Caro Lettore, ti ho già parlato di yoga consigliandoti tre libri che ho letto quando ho iniziato a praticarlo giornalmente.
E visto che l’argomento mi interessa particolarmente e ho continuato ad approfondirlo oltre che a praticare, da semplice curiosa e appassionata di yoga, in questo articolo e nei prossimi sei vorrei esplorare i sette centri energetici o chakra e proporti tre libri che secondo me hanno attinenza con le emozioni toccate da ognuno di essi.
Lo yoga, infatti, lavora su tre livelli: fisico, mentale ed energetico. A livello fisico per rendere il corpo più agile e flessibile; a livello mentale per aiutarci a rimanere focalizzati sul momento presente e a livello energetico per regolare l’energia in ogni chakra e sviluppare il nostro potenziale.
Il sistema energetico all’interno del nostro organismo è composto, infatti, da una rete di canali che si chiamano nadi, nei quali scorre il prana (l’energia). Nei punti di incontro delle nadi si formano dei vortici di energia chiamati chakra.
I chakra sono sette, il primo è il Muladhara, e sono situati lungo la colonna vertebrale: sono responsabili del corretto funzionamento di alcuni nostri organi, ma soprattutto sono associati a delle particolari emozioni o caratteristiche.
Iniziamo con Muladhara o chakra della radice
Muladhara significa “radice” e questo chakra è collegato al soddisfacimento dei bisogni primari: una casa, un lavoro, del cibo. Si trova alla base della colonna vertebrale, all’altezza dell’osso sacro e il suo colore è il rosso.
Quando l’energia legata a questo chakra non circola correttamente o è bloccata ci si può sentire insicuri, apatici, preoccupati e spaventati dal cambiamento.
Ecco per te i tre libri che ho selezionato e che secondo me possono aiutare a riflettere proprio sulle emozioni coinvolte da questo chakra che ci ricorda l’importanza di rimanere nel presente. Quando non siamo ben radicati, infatti, perdiamo il contatto con il momento presente, con le nostre radici più profonde e questo ci fa sentire insicuri, instabili.
Il primo libro per curare è:
La famiglia degli altri di Elena Rui.
La storia di una donna che ha deciso di non conformarsi, ma ha scelto di perdersi per ritrovarsi e ha costruito una famiglia in cui la libertà di ognuno è la prima regola da rispettare.
Perché ho scelto questo libro?
Mi ha colpito la protagonista, la sua fragilità e allo stesso tempo la sua tenacia nel mantenere intatta la sua idea d’amore, nonostante non sia facile andare controcorrente senza sentire il peso di questa scelta. Al di là della scelta della protagonista, mi sembra un esempio importante su cui riflettere per comprendere l’importanza di rimanere connessi con quello che veramente siamo, per poter proseguire sulla strada che ci fa sentire liberi. Se ci comportassimo diversamente ci disconnetteremmo dalla nostra natura e le conseguenze non tarderebbero a manifestarsi, sia nel corpo che nella nostra mente.
Le convenzioni sociali hanno una sola utilità: offrire un rifugio sicuro quando non si sa bene che cosa fare. La pensa così Marta che, a trentaquattro anni, ha scelto di andare controcorrente, di non seguire i dettami della società e costruire una famiglia anticonvenzionale con il compagno Antoine.
Segreti che faranno vacillare anche le sue poche e un tempo solide certezze. Perché la verità è che non esistono famiglie ideali e perfette. Ogni famiglia è felicemente imperfetta a modo suo.
Il libro per ispirare è:
Cattedrale di Raimond Carver
Perchè l’ho scelto?
Ho scoperto questo autore per caso e sono rimasta molto colpita da alcuni dei suoi racconti, “Cattedrale” in particolare mi sembra adatto per trarre ispirazione: talvolta non ci accorgiamo nemmeno che qualcosa non va fino a quando qualcuno, con una naturalezza disarmante, non ce lo fa notare come se fosse chiaro a tutti tranne a noi stessi questa nostra incapacità di prenderci cura del nostro stesso dolore.
A volte anche una visita inattesa e poco gradita – quella di un amico cieco della moglie, per esempio – può smuovere emozioni dimenticate.
E cosi, infatti, che il narratore del racconto che dà il titolo alla raccolta – forse il più celebre di Carver e uno dei più amati dall’autore – finisce per passare quasi senza rendersene conto dall’iniziale ostilità condita di gelosia al momento di una piccola rivelazione.
È un personaggio carveriano a tutti gli effetti, l’anonimo protagonista del racconto: sottilmente alla deriva, privo di amici, inchiodato in un lavoro che detesta, con una moglie da cui forse si sente un po’ trascurato.
Eppure, è proprio la presenza ingombrante del cieco Robert a costringerlo a uscire dalla sua corazza e abbozzare un rapporto umano, una condivisione che gli permetterà di recuperare, forse, una parte di sé dimenticata.
Carver ne segue l’impercettibile evoluzione con naturalezza, con uno stile maturo e consapevole dei propri mezzi, da lui stesso definito “più pieno e generoso”.
Il libro per viaggiare è:
Il mio paese inventato di Isabelle Allende
“Parola dopo parola ho creato la persona che sono e il paese inventato in cui vivo”
Perché ho scelto questo libro?
Le nostre radici sono anche la nostra identità e questo libro ci parla dell’amore che rimane sempre, nonostante la lontananza, per i luoghi e le persone che abbiamo vissuto e che rimangono parte integrante di noi. Le radici sono il nostro punto di partenza, da lì partiamo per arrivare dove le nostre potenzialità possono esprimersi al meglio.
Il mio paese inventato racconta il Cile, le caratteristiche del suo popolo, come lo ricorda Isabel Allende, nonostante i numerosi anni trascorsi in esilio.
Il racconto disegna, sul filo di una memoria che aggira i fatti troppo intimi, un paesaggio interiore dove aleggiano gli spiriti dei defunti e dove i ricordi si sovrappongono senza un ordine cronologico.
L’autrice fa rivivere le dimore ora scomparse, i paesaggi cancellati dall’edificazione urbana e le persone che hanno segnato la sua vita fino a quando è fuggita alla repressione della dittatura e si è stabilita prima in Venezuela e poi negli Stati Uniti.
Questo per il Muladhara. Ti aspetto la prossima settimana per tre nuovi libri sul secondo chakra.
Come sempre buona lettura!