Navarro Il mondo di sotto
è il titolo di cui mi appresto a parlare, un fantasy/avventura per ragazzi dai 10 anni, l’esordio per lo scrittore Andrea L. Gobbi, edito Fanucci e disponibile dal 14 maggio 2020.
Navarro Il mondo di sotto, va sottolineato, è il primo libro – non autoconclusivo – di una trilogia, di cui al momento però è disponibile solo questo volume; un fattore da considerare, se si desidera leggere quest’opera.
La trama è molto interessante, e invoglia ad approfondire:
“Anno 1492. La Terra è piatta. È quanto scopre Cristoforo Colombo al comando della sua missione nell’oceano Atlantico: non le Indie come credeva (e neppure l’America), ma la fine del Mondo. Delle tre navi – la Nina, la Pinta e la Santa Maria – partite da Palos il 3 agosto 1492 soltanto la prima, capitanata dal grande navigatore, riesce a far ritorno nel Vecchio Continente. Le altre due, invece, finiscono disperse. O almeno questo è ciò che viene fatto credere.
Un anno dopo, infatti, un ragazzo viene a conoscenza di un segreto insospettabile per cui nulla sarà più come prima. È una sera piovosa quando in occasione del suo tredicesimo compleanno Pedro Navarro riceve dalle mani di un uomo, un marinaio sopravvissuto alla grande spedizione, una lettera scritta da suo padre Franco, fino ad allora creduto disperso su una delle due caravelle. Ai confini del mondo, a quanto racconta, esisterebbe uno stretto canale dove convergono tutte le correnti dell’oceano Atlantico.
Nessuno sa dove esso conduca, eppure Franco ne è convinto: si tratta della via che conduce al Nuovo Mondo. Secondo lui la Terra rassomiglierebbe a un’enorme moneta, di cui il mondo conosciuto rappresenta solo una faccia. Ma che cosa si cela dall’altra parte? Franco si è lanciato per scoprirlo, lasciando nelle mani del figlio un prezioso amuleto.
Navarro Il mondo di sotto. La recensione
Eccomi al dunque, ovvero l’opinione e l’analisi di questo esordio letterario firmato Andrea L. Gobbi; naturalmente la lettura è consigliata ad un pubblico di bambini e ragazzi dai 10 anni, quindi tra le mie considerazioni do per scontato che un lettore adulto in genere non si approccia con questa tipologia di storie, e ho cercato di immaginare il punto di vista di un… 2010, come usano adesso classificarsi i giovani d’oggi: in base all’anno di nascita (un po’ come “anticamente” ci descrivevamo noi: classe ’73…)
La scrittura utilizzata è fluida, descrittiva, chiara e pulita. I dialoghi coerenti e complementari. Vengono presentati gli attori principali e, grazie ad alcuni sapienti flashback, anche il pregresso che fa da antitesi allo scopo di questa storia, in cui un gruppo di amici parte all’avventura, in cerca del padre di uno di loro e soprattutto in cerca della propria identità.
La cover è espressione diretta del fil rouge di Navarro Il Mondo di Sotto: rappresenta Pedro, il protagonista, e i suoi compagni di ventura: Carmen, la ragazza coraggiosa intelligente e ribelle, Gaston – una sorta di Samvise Gamgee dei giorni passati – e Baldo e Brando, due gemelli… piperini; tutti a bordo della loro nave che salpano verso l’ignoto.
In quanto al contenuto però, ho da esprimere alcune perplessità. Si inizia facendo riferimento alla scoperta dell’America da parte di Colombo, 1492 appunto, anche se in questa versione della storia le cose sono andate diversamente e si vorrebbe raccontare di una sorta di realtà alternativa, in cui non esistono le Americhe ma questo fantomatico mondo di sotto. Okay. Ci sta. Il fatto è che poi ogni riferimento al viaggio storico di Colombo si perde, e ci troviamo di fronte ad altri scenari; mi chiedo quindi, perché non partire da una “base” diversa? Perché non inventare allora un nuovo luogo di partenza, una nuova epoca, se poi Colombo e la sua scoperta non c’entrano niente con questa (seppur interessante) avventura?
Non solo: il padre scomparso, avventuriero che manda a cercare suo figlio per fargli decidere se seguire le sue orme o meno, diviene sempre più “personaggio fantasma “ durante l’evoluzione della storia; niente più flashback, non un messaggio lasciato come segno del suo passaggio da qualche parte, nemmeno una comparizione in sogno. Almeno in questo primo capitolo, mi viene da pensare, considerando che forse in quelli seguenti ci degnerà nuovamente della sua presenza. Impossibile stabilirlo al momento.
Aggiungo che le avventure, i luoghi e i personaggi che incontrano i nostri coraggiosi protagonisti assumono via via sembianze sempre più… familiari. E mi spiego meglio. Ciò che arriva al lettore è una sorta di remake di Indiana Jones (1981) a tratti e I pirati dei Caraibi (2003) in altri, a mio parere deludendo le aspettative in quanto si viene privati di novità immaginative. Per dirla in breve: i “cattivoni” assomigliano molto alla ciurma e a Davy Jones, il Capitano dell’Olandese Volante e la Biblioteca di Axalandria – tanto per dirne una – nasconde tranelli e trabocchetti molto simili agli edifici iconici che ritroviamo in Indiana Jones….
E ancora, si parla della mitica Atlantide. Insomma, per dirla bruscamente è proprio un bel… mischione. Pot-pourrì, se vogliamo fare i francesi…
Quindi debbo ammettere un’amara delusione, nell’aver letto una reinterpretazione di qualcosa già visto e, oserei dire, fin troppo rivisto. Mi sono chiesta ad ogni modo se un 2010 sia a conoscenza di questi vetusti (proprio come me, antica classe ’73…) concetti e/o avventurieri e sono convinta che se nomino uno di questi personaggi all’amica o amico di mio figlio otterrò solamente uno sguardo interrogativo misto a compatimento, ma mi pare doveroso sottolineare che non approvo che la giovane età del potenziale pubblico di questo scrittore venga intrattenuta con qualcosa di non completamente originale, ecco.
Mi chiedo anche se le nuove generazioni, 2010 comprese, abbiano tra le loro interazioni icone da “idolatrare” identificabili in soggetti come i ragazzi “disobbedienti che seguono il loro istinto per trovare la verità” oppure tutt’altro genere di personaggi. Trapper, mi viene subito in mente.
Quindi che dire, posso concludere con una mia considerazione personale, che non intende assolutamente mettere in dubbio le capacità – assolutamente presenti – dell’esordiente: un’opera anacronistica, la definirei, almeno questa prima parte della trilogia di Navarro Il mondo di Sotto. Ciò non toglie che leggere le successive due parti possa farmi cambiare idea, ma al momento questo è ciò che mi ha trasmesso la lettura del primo capitolo di questa trilogia.