Lorenzo Il Magnifico…poeta
Caro iCrewer, oggi per la nostra rubrica Libri dalla Storia voglio parlarti di un personaggio storico che amo particolarmente. Molto famoso nel suo tempo, il suo nome e la sua vita vengono raccontate ancora oggi in libri e serie tv, anche se raramente viene ricordato come autore di poemi e liriche. Vissuto a Firenze tra il 1449 e il 1492, di cui fu Signore dal 1469. Hai capito chi chi sto parlando?
Lorenzo il Magnifico…poeta
Uomo di potere, grazie a lui Firenze ha vissuto un periodo di ricchezze, per il suo amore per l’arte la città del giglio è stata da allora la culla della cultura. Si è circondato spesso di grandi artisti e scultori come Leonardo da Vinci, Michelangelo, Botticelli, Pico della Mirandola e Verrocchio per citarne alcuni.
Lui stesso era un compositore di liriche e poesie, che cominciò a scrivere fin da ragazzo. I suoi scritti si possono dividere in tre grandi periodi. Nel primo periodo che comprende gli anni dal 1460 al 1473, Lorenzo si ispira molto alla lirica-cortese con forti influenze di letteratura toscana, in cui celebra le donne, la giovinezza, la bellezza e la natura.
Di quegli anni i componimenti Corinto (1464-1465), Nencia da Barberino (1469-1473), La Novella di Giacoppo e la Novella di Ginevra (1469), Beoni e La caccia col falcone (1473)
In queste opere emerge la consapevolezza del Magnifico di quanto il tempo sia fugace e sfuggente, di quanto la giovinezza lasci troppo velocemente il passo alla vecchiaia. In questi componimenti Lorenzo il Magnifico invita a cogliere l’attimo e i piaceri della vita, non sapendo cosa riserva il domani.
Per quello che concerne l’amore, Lorenzo ritiene non sia legato ai sentimenti, è solo a livello fisico che l’amore si può vivere, grazie ad un corpo giovane a differenza di un corpo vecchio che lo stesso Lorenzo considera un peso. Questo concetto viene espresso molto bene, nella famosa ballata Trionfo di Bacco e Arianna.
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Lorenzo il Magnifico scrisse anche una serie di poesie che ricordano molto lo stile dantesco della Vita Nova e dedicate a Lucrezia Donati, il suo amore impossibile.
Tra il 1465 e il 1477 scrissee Il Canzoniere le cui liriche contenute hanno una connotazione umoristica.
Dal 1473 al 1480 Lorenzo cambia completamente la sua scrittura lasciandosi influenzare dalla corrente neoplatonica, in cui esalta ciò che considera il sommo bene, identificato con la Verità, la Bellezza e la Perfezione divina, a cui tutti gli uomini devono ispirarsi liberandosi dalle passioni terrene. Di quel periodo De summo bono (1473), Capitoli e Laude, Selve d’amore (opera rimasta incompiuta), Il Comento sopra i miei sonetti (1480), Raccolta aragonese
Negli anni successivi fino alla sua morte Lorenzo scrisse La Sacra rappresentazione dei Santi Giovanni e Paolo, i Canti carnevaleschi, un genere musicale in voga a Firenze nel Quattrocento ai tempi di Lorenzo il Magnifico in cui si fa riferimento ai carri e ai trionfi carnevaleschi. Erano scritti in lingua volgare, questo perché Lorenzo aveva compreso che politicamente la lingua volgare avrebbe fatto accrescere il prestigio di Firenze che già poteva vantare la presenza di grandi scrittori. Scrisse inoltre L’Ambra un componimento poetico dedicato al fiume Ombrone che passa nei pressi di Poggio Caiano dove Lorenzo aveva fatto costruire Ambra, una delle più belle ville Medicee della Toscana.
Caro iCrewer, il nostro viaggio nella Storia è finito. Torna a trovarci per un nuovo appassionante viaggio nel tempo e alla scoperta dei libri e degli autori che fatto la storia della letteratura.