanche accendere il tablet. Ah sì, è un libro che ho letto in formato digitale.
Ti assicuro caro iCrewer che quelle sere in cui sono crollato ho respirato forte il senso di vuoto per non essere volato da Benedetta Allegri, la protagonista del romanzo. Credo che la lettura prima di lasciarsi andare al sonno faccia la differenza nel bilancio serale della giornata appena archiviata.
Nelle sue ossa: il romanzo di Maria Elisa Gualandris
Il fatto di aver letto Nelle sue ossa impiegando qualche giorno in più dei soliti miei standard non interferisce affatto sul mio parere più che positivo dell’opera. Lo ribadisco.
La trama del romanzo è accattivante. Durante i lavori di restauro in una villa sul lago vengono trovate delle ossa umane. Gli accertamenti del caso rivelano che si tratta di resti in decomposizione da circa quaranta anni. A chi appartengono? E come ci sono finiti in quella villa?
Benedetta Allegri, giornalista precaria che scrive per un giornale on-line, decide di prendersi a cuore il caso, ritenendolo una grande occasione per riuscire a dare una svolta alla sua carriera. Ma nei piccoli paesi di provincia nulla è facile e le verità spesso si nascondono dietro a una estesa coltre di omertà.
In aggiunta, per complicare il lavoro della giornalista, ci sono le interferenze delle istituzioni e dei colleghi invidiosi dei suoi progressi.
Basterebbe questo per rendere la lettura del romanzo appagante, invece la Gualandris ci infila anche una complicata situazione amorosa che travolge la protagonista e un contorno servito sul piatto del rapporto di amicizia che lega Benedetta ai suoi compagni di avventura: un impresario di pompe funebri e un avvocato tutto pepe. Scelta che ho apprezzato tantissimo.
Del resto la vita non è certo solo quello che ci succede al lavoro, anzi, siamo noi che portiamo sul luogo che ci vede impegnati per otto ore – nel più diffuso modo di lavorare – le conseguenze di quella che è la nostra quotidianità fatta di cose belle o brutte che ci accadono. Viviamo come in una serie TV: ogni giorno ha una sua micro trama che si intreccia con quella macro che cadenza la nostra vita.
Tornando al libro e allo sviluppo della trama, le ricerche portano a un caso di smarrimento di persona che fonda le sue radici nel 1978 con tanto di collegamento agli anni di piombo. Trovo però un vero peccato andare avanti con gli spoiler, anche perché la Gualandris è abile nel dosare gli elementi per la ricostruzione del caso presentandoli al lettore tassello per tassello e spargendoli bene capitolo dopo capitolo. Mi ripeto ancora: un bel romanzo!
La figura della protagonista è molto ben caratterizzata. Mi sono appassionato alla sua vita e alle sue difficoltà che poi sono quelle di tutti coloro che vogliono provare a vivere scrivendo. Eterni precari in cerca di una collaborazione adeguata. È un argomento che mi fa venire rabbia perché se si pensa ai benefici del leggere e dello scrivere, suona in contrasto il fatto che sia un mondo di porte sbarrate. Non dovrebbero la letteratura e la scrittura far volare chi ne beneficia?
L’importante è comunque non perdere il sacro fuoco che sentiamo dentro, quello che ci spinge a riempire pagine bianche di storie, emozioni e cronache. Farlo anche quando le condizioni sono avverse. Perché se si dovesse spegnere quella spinta naturale che ci tiene vivi, fuori potrebbero esserci tutti i benefit del mondo, ma le parole non arriverebbero più con lo stesso amore.
Così è per la protagonista Allegri, spinta dalla voglia di verità che vince anche sul desiderio di un posto di lavoro serio. In questo senso Nelle sue ossa è un testo che abbraccia e conforta chi legge e si riconosce nella vita professionale della protagonista.
In conclusione consiglio la lettura di questo libro innanzitutto perché è avvincente. La storia cattura il lettore e la scrittura scorrevole e moderna ne agevola il desiderio di voltar pagina. In secondo luogo perché è molto probabile sentire dell’affetto verso i personaggi, e questo non è cosa da poco. Un libro dai tanti risvolti di lettura che tiene fede per tutto il suo sviluppo alle sensazioni che si provano leggendo i primi capitoli.