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Lettura: Morta a Roma la scrittrice e filosofa Vittoria Ronchey, aveva 97 anni
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Morta a Roma la scrittrice e filosofa Vittoria Ronchey, aveva 97 anni

Ileana Picariello 3 anni fa Commenta! 4
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È morta nella sua casa di Roma la scrittrice e filosofa Vittoria Ronchey. Era nata a Reggio Calabria con il nome da nubile Aliberti ed avrebbe compiuto 97 anni il 23 settembre. Lo rende noto la figlia Silvia , anche lei saggista, oltre che accademica e filologa.

Addio a Vittoria Ronchey

vittoria roncheyMoglie del giornalista e scrittore Alberto Ronchey (1926-2010), Vittoria fu insegnante di storia e filosofia al liceo per decenni, oltre che assistente del filosofo Guido De Ruggiero all’Università di Roma. È autrice di romanzi e saggi, che le valsero diversi premi. Nel 1992, per il romanzo 1944, fu inserita nella cinquina dei finalisti del Premio Strega. Nel 1996 vinse il Premio Hemingway Lignano Sabbiadoro, sezione Narrativa, per La fontana di Bachcisaray.

Il suo libro di maggior successo è stato Figlioli miei, marxisti immaginari (Rizzoli, 1975), con cui vinse il Premio Viareggio Opera Prima. Il libro descriveva il mondo della scuola negli anni del Sessantotto, divenne molto più popolare dopo i complimenti di Enrico Berlinguer. Vittoria Ronchey fu anche traduttrice, in particolare del romanzo La piccola Fadette della scrittrice francese George Sand.

Figlioli miei, marxisti immaginari

vittoria roncheyCon questo titolo fra l’ironico e il provocatorio, Vittoria Ronchey, insegnante di Filosofia, pubblicò nel 1975, sotto forma di diario, per l’editore Rizzoli, il resoconto della sua frustrante esperienza di docente in un liceo della periferia di Roma, negli anni della contestazione e della dirompente presenza della politica all’interno della scuola italiana, aggiudicandosi il premio Viareggio Saggistica Opera Prima.

Anno scolastico 1973/74: al liceo “XLI”, nella periferia romana, costituito da due padiglioni prefabbricati in aperta campagna, arriva da Bergamo, armata da tutte le più buone intenzioni, una professoressa di Filosofia di mezza età, già cattedratica e con una lunga carriera di insegnamento nei licei.

Il libro, che piacque stranamente (e forse ipocritamente) a tutti, compreso a comunisti e democristiani, e fu persino citato da Berlinguer in un suo discorso alla Camera, è un’occasione per riflettere sui mali della scuola italiana degli anni Settanta, a cominciare dal sistema di incarico delle docenze, passando per la didattica e i programmi ministeriali, fino ad arrivare ai fumosi e inconsistenti “metodi sperimentali” di insegnamento e al “sonno dogmatico” di stampo marxista che ottenebrava le menti non solo degli studenti, ma anche della maggior parte degli insegnanti.

Vittoria Ronchey, da nubile Aliberti (Reggio Calabria, 23 settembre 1925), è una scrittrice e insegnante italiana. Moglie del giornalista e scrittore Alberto Ronchey e madre della bizantinista Silvia, Vittoria Ronchey, insegnante per decenni di Storia e Filosofia nel Licei, è autrice di romanzi e saggi, tra i quali, il noto Figlioli miei, marxisti immaginari, sottotitolo Morte e trasfigurazione del professore, sui ragazzi e il mondo della scuola negli anni del Sessantotto.

Ha tradotto il romanzo La piccola Fadette della scrittrice francese George Sand. Nel 1992, per il romanzo 1944, è stata inserita nella cinquina dei finalisti del Premio Strega. Nel 1996 ha vinto il Premio Hemingway Lignano Sabbiadoro, sezione Narrativa, per La fontana di Bachcisaray.

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