Il celebre romanzo distopico avrà un seguito dopo trent’anni
È stata data mercoledì 28 novembre la notizia che milioni di lettori aspettavano da anni: Margaret Atwood sta scrivendo il seguito de Il racconto dell’ancella, il suo romanzo più famoso e uno dei più amati dal grande pubblico. L’annuncio è stato dato dalla scrittrice canadese in persona sul suo profilo Twitter:
Yes indeed to those who asked: I’m writing a sequel to The #HandmaidsTale. #TheTestaments is set 15 years after Offred’s final scene and is narrated by three female characters. It will be published in Sept 2019. More details: https://t.co/e1umh5FwpX pic.twitter.com/pePp0zpuif
— Margaret E Atwood (@MargaretAtwood) November 28, 2018
Oltre al titolo del seguito, che si chiamerà The Testaments (I testamenti), la Atwood annuncia anche che il romanzo sarà pubblicato nel settembre 2019. La copertina non è stata ancora rivelata.
Il nuovo romanzo sarà ambientato quindici anni dopo Il racconto dell’ancella e la narrazione non sarà più affidata a Difred (Offred nella versione originale), ma ci saranno tre voci narranti, ovviamente femminili.
Questa informazione può sembrare di poco conto, ma per chi segue i lavori dell’autrice canadese è una notizia succosa, perchè indica che anche The Testaments avrà un fulcro femminista. Il racconto dell’ancella è infatti una delle opere più originali e politicamente impegnate sul fronte femminista degli ultimi decenni. Pubblicato nel 1985, il romanzo è ambientato in un futuro a noi prossimo, dove una teocrazia totalitaria di matrice biblica ha rovesciato il governo degli Stati Uniti. Nel mondo di Difred, la popolazione è stata resa sterile da nubi radioattive prodotte da delle attività nucleari e soltanto alcune donne sono ancora fertili. Queste sono conosciute come Ancelle e sono facilmente riconoscibili dalle tuniche rosse e i copricapi bianchi che indossano. Sono schiave, assoggettate a uomini potenti che possono permettersi di possederle con il solo scopo di riprodursi. Il romanzo fece scalpore appena uscì e di recente è tornato alla ribalta grazie alla riedizione italiana pubblicata da Ponti alle Grazie e dalla fortunata serie tv omonima con Elisabeth Singleton Moss, la quale ha vinto un Emmy Award e un Golden Globe come miglior attrice protagonista nel ruolo di Difred.
Elisabeth Moss in una scena di The Handmaid’s Tale
Incentrato sul ruolo della donna, non più vista come essere umano ma come oggetto, Il racconto dell’ancella non nasconde la sua connotazione femminista. Se in altri romanzi cardine del genere distopico il regime totalitario alienava i diritti di libertà di pensiero e parola (ad esempio in 1984 di George Orwell o Fahrenheit 451 di Ray Bradbury), la Atwood ha scelto di aggiungere a queste caratteristiche anche una riflessione sull’oggettificazione della donna, togliendole qualsiasi tipo di diritto, dal poter lavorare al poter leggere. Emblema di questo è il fatto che ogni Ancella non abbia un nome proprio, ma è costretta a prendere quello del suo proprietario-padrone. Una scelta svilente, che vuole annullare l’identità di ogni Ancella e renderla un bene di consumo.
Qui sta proprio la fortuna di questo romanzo: il suo messaggio forte di denuncia ad una società che è pronta a far regredire la condizione della donna fino a renderla una merce. Non a caso, il testo è stato preso come punto di riferimento da varie associazioni femministe che lottano a favore dei diritti delle donne.
Sicuramente il successo della serie televisiva omonima ha contribuito a riportare Il racconto dell’ancella all’attenzione mondiale, tuttavia se dopo trent’anni Margaret Atwood ha deciso di dargli un seguito, mi domando se The Testaments sia il risultato di una nuova riflessione critica sulle dinamiche attuali o solo un tentativo di concludere la storia iniziata con Difred. Ma per saperlo, bisognerà aspettare l’anno prossimo.