Cosa vi viene in mente quando si parla di Gerry Scotti?
L’omone grande e sorridente, il volto della televisione italiana che ci intrattiene da anni con la sua simpatia, spontaneità e leggerezza, il conduttore televisivo che tutti ricordano anche per la sua genuinità nel sapersi emozionare persino davanti a svariate milioni di persone…questo e molto altro è quello che tutti ormai amano chiamare zio Gerry.
E ora, da qualche settimana, Gerry Scotti è diventato anche scrittore. Il suo libro Che cosa vi siete persi, edito da Rizzoli, ha conquistato sin da subito l’interesse del pubblico.
Eppure, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da un personaggio pubblico che da anni ormai cavalca l’onda del successo, questa non è la semplice e scontata biografia di un vip televisivo qualunque.
Al contrario! Con la sua consueta eleganza ed umiltà, lo zio Gerry sacrifica i fasti della sua carriera e ci racconta di un’Italia che non esiste più, condividendo oggetti semplici in grado di rievocare ricordi e sensazioni che, forse, avevamo dimenticato.
Preparati, quindi, ad un viaggio lungo il viale dei ricordi. Un viaggio che non affronterai da solo ma con la compagnia proprio dello zio Gerry!
Che cosa vi siete persi – sinossi
Che cosa vi siete persi ci ricorda con queste pagine Gerry Scotti, uno dei protagonisti più amati della tivù, che ci accompagna in un viaggio affascinante ed emozionante sul filo della memoria, alla ricerca di emozioni che appartengono a tutti noi e che sono ancora presenti, non solo nei nostri ricordi.
Oggi la società moderna è sempre più frenetica e tecnologica. Gli oggetti che ci circondano sono sempre più sofisticati, ma spesso sono anche più impersonali. Gli oggetti del passato, invece, hanno un sapore di autenticità, sono legati a storie e ricordi che ci appartengono.
Quando guardiamo un vecchio giocattolo, un vestito o un libro, non vediamo solo un oggetto, ma anche un pezzo della nostra vita. I ricordi sono potenti e possono evocare emozioni forti, possono farci sorridere, farci piangere, farci sentire felici o tristi.
E gli oggetti del nostro passato sono come custodi della nostra memoria: ci aiutano a mantenere viva la nostra storia, a non dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
Questo libro è un viaggio nei momenti che hanno segnato il nostro passato recente: oggetti, canzoni, luoghi, eventi, aneddoti… ci racconta un mondo in cui per telefonare si doveva cercare una cabina telefonica (e recuperare i gettoni necessari per fare la chiamata), quando si poteva andare in auto senza cinture di sicurezza (e non esistevano i «punti» della patente, i limiti di velocità in autostrada, le zone a traffico limitato con telecamere, e il casco obbligatorio per i motocicli), quando si faceva la spesa nella bottega sotto casa e a scuola si andava con la cartella.
Con il garbo e l’ironia che lo contraddistinguono, il crononauta sentimentale Gerry Scotti ci fa salire sulla sua macchina del tempo e riporta alla luce oggetti e ricordi che fanno parte della vita di tutti noi e che, ancora oggi, sono in grado di regalarci un sorriso.
L’importanza di ricordare
I ricordi, sembra volerci dire Gerry Scotti, sono una parte importante nella nostra vita. Non si tratta di semplici memorie, confinate in un angolino della nostra mente e destinate a prendere polvere e sbiadire col passare del tempo.
Sono reali, sono oggetti, persone, luoghi, persino odori e sapori! Sensazioni in grado di catapultarci in un altro tempo in cui la nostra vita era diversa. Sono «nutrimento per la nostra mente» come dice lo zio Gerry.
Un cibo prezioso dal sapore non sempre dolce, ma che ci aiutano ad affrontare un futuro che è sì imperscrutabile ma che appare meno incerto se ci ricordiamo di quante cose abbiamo già vissuto, toccato e sperimentato.
L’importante, sottolinea Gerry Scotti, è che i ricordi «da una certa età in poi, non si tingano di appiccicosa nostalgia o stucchevole malinconia». Perché, come ricorda l’autore di Che cosa vi siete persi citando Enzo Ferrari «Vecchi si diventa solo quando i ricordi prendono il posto dei sogni».
E così in Che cosa vi siete persi assistiamo ad un altalenante viaggio tra passato, presente e futuro scandito da oggetti e sensazioni familiari per alcuni e sconosciuti per altri, un viaggio dove i ricordi di Gerry innescano anche i ricordi del lettore.
Un gioco di specchi e di rimandi che offre al lettore non solo la possibilità di conoscere meglio la vita di quello che è uno dei volti più amati della televisione italiana, ma anche di un’Italia ormai lontana, tanto distante nel tempo che alcuni, in effetti, non hanno potuto conoscere.
Con uno stile fluido, scorrevole che non rinuncia a quell’ironia, simpatia e sensibilità che è il punto di forza del conduttore, Gerry Scotti ci fa scoprire i lati più nascosti della sua storia e, allo stesso tempo, ci spiega “cosa ci siamo persi” dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta.
Un viaggio imperdibile, per certi aspetti anche necessario, che Gerry Scotti ci invita a fare nelle pagine bianche poste a conclusione del libro, dove ognuno è libero di raccontare quegli oggetti, quei momenti della propria storia che altri si sono persi.
Ti lascio, dunque, caro lettore, con le parole che lo zio Gerry ci dedica nell’introduzione di Che cosa vi siete persi:
È anche vero che i ricordi sono ancora più belli quando si tratta di sogni realizzati e a tutti noi, chi più chi meno, nella vita questo sarà capitato. Sappiamo quanto la nostra mente sia una macchina meravigliosa, al punto che nemmeno l’intelligenza artificiale, di cui tanto si discute, neanche il più potente dei computer possono provare a superarla. Sì, perché noi i ricordi riusciamo a immagazzinarli sotto varie forme: legati alle persone, ai luoghi, a determinati periodi, agli anni… A volte le memorie, dispettose, si confondono tra di loro, però rimangono lì, in qualche cassetto della nostra mente. Dobbiamo solo avere la pazienza di metterle a posto, come facciamo con le bollette.