Buongiorno iCrewer! Come procede la tua ultima settimana targata 2021? Io sono di nuovo qui per parlarti di un argomento che si lega alla Storia, che ne uno dei principali fautori: itinerari antichi che collegavano – e in qualche caso collegano ancora – il mondo. Sì, hai capitolo bene: oggi parliamo di strade. Centinaia e centinaia di chilometri di pietre levigate, terra battuta o rotte marittime che per millenni hanno consentito a merci e persone di spostarsi da un luogo all’altro.
L’idea mi è venuta leggendo la trama del saggio di Mathijs Deen, Per antiche strade. Viaggio nella storia d’Europa, pubblicato dalla casa editrice Iperborea (volume che ammetto di essermi regalata a Natale). In questo libro, che è anche l’origine di un podcast in otto puntate a opera della medesima casa editrice, l’autore esplora i vari itinerari antichi che percorrono il nostro continente, alcuni dei quali ancora oggi in uso – sono quelli contrassegnati dalla lettera “E” nei cartelli stradali.
E allora mi sono detta, perchè non esplorare un po’ questa rete infinita di vie di comunicazione? Chissà, magari potremmo scoprire qualcosa di nuovo!
Itinerari antichi: dall’Italia alla Cina, da San Pietroburgo a Venezia, strade che hanno fatto la Storia
In un tempo in cui le notizie e le comunicazioni ufficiali non viaggiano più solo su carta, forse ci potrebbe sfuggire la grande importanza che avevano le strade (anche se oggi più che mai sono fondamentali, visto che un’enorme parte delle spedizioni avviene su ruote). Immaginati, iCrewer, il penso che avevano queste vie di collegamento in un tempo in cui l’unico modo di scambiarsi messaggi era affidarli a un uomo, farlo salire su un cavallo e ordinargli di galoppare il più velocemente possibile.
La prima funzione di molti itinerari antichi era proprio questa: permettere che le novità delle province raggiungessero il sovrano il più in fretta possibile – certo, si potevano usare anche i piccioni viaggiatori, ma non sempre era il caso, immagino. Un esempio era la Via Reale di Persia, oggi individuabile grazie a scavi archeologici, che collegava la città anatolica di Sardi, sul Mar Egeo, a Susa, capitale dell’antico regno di Elam, nella parte occidentale dell’attuale Iran. Passando per grandi metropoli antiche come Ninive, Persepoli, Babilonia, Ecatompilo, Alessandria in Margiana e Bactra, e facendo tappa in svariate stazioni di posta, i corrieri potevano percorrere questa grande distanza in circa nove giorni.
Anche l’Impero inca si fondava su una fitta rete viaria, chiamata Qhapaq Ñan: quasi quarantamila chilometri di strade che mettevano in comunicazione buona parte della zona occidentale del Sud-America, rendendo più agevole – per l’epoca – lo spostamento di merci, persone ed eserciti. I principali itinerari antichi inca erano due: il Camino Real, il più importante, lungo circa 5200 chilometri, che passando per Cuzco, collegava Quito, in Ecuador, a Tucumán, nell’odierna Argentina, valicando passi sulle Ande anche a cinquemila metri d’altezza; e il Camino de la Costa, la tratta costiera, collegata al Cammino reale tramite molte strade secondarie.
Non dobbiamo dimenticare, poi, tutte quelle rotte che sono nate con fini prima di tutto commerciali. La più nota è forse la Via della Seta, ossia l’insieme di strade che le carovane di mercanti percorrevano dall’Europa fino in Cina, passando per il Medio Oriente, e viceversa. Si tratta dello stesso itinerario seguito dalla compagnia di cui faceva parte Marco Polo, quando per la prima volta lasciò Venezia, alla volta del grande impero cinese. Alcuni tratti coincidevano con la Via Reale di Persia.
Molto importante era anche la rotta marittima che collegava l’Europa all’India, conosciuta con il nome di Via delle Spezie. Fu inaugurata dai mercanti portoghesi e, probabilmente per questo, il suo punto d partenza era proprio Lisbona. Per acquistare il loro prezioso carico, i navigatori arrivavano fin nelle isole Molucche.
Infine, per concludere questa breve rassegna di itinerari antichi, ecco la Via dell’Ambra, una fitta rete di strade che rendeva possibile il trasporto e commercio della preziosa resina fossile dal Mar Baltico e dal Mar del Nord, zone in cui si trovava abbondantemente, al Mediterraneo, in particolare Italia, Grecia ed Egitto, ossia i maggiori trasformatori antichi d’ambra da materiale grezzo a monili di ogni genere.