La notizia della scomparsa di Monica Vitti mi ha colto improvvisa e per questo ancora più dura da digerire. Si è spenta a 90 anni nella sua casa romana nella quale si era ritirata dal marzo del 2002 con il marito dopo la diagnosi di una malattia degenerativa che l’aveva in qualche modo costretta ad allontanarsi dalle scene. L’ultima sua apparizione ufficiale risale al 2002 al Quirinale per ricevere il David di Donatello.
È il marito a comunicare la scomparsa dell’attrice a Valter Veltroni invitandolo a condividere la triste notizia ai media innescando un immediato senso di sconforto.
“Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto.”
Monica Vitti, i mille volti di una grande attrice
Non è retorica, Monica Vitti non è stata solo un’attrice. lo sarebbe per chiunque abbia conosciuto l’attrice solo attraverso articoli o interposte persone.
Non che io abbia avuto la possibilità di starle vicino bene inteso, se così fosse stato proverei vanto e onore per avere conosciuto una delle leggende del cinema italiano del ‘900
Il mio approccio è comunque autentico, legato allo splendido ricordo del suo viso meraviglioso, aperto, solare, al suo carisma, la sua ironia, soprattutto testimone della sua bravura attoriale. Incredibile come in una sola persona siano confluiti bellezza eleganza e uno stile inconfondibile capace di ironizzare sulla tragicità della vita.
La vedo in uno dei suoi film tragicomici con la quale la RAI ha scelto oggi di omaggiarla. Amori miei girato nel 1978 con la regia di Steno con Jonny Dorelli, Enrico Maria Salerno ed Edwige Fenech, è stato uno dei tantissimi film che l’attrice ha girato nell’arco di quaranta anni.
La sua carriera inizia infatti nel 1953 dopo aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica sotto l’attento insegnamento di Silvio D’Amico e un maestro d’eccezione come Sergio Tofano. Un talento indiscusso che Maria Luisa Ceciarelii, questo il vero nome dell’attrice, esprime fin da giovanissima divertendo i fratelli con piccoli spettacoli e distraendoli dall’orrore della guerra.
Una capacità istrionica di identificarsi nei ruoli che interpreta sul palcoscenico da Shakespeare a Moliére fino ad arrivare alle commedie brillanti e al debutto al cinema nel 1955 al fianco di grandi nomi come Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi.
La vera opportunità arriva nel1960 dall’incontro con Michelangelo Antonioni con il quale l’attrice stringe una lunga relazione oltre che protagonista della tetralogia dell’incomunicabilità diretta dal regista. L’avventura “La notte”, “L’eclisse”con Alain Delon, “Deserto rosso”, quattro film che le danno un successo enorme, importante anche l’esperienza nel 1957 quando presta la voce a Dorian Gray ne “Il grido”.
Monica Vitti una attrice innamorata della recitazione, una donna innamorata della vita
Non è solo bella e brava, Monica Vitti attira per la sua naturale comicità, sua voce graffiante, mutevole che la differisce da qualsiasi altra personalità, la classica eccezione che conferma la regola. L’apice del successo arriva intorno agli anni 1970 con Mario Monicelli che la vuole protagonista de “La ragazza con la pistola”, un vero successo popolare che mette in risalto la verve comica dell’attrice romana.
Il segreto della mia comicità? La ribellione di fronte all’angoscia, alla tristezza e alla malinconia della vita.”
Monica Vitti lavora con i grandi nomi, da Dino Risi a Salce con cui gira L’anatra all’arancia, Ettore Scola che la dirige in Dramma della gelosia con Giancarlo Giannini e ancora Mario Monicelli, Luigi Magni, il sodalizio con Alberto Sordi con cui gira in coppia Polvere di stelle”e ” Amore mio aiutami.
I suoi amori dopo Antonioni, il direttore della fotografia Carlo Di Palma e il fotografo Roberto Russo che con lei debutta da regista con “Flirt” che le fa vincere il premio come migliore attrice a Berlino nel 1983.
Monica Vitti non si ferma certo al grande schermo, la sua versatilità la porta ad esibirsi con Mina a Milleluci” nel ’74 e “Domenica in” vent’anni dopo, famosi i duetti canori con Don Lurio, Alberto Sordi, Mara Venier.
Numerosi anche i premi: cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista, tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA.
Una vita dedicata alla recitazione di cui si è sempre dichiarata innamorata spingendola prima nel 1990 alla regia di “Scandalo segreto” poi a teatro nella grande commedia americana da “La strana coppia. Sue le due autobiografie” Sette sottane uscito nel 19993 e Il letto è una rosa del 95 pubblicato con Mondadori
La malattia la porta tuttavia ad una progressiva riduzione della memoria e in seguito della parola, troppo per una donna che della comunicazione aveva fatto la regola di vita.
Si ritira dalle scene, dal mondo, accanto all’uomo che l’accudirà fino alla fine. Di lei rimane il ricordo di una attrice e di una donna straordinariamente brava, dalla sensualità fuori dagli schemi, capace con la sua ironia di calarsi nella vita di mille donne diverse e con loro brindare ogni giorno ad una vita nuova!
“Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno ancora la speranza nel cuore e nell’avvenire.”
Ciao Monica…
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