In questo articolo di Libri dalla Storia parleremo di un personaggio le cui gesta eroiche sono note a tutti, ma di cui forse è meno famoso il tragico destino che ne ha segnato la fine: il cavaliere della tavola rotonda Lancillotto del Lago.
La trama del Lancillotto-Graal
Per la prima volta è stato tradotto in italiano (Einaudi, collana I millenni) il ciclo di romanzi in antico francese conosciuto con il titolo Lancillotto-Graal. Il testo, composto nel XIII da un autore (o da più autori) di cui ignoriamo il nome, è suddiviso in sei parti:
- Storia del Santo Graal, in cui viene narrato il percorso che porta il Graal fino in Gran Bretagna.
- Romanzo di Merlino, dove si racconta la nascita del mago e l’incoronazione del giovane Re Artù.
- Seguito del Merlino, sulle difficoltà di Artù nei primi anni del suo regno, messo alla prova dai baroni ribelli e dalle invasioni dei Sassoni.
- Lancillotto, la parte più ampia (circa la metà dell’opera), dove si affrontano diverse tematiche relative alle avventure di Lancillotto e di altri cavalieri della Tavola Rotonda.
- Ricerca del Santo Graal, in cui i cavalieri partono, appunto, alla ricerca del Graal, che verrà ritrovato da Galaaad, figlio di Lancillotto.
- Morte di Re Artù, dove appunto il magico mondo arturiano si sfalda definitivamente.
Il Lancillotto-Graal è un’opera eccezionale, una delle più importanti del Medioevo europeo, che nel corso dei secoli ha esercitato un grande influsso sull’Occidente. E’ proprio a partire da quest’opera che hanno preso vita, nell’immaginario collettivo, le vicende relative alle storie di Merlino, l’ascesa al trono di Re Artù, la comparsa magica della mitica spada Excalibur, la creazione della Tavola Rotonda e le gesta dei cavalieri che affollavano la corte arturiana: Galvano, Keu, Perseval, ma soprattutto Lancillotto, protagonista indiscusso della parte centrale dell’opera.
Segretamente innamorato di (e corrisposto da) Ginevra, moglie del suo sovrano, Lancillotto si lancia a capofitto in una serie di leggendarie gesta cavalleresche, guidato e sorretto dalla forza di Amore che gli permette di portare a buon fine anche le imprese all’apparenza più ardue.
Nella parte conclusiva dell’opera (quella contenuta nel quarto e ultimo volume della serie, uscito da pochissimo in libreria) re Artù indice la ricerca del leggendario Graal. Non sarà però Lancillotto – macchiatosi del peccato di un amore adulterino – a venirne a capo, bensì suo figlio Galaad, forte come il padre ma puro e senza macchia. In seguito, Artù scopre la relazione clandestina tra il cavaliere e sua moglie, e a questo punto si instaura una catena di eventi che condurrà alla battaglia che metterà fine, per sempre, alla corte arturiana.
La forza ambigua dell’amore
Come si è avuto modo di notare durante la lettura della trama, l’amore (anzi, Amore, personificato) gioca un ruolo ambiguo in relazione a Lancillotto. Se, infatti, il cavaliere riesce a portare a termine le imprese che lo hanno fatto entrare nella leggenda (la conquista della Dolorosa guardia, il passaggio del Ponte della spada…) è proprio grazie alla forza che gli viene dall’innamoramento per la Regina.
Al tempo stesso, però, ciò che determina il suo perfezionamento come cavaliere non solo non è sufficiente, ma addirittura è di ostacolo alla sua elevazione in quanto cristiano. La relazione clandestina con Ginevra – e, soprattutto, la sua decisione di non terminarla neppure in seguito ai rimproveri dei monaci che incontra sul suo cammino – lo renderà impuro, inadatto a ricevere la grazia divina della rivelazione del Sacro Graal.
L’anonimo autore, o meglio, gli autori di quest’opera ci mettono in guardia – in una maniera tanto più sottile in quanto estremamente vicina alla sensibilità moderna – dal valutare la realtà con un unico metro di giudizio. Ciò che, visto in una determinata ottica, fortifica e rende migliori, se considerato da un altro punto di vista può rivelarsi un impedimento (decisivo, nel caso del nostro eroe) per la realizzazione dei propri ideali.
Consigli di lettura: opere medievali e moderne su Lancillotto
Per chi non ha paura di affrontare letture impegnative, il primo consiglio di lettura è sicuramente Artù, Lancillotto e il Graal, pubblicato in quattro volumi tra il 2020 e il 2024 da Einaudi (collana I millenni) La traduzione è fedele all’originale ma, al tempo stesso, adattata a un pubblico contemporaneo, e un ricco apparato di note chiarisce i punti più oscuri per il lettore moderno.
Se invece preferite un’opera antica, ma più snella, un ottimo punto di partenza è Il cavaliere della carretta, di Chrétien de Troyes, in cui viene approfondito un singolo episodio dell’amore tra Lancillotto e Ginevra, quello del cavaliere che, alla ricerca dell’amante rapita, esita (“di due passi”) nel salire su una carretta che avrebbe portato infamia a tutti coloro che vi fossero montati sopra. Questa singola pecca del protagonista nei confronti di Ginevra gli sarà da lei rimproverata con ferocia, perché sarà la dimostrazione che il loro amore non era puro, immacolato ma, anch’esso, imperfetto come tutte le cose del mondo.
Infine, tra i numerosi riadattamenti moderni del ciclo arturiano, merita un elogio particolare il romanzo Il mago M., di René Barjavel (tradotto in italiano per i tipi de L’Orma Editore), che riscrive la storia del Lancillotto-Graal con attenzione e fedeltà per il testo antico ma, allo stesso tempo, in un modo che risulta più facile e “digeribile” per un lettore contemporaneo.