Esiste uno sport sano, trasparente, fondato su valori educativi fondamentali, quello che aiuta a crescere, sprona a superare i propri limiti, forgia il carattere, sforna i veri campioni, crea leggende difficili da dimenticare. E poi ce n’é un altro che a tutto questo si contrappone, meno bello, tristemente famoso, senza dubbio penalizzante, quella parte di sport che con i sani principi dello sport non ha nulla a che a fare.
Lo sport tradito, il giornalista denuncia la parte compromessa dello sport
Due facce di una stessa medaglia con la quale, a secondo dei contesti, si giocano i destini di campioni, accelerando soluzioni d’intervento illegali (doping), trasformando risultati, sottoponendo l’atleta a pressioni ingiustificate spingendo all’illegalità morale e professionale, compromettendo valori e risultati.
Di esempi ne posso fare a iosa, dalle scommesse clandestine al doping che non ha coinvolto solo il singolo atleta quanto, in alcuni casi, una intera nazione. Basta fare un passo indietro e tornare alle recenti olimpiadi dove a rappresentare gli atleti russi solo una bandiera della federazione e non certo quella ufficiale.
Se volgiamo lo sguardo al passato, la storia infinita su Marco Pantani o quella ancora più discussa di Alex Schwazer rendono perfettamente l’idea come, un certo sistema sportivo, si trasformi nel burattinaio di turno, capace di muovere le fila illegali di un mondo troppo spesso vulnerabile.
Daniele Poto lo chiama Lo sport tradito titolo, tra l’altro, del suo ultimo libro che il giornalista sportivo presenterà il prossimo 9 dicembre nei locali del Foro Italico a Roma..
Il suo è uno sguardo attento e impegnato, da sempre sui temi della legalità, Poto ha all’attivo numerosi testi di letteratura e saggistica. Impegnato in Libera – Associazione, nomi e numeri contro le mafie, sugli stessi temi ha pubblicato, tra gli altri, Le mafie nel pallone (Edizione Gruppo Abele, 2010).
Un lavoro assiduo quest, portato avanti sulla legalità, che ha prodotto anche Azzardopoli e Italia diseguale.
Mi sembra doveroso spendere qualche parola in più sulla figura dell’autore. Il giornalista è nato ed è residente a Roma tranne i cinque anni vissuti a Bari, due a Milano e dieci a Torino. Dopo gli studi liceali al Liceo Scientifico si laurea alla Sapienza in Lettere Moderne con il massimo dei voti
La sua collaborazione giornalista inizia nel 1973 come free lance presso il quotidiano milanese Tutto sport. Da giornalista professionista nel ’79 Poto si trasferisce a Torino come responsabile della redazione basket e poi seguendo Olimpiadi, Universiadi, Giochi del Mediterraneo, Goodwill Games, mondiali di atletica, calcio, nuoto, ginnastica, hockey su ghiaccio, europei di basket
Ritorna a Roma nel 1985 come corrispondente, caposervizio e inviato per il centro sud coprendo ogni tipo di sport.
Nel marzo del 2006 è richiamato in servizio presso la redazione centrale di Torino come caposervizio redazione calcio per la serie B, Lega Pro, calcio giovanile e femminile dove è rimasto in servizio fino al settembre 2009, in seguito sceglie di continuare a lavorare nella sede romana. ,
Molti i quotidiani con i quali ha collaborato: dalla Repubblica al Corriere della Sera, Messaggero, Il Tempo, ), Reporter, Paese Sera, Liberazione (nella versione come quotidiano dei radicali), Lotta Continua, Gazzetta del Popolo, Prealpina .
Lo sport tradito, Poto denuncia le pagine negative dello sport
Lo sport tradito accendere i riflettori su fatti che hanno contribuito a scrivere le pagine più negative e cupe della storia di diverse discipline, e che punta ad aprire il dibattito sull’etica dello sport.
Tanti e vari gli argomenti toccati in questa sua opera. Alcuni molto attuali, come il “doping di stato” che ha coinvolto la Russia, altri più datati, come ad esempio le medaglie legate alla vecchia Germania Est.
Alcuni pittoreschi, come quello che racconta la storia di Frederick Lorz, il grande fondista statunitense che vinse la maratona ai Giochi olimpici di St. Louis 1904 utilizzando una macchina guidata da suo allenatore.
Vicende note e sconosciute, storie di sport, gare e traguardi in cui non sono stati i migliori a vincere. L’autore passa in rassegna diverse discipline sportive portando alla luce gli scandali degli ultimi anni.
Dalle competizioni truccate all’aggiudicazione di Giochi olimpici e di Mondiali di calcio, sino ai casi di doping o match-fixing.
Lance Armstrong, il salto truccato di Giovanni Evangelisti, la morte di Denis Bergamini… come sono andati i fatti? chi ha vinto e chi no?
E se a perdere siamo tutti?
Si, condivido il pensiero di Daniele Poto.! Convivere e condividere passivamente una realtà così celata e così tremendamente penalizzante, depaupera il principio stesso dello sport.
Sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico!
Ti ricordo che il libro puoi prenotarlo su Amazon!
Buona lettura!