Durante l’esame di Maturità 2023, uno studente ha deciso di utilizzare lo schwa, la e capovolta. Questa è la prima volta che accade. Il giovane maturando ha spiegato in un’intervista a La Repubblica i motivi della sua scelta.
Studente usa lo schwa nel tema di italiano durante l’esame di Maturità
Nella prima prova di maturità 2023 di italiano, scritta rigorosamente a penna sui fogli del Ministero, Gabriele Lodetti, maturando del liceo Plinio Seniore di Roma, ha deciso di inserire il famoso simbolo ə per indicare tutta quella comunità di persone non binarie che dunque non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile.
Lo studente aveva l’obiettivo di rendere più inclusivo il suo linguaggio. Anche al costo di rischiare che la prova venisse addirittura invalidata.
Per la prima prova, Gabriele ha scelto di sviluppare il tema di attualità (tipologia C) che parlava di una lettera aperta del 2021 all’allora ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sull’esame di maturità. Lo studente ha analizzato la storia dell’esame di Stato e ha inserito pareri sul sistema scolastico, utilizzando anche il linguaggio che compare ogni giorno nelle chat con gli amici.
Lo studente, intervistato da Repubblica, ha motivato così la sua scelta:
Ormai lo schwa è entrato nel mio modo di pensare e sarebbe complicato non utilizzarlo per esprimermi. Volevo dimostrare che utilizzare una forma di linguaggio che rappresenti tutti e tutte è possibile, anche durante una prova importante come l’esame di Stato. Sì, è stato anche un gesto di sfida, ma non verso la commissione, bensì verso il sistema scolastico e la società. – Gabriele Lodetti
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Cosa ne pensa l’Accademia della Crusca
l’Accademia della Crusca si è espressa più volte in merito del linguaggio inclusivo: l’ultima nel marzo 2023, smontando asterischi e schwa in quanto segni grafici frutto di un’ideologia.
I principi ispiratori dell’ideologia legata al linguaggio di genere e alle correzioni delle presunte storture della lingua tradizionale non vanno sopravvalutati, perché sono in parte frutto di una radicalizzazione legata a mode culturali. (…). È da escludere nella lingua giuridica l’uso di segni grafici che non abbiano una corrispondenza nel parlato, introdotti artificiosamente per decisione minoritaria di singoli gruppi, per quanto ben intenzionati. Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico (“Car* amic*, tutt* quell* che riceveranno questo messaggio…”). Lo stesso vale per lo scevà o schwa. – Accademia della Crusca
Netto il parere dei linguisti alla Corte di Cassazione, che hanno preso di mira anche la duplicazione dei generi incoraggiando invece l’uso del nome delle professioni al femminile. Ma neanche la linea “conservativa” dei “custodi della lingua” ha fatto desistere Gabriele durante lo svolgimento del suo esame di maturità.
Che cos’è lo schwa
Ma che cos’è lo scwha? È un carattere dell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA), il sistema che viene utilizzato per definire la corretta pronuncia delle migliaia di lingue scritte che esistono nel mondo. È da collocarsi nel mezzo di tutto il sistema di vocali e la sua pronuncia è un suono indefinito. Il simbolo che definisce lo schwa è simile a una “e” rovesciata, “Ə”, e ricorda tanto il carattere “a” in stampatello.
Uno dei primi paladini dell’utilizzo dello schwa, almeno nella lingua scritta, è stato Luca Boschetto, che nell’aprile del 2016, diffuse in rete un piccolo documento a favore della non discriminazione linguistica, che si è poi trasformato in un vero e proprio sito, “Italiano inclusivo”.