In questo articolo di Libri dalla Storia parleremo di Scimmiotto, il protagonista de Il viaggio in Occidente, uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese.
La trama de Il viaggio in Occidente
Pubblicato anonimo verso la fine del ’500, Il viaggio in Occidente è tradizionalmente attribuito a Wu Cheng’en, scrittore cinese della dinastia Ming.
All’inizio dell’opera, l’autore racconta la giovinezza del re scimmia Sun Wukong (conosciuto anche, nelle traduzioni italiane, con il nome di Scimmiotto), il quale ottiene da un saggio taoista l’abilità di trasformarsi in 72 forme differenti e di volare su una nuvola. Invece di usare questi poteri per fare del bene, Sun Wukong li sfrutta per sbaragliare i nemici e per entrare in possesso di varie armi magiche, tra cui un bastone che si rimpicciolisce e si allunga a dismisura secondo la sua volontà.
Queste sono solo le prime di numerose, irriverenti avventure di Scimmiotto, che arriva perfino a intrufolarsi nel giardino del sovrano del paradiso taoista – l’Imperatore di Giada – e a cibarsi delle sacre Pesche dell’Immortalità (azione, ovviamente, proibitissima). L’Imperatore, furioso, lo fa catturare e lo condanna a morte, ma la pena non può essere somministrata perché, mangiando le Pesche, Sun Wukong è divenuto immortale. L’imperatore decide quindi di chiedere aiuto al Buddha, il quale riesce a imporsi sull’arrogante scimmia e a imprigionarla dentro un’immensa montagna per cinquecento anni.
E’ solo a questo punto che inizia la storia vera e propria, ambientata nel VII secolo: il monaco Sanzang deve recarsi in India per procurarsi i testi che contengono gli insegnamenti buddhisti, affinché l’Imperatore della Cina possa diffonderne il messaggio in patria. Lo accompagnano il maiale Zhu Wuneng, il demone fluviale Sha Wujing e un cavallo che è, in realtà, un principe drago sotto mentite spoglie. A loro si aggiunge anche Scimmiotto che, non appena liberato dalla prigionia, prova immediatamente a fuggire, ma viene ricondotto all’ordine grazie a un diadema magico del monaco. A questo punto la scimmia si rende finalmente disponibile (benché non proprio di sua spontanea volontà) a mettere i propri poteri al servizio del bene e della religione: il viaggio può cominciare. Buona parte delle vicende che seguono sono incentrate sulle rocambolesche vicissitudini della comitiva (causate in buona parte dall’ingenuità del monaco, che si mette ripetutamente nei guai) la quale, dopo quattordici anni di pellegrinaggio, riuscirà a arrivare in India e a ottenere i testi sacri del canone buddhista. Giunti al cospetto di Siddhartha, i protagonisti del viaggio riceveranno, tutti, l’illuminazione, e ciascuno di loro diventerà ciò che, da sempre, era destinato a essere.
L’anti-insegnamento di Sun Wukong
Per cinquecento anni Scimmiotto ha affascinato gli studiosi di letteratura di tutto il mondo. Si ritiene che il personaggio prenda l’ispirazione da altri leggendari primati della cultura orientale, come ad esempio il re scimmia Hanuman, uno dei principali aiutanti di Rama che compaiono nell’epopea indiana del Ramayana. Ciò che conta, però, non è tanto rintracciare le fonti da cui deriva il personaggio di Scimmiotto, quanto soffermarsi sull’interpretazione sottesa all’opera.
Il simbolismo nascosto nelle rocambolesche vicende de Il viaggio in Occidente è facile da cogliere, almeno a un primo grado: così come l’Imperatore di Giada deve ricorrere all’aiuto del Buddha per imprigionare Scimmiotto, allo stesso modo, nella Cina del XVI secolo, l’antico sistema di valori del taoismo deve lasciare il posto agli insegnamenti di Siddhartha.
Più interessante, tuttavia, è notare la prospettiva da cui tale avvicendamento di credenze viene presentato. Il lettore è infatti invitato a superare gli insegnamenti del taoismo sperimentando in prima persona gli errori di Scimmiotto, il quale non risulta un personaggio intrinsecamente malvagio (come sarà confermato dalla sua illuminazione finale). L’unico suo sbaglio fu infatti quello di essere mal guidato, attraverso il suo percorso terreno, dai precetti di una religione – si ricordi che i poteri di Scimmiotto gli derivano dall’incontro con un monaco taoista – che viene vista, dall’autore del libro, come ormai superata. Sarà solo rispecchiandosi negli errori di Sun Wukong, insomma, che il lettore potrà avvicinarsi all’ammaestramento del Buddha.
Edizioni antiche e opere moderne ispirate alla figura di Scimmiotto
Il viaggio in Occidente è stato più volte tradotto in italiano, ma spesso tali traduzioni sono parziali (e sovente si arrestano alla fine della prima parte, quando Scimmiotto viene imprigionato all’interno della grotta). Un’ottima edizione integrale è quella pubblicata da Luni nel 2014, ancora disponibile sul mercato.
Per chi invece volesse accostarsi alla figura di Sun Wukong con l’aiuto di rifacimenti moderni, si consigliano il fumetto di Milo Manara Lo scimmiotto, attraversato da impegno politico e da una soffusa vena di erotismo (entrambe le caratteristiche assenti nell’opera originaria); il libro per bambini Kai e il Re Scimmia di Joe Todd-Stanton; così come il cartone animato The Monkey King, uscito nel 2023 e attualmente disponibile su Netflix.
A conclusione di questa panoramica non resta che menzionare, tra tutte le rielaborazioni contemporanee de Il viaggio in Occidente, quella in assoluto più familiare al lettore italiano: dal personaggio del re Scimmia prende spunto infatti la figura di Son Goku (che tra l’altro è il nome giapponese di Sun Wukong), protagonista del celebre manga Dragon Ball.