Tutti gli anni, il Salone del Libro ha proposto tematiche che hanno che vedere con il mondo editoriale sulle quali riflettere e un paese è l’invitato d’onore.
Quest’anno l’invitato d’onore a Torino è… lo spagnolo.
Lo spagnolo è una lingua che viene alimentata da molte esperienze diverse per l’estensione dell’area in cui viene utilizzata. Si parla in spagnolo in Europa, ma anche nel continente americano. Ogni paese ispanico ha le proprie particolarità, la propria storia letteraria e ha dei rapporti ricchi con le lingue e le esperienze dalle culture preispaniche; ma anche con l’Europa e l’oriente.
Questa lingua comune permette uno scambio, un flusso continuo di idee, di proposte artistiche che possono sorpassare i confini. I grandi personaggi delle storie epiche di un paese sono anche parte della tradizione dell’altro paese.
La scelta del Salone del Libro permette che la lingua spagnola faccia anche un altro passo per attraversare confini e costruire dei ponti con cui creare un rapporto con lettori italiani. E questo passo, questo ponte, è costruito con il lavoro rigoroso dei traduttori letterari. Molte volte dimentichiamo che anche le grandi opere della nostra tradizione sono il risultato di traduzioni, di mediazioni tra una lingua e l’altra.
Allora: il Salone del Libro quest’anno ci propone di conoscere le tradizioni di paesi molto diversi tra loro, con storie che si intrecciano con la nostra, attraverso il lavoro paziente dei traduttori. Un vero e proprio gioco del mondo.