Piemonte una regione da amare
Caro iCrewer come sai ho già dedicato qualche articolo alla mia regione ovvero il Piemonte.
Ti ho, ad esempio, parlato del piccolo comune di Omegna che si affaccia sul Lago D’orta, un vero gioiello. Questo paese ha ospitato lo scrittore Gianni Rodari e ogni anno celebra l’autore con un evento a lui dedicato dal nome Festival Rodari e quest’anno commemora il centenario della nascita di Rodari.
Oggi ti racconterò qualcosa che forse non sai sulla mia amata regione. Credo che un articolo che tratti il Piemonte non può non parlare del suo simbolo, un monumento conosciuto in tutto il mondo e che io ho studiato per poter scrivere il terzo dei romanzi contenuti nella saga Le Gemme dell’Eubale, il suo titolo è Eros. Sto parlando della celebre Sagra di San Michele.
La Sagra di San Michele, Val di Susa, Torino, Piemonte.
La Sagra di San Michele sorge per la precisione sul monte Pirchiriano. La data di costruzione dell’edificio è incerta, si parla del 996, ma anche di una data compresa tra il 999 e il 1003. Il nucleo principale dell’edificio è composto dalla celebre Abbazia che si dice avrebbe ispirato niente meno che In nome della Rosa di Umberto Eco. Ad essa nel corso dei secoli si sono aggiunti: la Foresteria, il Monastero Nuovo, la Nuova Chiesa e la torre della Bell’Alda.
Quello per cui la Sagra di San Michele è conosciuta in tutto il mondo e argomento che tratto nel libro che ti ho già citato è la celeberrima e misteriosa linea magica di San Michele. L’edificio sarebbe una delle basiliche dedicate al culto dell’Arcangelo Michele; se si osserva una piantina si può notare che questi luoghi sacri sono disposti lungo una linea immaginaria e sono: il Mont Saint Michel, situato in Francia nella regione della Normandia, la Sacra di San Michele appunto e il Monte Sant’Angelo in Puglia. La cosa più curiosa di tutte, e che mi ha sempre affascinata, risiede nel fatto che i luoghi sacri dedicati a San Michele si trovano a 1000 chilometri di distanza l’uno dall’altro e se la linea viene prolungata in linea d’aria essa si trova a passare a sud sopra Il Monastero di San Michele Arcangelo che si trova a Symi in Grecia e Il Monastero del Monte del Carmelo, Israele presso Gerusalemme; mentre a nord sopra St Michael’s Mount, in Cornovaglia e poi prosegue fino all’isola di Skellig Michael in Irlanda.
Questi sono gli studi da me compiuti per scrivere Eros, caso vuole che io stia scrivendo un altro componimento di genere fantascientifico e distopico e che esso sia ambientato sempre in Piemonte. Le mie ricerche, ancora in corso, si sono spostate verso un altro paese di questa regione e precisamente su di un Castello: il Castello di Cavagliano.
Il Castello di Cavagliano
Questa storia che vedrà pubblicazione tra qualche anno e di cui non ti parlerò, è ambientata presso il comune di Cavagliano che è una frazione di un paese poco più grande dal nome di: Bellinzago Novarese.
Questo castello ha attirato la mia attenzione, perché è un luogo carico di mistero ed estremamente affascinante, personalmente ci sono molto affezionata dato che ero solita recarmi da bambina, nella piscina di questo edificio per trascorrere in tranquillità i miei pomeriggi.
Come puoi vedere nell’immagine il Castello di erge imponente in cima a una collinetta. La prima citazione dell’edificio risale al 1151. Inizialmente l’edificio rispondeva alla necessità di difesa ed offesa del feudo, mentre a partire dal XVII secolo questa struttura si è trasformata in residenza signorile.
Delle mura di mattoni rossi circondano il perimetro del Castello. Esse sono ancora ben conservate e visibili lungo la salita che conduce alla chiesa, in cui vengono tuttora celebrate le funzioni. Un libro in cui si parla di tutto ciò, è La Marchesina di Bellinzago, Carlo Calterra, Officina delle Quarantadue righe Editore, Oleggio, 2002.
Un’altro argomento che sto studiando sempre per scrivere questa storia risiede nella natura stessa del Piemonte: i suoi luoghi, i suoi ampi spazi, insomma la meraviglia che mi circonda. Durante quest’estate mi sono recata presso il canyon degli Orridi di Uriezzo.
Non so se lo sai, ma in Piemonte è presente un vero e proprio Canyon, non sono impazzita, guarda un po’.
Gli Orridi di Uriezzo
Il Piemonte è una regione prevalentemente montuosa e le montagne non sono solo un luogo in cui le piste da sci fanno da padrone o dove si può andare a fare le terme, tracking o tranquille passeggiate alla ricerca di funghi e castagne. Nascosti nelle montagne Piemontesi ci sono dei veri e propri canyon.
Si trovano per la precisione in Valle Antigorio, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola e sono una serie di gole scavate nel granito da dei torrenti provenienti dal Ghiacciaio del Toce che ormai si sono prosciugati. Questo prosciugamento permette di entrare all’interno delle gole e di percorrerle a piedi.
Dato che ho parlato del Ghiacciaio del Toce, voglio citarti un altro luogo veramente meraviglioso, le Cascate del Toce, sono tra le cascate più alte di Europa e si possono raggiungere in auto, ma io sono solita andare a visitarle in moto.
Ci sono tantissime altre cose che vorrei dirti riguardo il Piemonte. La mia regione, un po’ come tutte le nostre regioni italiane è ricca di storia, di leggende e di tradizioni.
Proprio due di queste tradizioni voglio almeno citarti, ciò che mi rende fiera di essere Piemontese è in primo luogo la vendemmia che tutti gli anni si rinnova e ci dona dei vini così pregiati da essere conosciuti in tutto il mondo. A riguardo celebre è la festa dell’uva di Borgomanero che mi manca e non vedo l’ora di poter rivedere.
La Festa dell’Uva nasce nel 1934 ed è annoverata tra le più vecchie celebrazioni dedicate alla vendemmia. La sagra accoglie un numero sempre maggiore di spettatori e ospiti. Elemento centrale della fiera è la sfilata dei carri allegorici e con tema la vendemmia, che avviene lungo i corsi principali della città nella seconda domenica di settembre. Segue poi il Palio degli Asini, durante il quale i rioni cittadini si sfidano per guadagnarsi il trofeo e infine la tapulonata che raccoglie, lungo le vie cittadine, un grande numero di persone che si ritrovano per gustare il piatto tipico di Borgomanero. Non mancano i momenti dedicati ad eventi letterari.
Secondo elemento che mi è a cuore consiste nella pratica dell’apicoltura, a cui mi sto molto interessando. Mi è capitato infatti, durante le mie camminate, di imbattermi in curiose cassette e ho scoperto così che quelle erano niente meno che piccole abitazioni abitate da tantissime api.
Presso l’Alpe Devero ho potuto assaggiare varie tipologie di miele, scoprendo che il Miele di Castagno non mi piace, perché ha un gusto agro dolce, mentre adoro il dolcissimo Miele di Acacia, una vera prelibatezza è il Miele di Rododendro.
Come è difficile il mestiere dello scrittore, vero?
I miei studi a riguardo proseguono, ma a questo punto ti rimando a quelli che saranno i miei nuovi scritti che arriveranno e parleranno di tutte queste nostre preziose tradizioni.