Un viaggio nei modi di dire della lingua italiana
Caro iCrewer, l’altra mattina mi sono svegliata con una frase in testa. Non so perché ma il modo di dire
Il dado è tratto
ha iniziato a girarmi in testa senza un motivo preciso.
Il significato è piuttosto ovvio: Ormai non si può più tornare indietro, ma tu sai chi fu il primo a dirla e in che occasione?
La frase traduce la locuzione latina Alea iacta est anche se la traduzione più corretta sarebbe il dado è stato lanciato. Frase attribuita da Svetonio a Giulio Cesare dopo che lo stesso aveva attraversato con un esercito, il 10 gennaio 49 a.C., il Rubicone che rappresentava il confine dei territori romani, andando contro le leggi di Roma e iniziando così la seconda guerra civile. A Rimini una colonna in pietra incisa indica il punto preciso in cui Giulio Cesare avrebbe pronunciato questa frase prima di entrare nei territori romani come invasore.
Tra i vari modi di dire italiani, un altro che mi ha sempre incuriosito è :
Andare in brodo di giuggiole
Questa frase è usata come espressione gergale per indicare uno stato di estrema felicità, ma da dove deriva?
Le giuggiole sono un frutto di poco più grande delle olive, dalla buccia sottile e dal colore che vira dal rosso al marrone a seconda del grado di maturazione. La polpa è farinosa e ricorda quella della pera, il sapore dolce e leggermente acidulo invece ricorda quello delle mele.
Pianta già conosciuta in tempi antichi, gli egizi la usavano per le sue proprietà curative, mentre i greci per ornare i propri templi.
Con i frutti del giuggiole è possibile preparare sciroppi, caramelle e confetture, anche se la preparazione più famosa è il brodo di giuggiole: un infuso idroalcolico naturale che ha come ingredienti oltre alle giuggiole, altri frutti autunnali, come la melagrana, l’uova e le mele cotogne con l’aggiunta di scorza di limone e zucchero.
Bevanda molto dolce e dal grado alcolico elevato, perfetto come accompagnamento di dolci oppure come digestivo a fine pasto. La fama e apprezzamento di questa bevanda continuò nei secoli, dando origine all’espressione andare In brodo di giuggiole, che venne pubblicata per la prima volta nel 1612, quando l’Accademia della Crusca, la famosa istituzione culturale fiorentina del Cinquecento.
Un’altra frase famosa che fa parte dei modi di dire italiani è:
Cosa fatta capo ha
ovvero, una cosa fatta non può essere disfatta e produce degli effetti. Tu sai in quale occasione è stata pronunciata questa frase e da chi?
Siamo a Firenze nei primi anni del Duecento. Buondelmonte de’ Buondelmonti era un personaggio in vista nella città dell’epoca. A seguito di una zuffa avvenuta con un’altra famiglia fiorentina importante, gli Amidei, per cercare di risolvere la questione, promise di sposare una delle figlie. Ruppe però il fidanzamento dopo essersi innamorato di una delle figlie di casa Donati.
Il mancato matrimonio fu visto come un’offesa terribile dalla famiglia Amidei, che giurò vendetta. Tennero quindi un consiglio per decidere il da farsi e fu proprio in questa occasione che Mosca Lamberti, condottiero italiano, pronunciò la famosa frase: Cosa fatta capo ha.
Lo stesso Dante Alighieri, ricorda questo episodio e accusa Mosca Lamberti di aver dato inizio alla vendetta degli Amidei contro i Buondelmonti, dalla quale puoi si generò la guerra tra Guelfi e Ghibellini.
Caro iCrewer, i modi di dire che possiamo trovare nella nostra lingua sono veramente tantissimi, alcuni addirittura nascono da fatti storici importanti. Tu quali conosci?