Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire.
Marie Curie
Questa è la frase con la quale voglio iniziare questo lunedì con il nostro caffè motivazionale letterario. Il precedente era dedicato a Maria Montessori.
E cosa può essere più motivante della vita di una donna come Marie Curie?
Maria Skłodowska-Curie, questo il suo nome per intero, ha vinto due premi Nobel, uno in chimica e l’altro in fisica, per la scoperta del polonio e del radio.
E’ stata la prima donna ad insegnare nella Facoltà di Scienze della Sorbona.
Le sue spoglie e quelle del marito, Pierre Curie, sono state trasferite nel 1995 al Pantheon di Parigi: Marie Curie è stata così la prima donna della storia ad avere questo onore.
Con la sua determinazione e la sua mente brillante ha dimostrato a tutti che la ricerca scientifica non è assolutamente un ambito non adatto alle donne.
Marie Curie: la vita
Maria è nata a Varsavia il 7 novembre 1867 in una famiglia di insegnanti. Aveva una grande passione per lo studio ma a quel tempo le donne non potevano accedere agli studi superiori.
A 16 anni fa un patto con la sorella maggiore Bronya, alla quale era particolarmente legata: lei avrebbe sostenuto economicamente Marie per permetterle di studiare a Parigi e quest’ultima, una volta laureata, avrebbe aiutato lei. E così Marie, nel 1891, la raggiunge e si iscrive alla Sorbona dove si laurea in fisica e in matematica.
Sposa il fisico Pierre Curie com il quale ha due figlie, Irène e Eve. Con pochi mezzi riesce a mettere in piedi con il marito un laboratorio e nel 1897 scopre due nuovi elementi, il polonio e il radio.
Nel 1903 riceve insieme a Pierre e a Henri Becquerel, che aveva scoperto i raggi X, il premio Nobel in fisica per i lavori sulla radioattività.
Dopo la morte di Pierre nel 1906, Maria supera il dolore immergendosi nel lavoro. Ottiene la cattedra di fisica di Pierre alla Sorbona, ed è così la prima donna professore universitario in Francia.
Nel 1911, nonostante dubbi sollevati sulla sua moralità a causa della relazione intrapresa con il collega Paul Langevin, per il fatto che era sposato e padre di quattro figli, le viene assegnato il secondo Nobel per aver scoperto, isolato e determinato le proprietà di radio e polonio e contribuito ai progressi della chimica.
Nel 1912 Marie si ammala e viene ricoverata, poi si rifugia dalla scienziata Hertha Ayrton che la ospita insieme alle figlie a Londra, a causa delle polemiche ancora vive contro di lei.
Quando poi Marie torna a Parigi e al lavoro, vuole creare un vero laboratorio, del quale la Sorbona la nomina direttrice nel 1914.
Scoppia, quindi, la prima guerra mondiale, lei si occupa di applicazioni dei raggi X alla medicina e forma 150 infermiere specializzate. Con sua figlia Irène gira per gli ospedali da campo su una delle vetture radiologiche che verranno chiamate “petites Curie”.
Finita la guerra, scrive La radiologie et la guerre e trasloca nel suo laboratorio all’Institut du Radium.
Riesce ad ottenere un grande consenso e nel 1921, parte per gli Stati Uniti dove Missy Meloney, sua ammiratrice e direttrice di una rivista femminile ha organizzato una tournée di conferenze e lanciato la campagna “Del radio per Marie Curie”.
Grazie ad una colletta fra le donne raccoglie 100 mila dollari, con i quali Marie acquista un grammo di radio. Otto anni dopo il presidente Hoover le consegna, da parte delle “amiche della scienza”, 50 mila dollari con i quali acquista un altro grammo per il laboratorio che ha aperto a Varsavia.
Fino alla morte si impegna nella politica polacca, per l’emancipazione femminile e per la pace.
E’ stata una donna esemplare che ha dedicato la sua vita alla scienza per il bene di tutti e mai per lucro personale, inoltre si è battuta affinché altre donne seguissero il suo esempio non facendosi fermare dai pregiudizi. Marie Curie ci ha insegnato che la libertà di studiare ciò che si desidera rappresenta l’unica forma di emancipazione.
Finisce qui il nostro caffè motivazionale letterario, ti auguro un buon lunedì e soprattutto buona lettura!