Caro iCrewer, spero ti sia piaciuto l’articolo di mercoledì scorso sui libri ambientati in Puglia. Oggi andiamo al nord, in Valle D’Aosta.
E iniziamo subito con un libro che ne racconta le montagne: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Gran Paradiso e il Monte Cervino, che racchiudono paesaggi meravigliosi, con boschi, laghi alpini, ghiacciai.
Si tratta di Il Pastore di Stambecchi. Storia di una vita fuori traccia, di Louis Oreiller con Irene Borgna, editore Ponte alle Grazie.
Finalista al Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi 2019.
Nella sua valle, sa il carattere di ogni canalone, di ogni balza di roccia. Riconosce le volpi, i camosci, le vipere, i gipeti. Può chiamare per nome ogni valanga.
La montagna per Luigi Oreiller non è una sfida, né una prestazione. È la sua casa di terra e di cielo, un orizzonte a cui appartenere.
Luigi nasce nella povertà e cresce con la guerra. Valdostano ma “anche” italiano, trascorre i suoi 84 anni a Rhêmes Notre Dame, venti comignoli rubati alla slavina al fondo di una valle stretta e dal fascino selvatico, su un versante Parco del Gran Paradiso sull’altro riserva di caccia. Da ragazzo, armato dalla fame, è cacciatore, contrabbandiere, manovale. Quando diventa guardiaparco e poi guardiacaccia, cambia sguardo. Dietro le lenti del cannocchiale, nelle lunghe solitarie giornate di appostamento ai bracconieri, diventa il signore delle cenge, segue il volo delle aquile e sperimenta un qualcosa di molto simile all’amore. Stagione dopo stagione, trasforma gli alberi in sculture, “scava” tassi e marmotte, parla con i cani, le mucche, le galline. A volte anche con gli uomini.
Quello di Oreiller è un mondo ormai perduto, travolto da una modernità senza pazienza, da un fiume di gente che torna ma non resta. Eppure, nei suoi occhi, nelle sue mani nodose e forti, tutto ha ancora memoria e lui ha memoria di tutto. Le sue parole, consegnate a chi, come Irene Borgna, le sa ascoltare, conducono lontano, fuori traccia, tra valichi nascosti. E segnano il tempo, come gli anelli di un tronco, come i cerchi sulle corna di un vecchio stambecco.
Andiamo poi in città, ad Aosta, capoluogo di regione. E lo facciamo con una nuova uscita: Innamorarsi per le vie d’Aosta di Daniela Perelli, Tulipano Edizioni, disponibile dal 18 marzo 2020.
L’autrice è responsabile della collana rosa Un cuore per cappello e autrice di libri di ricette, romance contemporanei, racconti e novelle con ambientazione storica, ha pubblicato tramite il self publishing, autrice per la Collana Floreale, ed ex autrice Rizzoli per la collana You Feel.
E’ un romanzo rosa che parla di sensazioni, profumi, sapori, che possono diventare una medicina per l’anima.
Sole vive ad Aosta, porta avanti la piccola bottega dei profumi che, molti anni prima, i suoi nonni avevano aperto durante un periodo difficile della loro vita. Tutto sembra perfetto per Sole, fino a quando il suo fidanzato decide di lasciarla dopo che lei, con felicità, gli comunica che sta per diventare padre.
Lorenzo torna, dopo molti anni, a vivere ad Aosta con la sua nipotina Marta, della quale si prende cura dopo la morte dei genitori. Rileva la storica caffetteria di sua zia, chiusa ormai da diverso tempo.
Quando Sole e Lorenzo si incontrano, riaffiorano i ricordi di loro bambini per quelle piccole e antiche vie. Comincia a nascere qualcosa tra loro che, spaventati dalle loro vite complicate e impegnate, cercano di soffocare questi sentimenti nuovi ma senza riuscirci, poi, veramente.
E adesso un noir di un autore che con i suoi libri è spesso al vertice delle classifiche: Antonio Manzini. La storia e le vicissitudini del vicequestore Rocco Schiavone, un personaggio molto complesso e per certi versi tragico, si svolgono ad Aosta. Il personaggio è nato e cresciuto a Trastevere, odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo ma per motivi di lavoro si dovrà adattare a questa realtà. Se non lo conosci ti consiglio di leggere Pista nera, il primo volume della serie.
Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d’Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto.
La vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un’intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però ha talento. Mette un tassello dietro l’altro nell’enigma dell’inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav’uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l’unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida (“in natura la morte non ha colpe”), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore
E infine, sempre dello stesso autore, ti segnalo L’amore ai tempi del Covid-19, un’indagine di Rocco Schiavone a sostegno dell’Ospedale Spallanzani.
E’ disponibile e scaricabile gratuitamente sul sito della casa editrice Sellerio. La storia è ambientata in un’Aosta blindata, così come è attualmente, il vicequestore è costretto ad uscire per affrontare il caso di un uomo trovato morto chiuso in casa.
Buona lettura e alla prossima settimana con una Regione del centro Italia.