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Sport in book In ricordo del Sic

Donatella De Filippo 4 anni fa Commenta! 7
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Marco Simoncelli

Contenuti
Marco Simoncelli, il ricordo del campione a dieci anni dalla morteMarco Simoncelli la stoffa del campioneMarco Simoncelli, la vita del giovane centauro nel ricordo dei suoi genitori

Ci sono persone nella vita che lasciano il segno. Che siano donne o uomini, non fa differenza, per loro parla il carisma, quel sottile e indecifrabile miscela chimica che li rende unici e inimitabili.

Accade pure che di questa immensa qualità non ne hanno coscienza tanto è naturale il mostrarsi per ciò che si è.

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Se così non fosse o non fosse stato, probabilmente non avremmo memoria di grandi personaggi, dei miti consegnati alla storia sportiva. Non è solo una questione di bravura, a renderli più famosi di altri è la consapevolezza che, anche a distanza di tempo, la loro immagine o il loro ricordo è rimasto intatto.

Marco Simoncelli, il ricordo del campione a dieci anni dalla morte

Il sorriso straordinario di Marco Simoncelli è uno di questi. Di lui sono pieni gli aneddoti che lo ricordano come uno dei più promettenti centauri del nostro tempo, in qualche modo erede designato di Valentino Rossi, Una passione rincorsa fin da piccolo alla quale sarebbe stato difficile mettere un freno e che, nel bene e nel male, lo ha consegnato alla storia.

Marco Simoncelli Sepang Malesia

Il sorriso di Marco si è spento quel tragico 23 ottobre di dieci anni fa sulla difficile pista di Sepang in Malesia.

Una gara che in qualche modo avrebbe dovuto consacralo definitivamente nel palcoscenico della MotoGP mondiale e che invece lo ha reso immortale nella memoria.

Un momento triste che ricordo molto bene per la velocità e la crudezza con cui la notizia all’epoca fece il giro il mondo. La Honda di Marco è tra le favorite per tagliare il traguardo fino alla curva maledetta che lo vede slittare e perdere il controllo della moto.

La forza disperata di rientrare in pista, la velocità con cui viene colpito da coloro che   in quel momento lo inseguiva in gara e che involontariamente lo incrociano sulla traiettoria. Tra questi anche la moto di Valentino Rossi. Un giorno da dimenticare per il dolore profondo provato da chi sui bordi del circuito aveva compreso che per Supersic non c’era più nulla da fare. Ma chi era il SIC fuori dalle piste?

Marco Simoncelli la stoffa del campione

Marco Simoncelli

Lo dipingono come un ragazzo introverso e molto riservato capace di salire in sella e correre a 300km all’ora senza paura con un coraggio smisurato, pur di superare tutti in curva.

Nel suo DNA una gran voglia di vincere; a 12 anni vince  il campionato italiano, a 16 anni trionfa al campionato Europeo 125. A17 anni sotto la pioggia, vimce per la prima volta con la mitica Aprilia classe 125 a Jerez.

Nel 2006, a 19 anni, passa alla 250  con la Gilera continuando poi con  l’Aprilia Rsa con la quale corre al Mugello e in Catalogna. Nel 2008  conquista il campionato del Mondo nella classe di mezzo e quasi riesce a doppiarlo l’anno seguente.

Per Supersic, non ci sono impedimenti: dall’Aprilia passa alla H0nda del team Gresini e nel 2010 conclude la gara ottavo. Dal 2011 in poi è tutto in discesa: a Brno arriva terzo e rischia di fare il bis a Misano dove arriva quarto. Il 16 ottobre in Australia si piazza secondo davanti a Dovizioso battuto solamente da Stoner. Poi, una settimana dopo, il tragico evento a Sepang.

Marco Simoncelli, la vita del giovane centauro nel ricordo dei suoi genitori

Marco vive anche attraverso le parole dei genitori che non hanno mai smesso di ricordarlo con eventi, una fondazione e i libri che di lui riportano i omenti più belli. Il nostro Sic è la prima edizione illustrata pubblicato da Rizzoli e scritto nel 1990 da Rossella e Paolo Simoncelli.
“C’era una volta, tra la spiaggia con gli ombrelloni e la campagna dove si può imparare a guidare il trattore, un’officina piena di attrezzi e un pugno di bambini a cui piaceva andare forte con le minimoto.  E tra questi ce n’era uno che voleva sapere il perché di tutte le cose, che amava il modo di correre di Eddie Lawson e Valentino Rossi e sognava di diventare un giorno come loro.
Il nostro SIC Paolo Rossella Simoncelli
E poi c’era un ragazzino che passava i pomeriggi a capire come funziona un motore, che la domenica cantava in macchina con babbo e mamma andando alle gare con la moto nel baule, che in trasferta all’estero si portava la piadina per le grigliate tutti insieme a fine gara e che cercava di far ubriacare le ragazze straniere su viale Ceccarini ma non sempre gli andava bene.
E un giovane uomo che sulla moto ci stava un po’ stretto ma che amava vincere. Non solo in pista ma anche a calcetto, a beach-volley, sugli sci, a biliardino, ovunque ci fosse della bagarre.
E che aveva scelto una ragazza e quattro amici, sempre gli stessi, e cantava “Siamo solo noi” perché gli piaceva Vasco Rossi, ma anche “O surdato ‘nnammurato e “Like A Rolling Stone”.
Un guerriero che con la squadra giusta sapeva fare miracoli e se c’era da prendersi a torte in faccia non si tirava mai indietro. Oltre duecento foto a colori, documenti di pista, memorabilia e scritti inediti.
I primi giri in minimoto, le serate con gli amici, i rally: quattordici QR Code con video rari e divertenti. E un coro di trenta voci per raccontare Marco.”
Ci sono persone nella vita che lasciano il segno, il sorriso del Sic!
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