Tutti la conosciamo come modella, attrice, Miss Italia, valletta e produttrice.
In pochi conoscono il suo passato e la lotta che da tempo porta vanti come attivista contro la violenza sulle donne.
Sto parlando proprio di lei: Maria Grazia Cucinotta. Classe 1968 ha iniziato la sua carriera con Miss Italia per poi entrare nel mondo del cinema. Tutti la conosciamo per la sua bellezza e i suoi ruoli nei film. Ma in quanti sanno che a 20 anni ha rischiato una violenza da un uomo? Secondo i dati Istat le donne che in Italia subiscono una violenza fisica o verbale sono circa il 60%. Quindi quante donne conosciamo che possono essere dentro quel 60%? La nostra vicina di casa? La migliore amica di nostra figlia? Quante attrici, che magari critichiamo perché invidiose, posso aver ricevuto una violenza?
Maria Grazia Cucinotta ha raccontato la sua esperienza e quella di altre donne nel suo libro Vite senza paura pubblicato da Mondadori il 13 ottobre del 2020.
Di cosa parla Vite senza paura di Maria Grazia Cucinotta?
Maria Grazia Cucinotta è sempre stata in prima linea nella lotta alla violenza di genere, fino a fondare nel 2019 la onlus Vite senza paura, in cui collaborano molte professioniste, tra cui psicologhe, avvocati e magistrati. Ma quello che molti non sanno è che, prima di diventare una paladina, Maria Grazia è stata anche una vittima.
Aveva vent’anni, si era trasferita a Parigi e un giorno, nell’androne del palazzo in cui abitava, ha subito l’aggressione di un uomo. Si è salvata, quasi per miracolo, scappando nel suo appartamento. Come se non fosse abbastanza, quando ha denunciato il fatto alla polizia, si è sentita dire che doveva aspettarselo: la sua bellezza mediterranea lo aveva sicuramente provocato.
Quell’episodio, quelle parole, l’hanno segnata profondamente. Ha promesso a se stessa che, qualsiasi lavoro avesse fatto, nulla l’avrebbe distolta dall’obiettivo di chiedere giustizia per le donne vittime di violenza. Poco dopo è stata scelta per Il postino. Grazie al film, ha compreso che la fortuna di essere diventata popolare doveva essere un mezzo per dare voce a chi non ce l’ha, a tutte le persone che soffrono nell’ombra.
Da quel giorno Maria Grazia non si è più fermata. La sua battaglia personale si è intrecciata a quella di molte altre donne, vittime o combattenti. Passo dopo passo, unendo le forze e le menti, è nata la squadra di Vite senza paura, formata da donne coraggiose che si ribellano alla violenza psicologica e fisica e ai pregiudizi di cui è ancora tristemente impregnata la nostra società. E lottano perché non si chieda più a una vittima «com’era vestita», non le si dica che «l’ha provocato lei» o che «basta lasciarlo» e non si attribuisca mai la violenza al «troppo amore».
Ogni storia che ha incontrato, ogni donna che ha aiutato, ha permesso a Maria Grazia non solo di crescere e rafforzarsi, ma anche di scoprire le mille sfaccettature dell’abuso. Dalla sua esperienza nasce questo libro di denuncia, che contiene un messaggio di speranza: alla violenza non bisogna arrendersi, bisogna rispondere. E rispondere tante volte significa prevenire, educare le nuove generazioni, insegnare che l’amore, quello vero, non lascia lividi sulla pelle.
Cosa vuole lasciare Vite senza paura di Maria Grazia Cucinotta?
Le storie che racconto sono tutte a lieto fine. Con fatica, queste protagoniste e vittime sono riuscite a svincolarsi. Il mio allora è un libro di speranza.
Maria Grazia Cucinotta però pensa che:
C ‘è una battaglia da combattere e non la vinciamo da sole. Serve educazione a scuola. Serve un’alleanza tra donne perché la sorellanza non è sempre reale. Le donne possono essere cattivissime con le altre donne. Servono leggi capaci di garantire giustizia contro le violenze, gli abusi, i maltrattamenti. Che colpiscono tutte, senza differenza di classe sociale o di istruzione.
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