Sei interessato al mondo dei libri e della traduzione? Vuoi diventare traduttore editoriale? Allora sei nel posto giusto. In questo articolo ti darò alcuni consigli da poter usare per inseguire il tuo sogno o per trovare una valida alternativa per sfruttare i tuoi studi e le tue conoscenze.
Chi è il traduttore editoriale
Il traduttore editoriale è una delle figure professionali più importanti nell’ambito dell’editoria e fondamentalmente svolge un doppio ruolo: traduttore di testi ed editor. Innanzitutto questa figura ha il compito di tradurre un articolo, un romanzo o un libro da una lingua all’altra ed inoltre deve dare un tocco personale allo stile senza allontanarsi troppo dal significato del testo.
Adesso dobbiamo distinguere tra traduttore letterario e traduttore editoriale, due termini che pur presentando molte convergenze hanno delle sottili differenze:
- I traduttori letterari sono i professionisti che traducono romanzi oppure opere letterarie di autori affermati;
- I traduttori editoriali sono i professionisti che traducono guide turistiche o contenuti non riconducibili ad autori e scrittori conosciuti.
Entrambi i lavori però rientrano nel mercato editoriale e quindi ricadono nella legislazione del diritto d’autore. Inoltre un traduttore editoriale, a differenza del traduttore letterario, non deve seguire determinati percorsi o conseguire titoli di studio ma sicuramente riuscire a tradurre anche un romanzo rappresenta un’ulteriore freccia nel proprio arco.
Le differenze sono più teoriche che pratiche ma è una distinzione che comunque esiste nel mondo della traduzione e che quindi va sottolineata.
Come si diventa un traduttore
Per fare questo mestiere non è necessario essere in possesso di una laurea specifica, anche se un percorso universitario in ambito linguistico e un master post laurea possono essere una valida carta in più da giocare. Per diventare traduttori esistono anche altre strade più econimiche da affrontare.
Bisogna “saper leggere”, amare la lettura e anche avere una buona capacità di scrittura. È ovviamente fondamentale conoscere bene la lingua dalla quale si traduce e bisogna poi conoscere alla perfezione la lingua in cui si traduce. È necessario avere voglia di concentrarsi sulle singole parole, fare ricerche terminologiche, lavorare sul testo con pazienza e accuratezza.
Orientatevi sulla lingua che più vi appassiona, senza fare troppi calcoli, e non state eccessivamente a sentire coloro che dicono “il cinese è la lingua del futuro”, oppure “se vuoi trovare lavoro studia l’arabo”. L’unica verità consolidata è che senza passione di strada se ne fa davvero poca.
I corsi di formazione
Un corso di formazione è comunque un’ottima palestra, e soprattutto permette di entrare in contatto con i professionisti del mondo editoriale. Per trovare, tra le decine di corsi pubblicizzati, quello più utile, affidati a corsi che rientrano in un programma stabile di formazione continua e che vengono tenuti ogni anno.
Piuttosto che inondare di curriculum tutti gli editori presenti sul territorio nazionale, c’è un’altra soluzione più intelligente. Scovate un testo non ancora tradotto in italiano, verificate che i diritti siano negoziabili, e inviate a un editore la vostra traduzione del primo capitolo (se non è lunghissimo) e di qualche altro brano particolarmente interessante.
In alcuni casi un buon curriculum può tuttavia fare colpo, e allora agenzie di traduzione o case editrici vi proporranno una prova di traduzione. Per queste prove solitamente dovrete lavorare su un testo di 15.000 battute. Attenzione, perché a volte le prove rischiano di trasformarsi in lavori non pagati e poco più.
Iniziare a lavorare
Per iniziare ad entrare in questo mondo, inizialmente, ci si può appoggiare a della agenzie di traduzioni. Queste sono utili, perché si impara a gestire un progetto dall’inizio alla fine e si lavora a stretto contatto con chi fa il mestiere si traduttore da anni.
Solo in seguito, se si pensa di avere davvero la stoffa e soprattutto se si ha la non comune capacità di pubblicizzare al meglio le proprie capacità, si può pensare di intraprendere il mestiere come freelance.
Traduttore editoriale: le difficoltà del mestiere
Il traduttore editoriale, come fa notare Espresso Translations, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, non ha ancora le riconoscenze che gli spettano.
Infatti, è forse il settore più complesso in cui cimentarsi quando si diventa traduttori. Lo stipendio è basato sul numero di cartelle, cioè la traduzione di duemila battute, il cui prezzo va dai 10 euro ai 25 (solo se si è già esperti certificati).
In realtà, molto spesso ci si potrà imbattere in stipendi ancora più bassi, perché la lunghezza non è tutto: dobbiamo considerare anche la difficoltà del testo da tradurre e le tempistiche richieste.
Sono una traduttrice editoriale dall’inglese e dal francese. A seguito della crisi, della guerra e di ogni possibile e immaginabile accidente, ho visto assottigliarsi sempre più fin quasi a sparire i miei committenti, che ormai pubblicano pochissimo libri (tradotti) l’anno. Sto scandagliando il web e tutti i miei contatti alla ricerca di lavoro, ma trovo sempre le stesse cose: lunghi articoli che spiegano “come diventare traduttori”, un’infinità di “distinguo” per i vari settori della traduzione, una platea di agenzie che cercano traduttori nelle (nuove) lingue più strane, ma se hai all’attivo un paio di centinaia di libri tradotti e un’esperienza più che ventennale, se hai tradotto libri di ogni possibile argomento, dall’esoterismo all’equitazione alla storia alle scienze naturali alle più varie branche della medicina, nel momento in cui i tuoi editori di riferimento ti mollano e non hanno nemmeno più un badget per pagare i traduttori (che ricevono il dovuto solo se le librerie vendono…), puoi anche morire pazzo. A me, almeno, accade questo. Quindi grazie per tutte le elucubrazioni sul meraviglioso mestiere del traduttore. Meraviglioso lo è, ma diteci piuttosto come e dove cercare, perché qui il futuro è nero…