Quella di Cenerentola è, forse, una delle fiabe per eccellenza. Ci sono magia, speranza, difficoltà che conducono a un futuro migliore e l’immancabile lieto fine fiabesco. Senza dimenticare quella che potremmo definire come seconda protagonista della storia: la scarpetta di cristallo, la favolosa e minuscola calzatura (e pure parecchio scomoda, secondo me) che guida il principe azzurro nella ricerca della sua amata.
Esistono varie versioni delle vicende di Cenerentola, da Perrault ai fratelli Grimm; tuttavia io farò riferimento a quella trascritta da questi ultimi nel loro Le fiabe del focolare – perchè è quella che ho letto.
A grandi linee, senza svelare immediatamente le differenze tra la versione su carta e quella su video della Disney (perchè se parliamo di riproduzioni in altri media, i film di animazione e live action Disney la fanno quasi sempre da padroni, almeno nella nostra cultura), viene narrata la storia di una povera fanciulla, bistrattata da matrigna e sorellastra. Ella è costretta a fare la serva in quella che è a tutti gli effetti la casa di suo padre, e a dormire tra la cenere – da qui il nome, Cenerentola.
Tutto cambia quando da palazzo arriva l’invito per un ballo molto speciale: quello in cui il principe sceglierà la sua sposa. E visto che tutte le ragazze del regno sono state invitate, ci andrà di sicuro anche Cenerentola, no? Ovviamente no; sia mai che la sua bellezza e la sua grazia innata mettano in ombra le sorellastre!
Per fortuna, però, la magia corre in soccorso della dolce fanciulla, vestendola a festa e spedendola al ballo. Manco a dirlo, è amore a prima vista tra Cenerentola e il principe; principe che è così invaghito di lei da custodire gelosamente l’unico ricordo che gli rimane della misteriosa ragazza, dopo la fuga di lei dal ballo: una scarpina di cristallo.
Inizia quindi la ricerca: ogni ragazze nubile dovrà provare la scarpa; il principe sposerà colei a cui calzerà alla perfezione. Non si faticano a immaginare le file infinite di pretendenti, visto il glorioso premio in palio, e le sorellastre non sono di certo da meno. Ancora una volta Cenerentola viene esclusa dalla prova, ma poi, grazie all’aiuto di preziosi amici, riesce a indossare la scarpina e a sposare il principe.
Cenerentola: topini cantanti o colombe parlanti?
Come anticipato prima, il confronto sarà tra versione dei fratelli Grimm di Cenerentola e le opere Disney – d’animazione e live action (uno dei miei preferiti, tra l’altro).
Il primo, importante aspetto che differenzia carta e immagine è che il padre di Cenerentola è ancora vivo e vegeto nella versione tedesca del racconto, anzi, lui stesso tenta di precludere alla figlia la possibilità di provare la scarpetta, perchè come potrebbe essere lei, sudicia e misera, la bellissima principessa con cui ha danzato il principe? Che le sorellastre e la matrigna siano spregevoli son d’accordo tutti, ma nelle versioni moderne, invece, il genitore della fanciulla non è pervenuto (e in questo modo può rimanere il padre amorevole che ha sempre amato la propria bambina).
Un’altra, grande, particolarità della fiaba è racchiusa nel numero tre: tre sono i piatti di lenticchie che la matrigna rovescia nella cenere – se la ragazza riuscirà a raccogliere fino all’ultimo legume, potrà andare al ballo; e tre sono anche le sere in cui Cenerentola e il principe s’incontrano a palazzo e danzano insieme per tutta la notte – la scarpina viene smarrita solo la terza sera quando il principe, stanco di farsi sfuggire la sua bella, cosparge le scale di pece, e una delle due calzature vi rimane appiccicata.
Infine, la grande, grandissima assente in Le fiabe del focolare è la fata madrina: niente Fata Smemorina e Bididi budidi bù, ma un uccellino perennemente appollaiato sul rampo dell’albero di noce che Cenerentola ha piantato affianco alla tomba della madre. È lui ad ascoltare le sue preghiere e soddisfare i suoi desideri – splendidi vestiti per il ballo compresi.
Non mancano di certo i particolari macabri – le sorellastre si tagliano i piedi per entrare nella scarpina, e le due colombelle parlanti che svelano al principe l’inganno delle due, finiscono anche per cavare loro gli occhi, quando si presentano al matrimonio della sorella, per cercare di’ingraziarsela – ma la loro presenza è ormai data per scontata, quando ci si appresta a leggere qualcosa dei Grimm.
Ci sono, però, anche delle somiglianze. Nel live action del 2015, prima di morire, la madre di Cenerentola le raccomanda di essere “buona e gentile“, parole molto simili a quelle che compaiono nella fiaba tradizionale. Non bisogna poi dimenticare che, a differrenza del film di animazione del 1950, nel live action Cenerentola e il principe s’incontrano e si parlano più di una volta, il che si può assimilare alle tre serate di ballo di cui sopra (senza contare che finalmente viene introdotto un sentimento amoroso che si sviluppa nel tempo, e che non esplode semplicemente in un istante).