Per il numero di questa settimana di Libri dalla Storia ho deciso di parlarti di un “libro” assai particolare e non di un semplice insieme di fogli bianchi decorati con l’inchiostro. Sto parlando dei totem, uno dei simboli più affascinanti delle culture indigene di tutto il mondo!
Se sei incuriosito dall’argomento allora preparati a conoscerne la storia e le curiosità più intriganti!
Totem: Storia e origini
Le origini di questo simbolo si perdono nelle piaghe del tempo.
Ben prima dell’arrivo degli esploratori europei nel Nuovo Mondo, in Nord America era già ampiamente diffusa presso le primissime popolazioni indigene la consuetudine di intagliare il legno per ricavarne dei “simboli” che identificassero le diverse tribù.
Il termine totem, infatti, deriverebbe dalla parola odoodem (si legge otutem) che nella lingua Ojibway (una delle popolazioni di nativi americani più antiche) significa “clan” e indicava appunto l’insieme di tutti coloro che erano legati da legami familiari.
Tuttavia, contrariamente a quanto si pensa, i totem non fanno parte soltanto della cultura dei nativi americani ma compaiono anche in molti altri gruppi di indigeni sparsi in tutto il mondo: dall’Australia, all’Africa e persino in Asia!
Si presentava come una piccola scultura o una rappresentazione di un animale o, più raramente, di una pianta o un elemento della natura (acqua, fuoco, terra, aria ma anche fiume, bosco, cielo ecc…) cosiderato il fondatore di ciascun clan, l’antenato mitico da cui l’intero gruppo aveva avuto origine.
Inizialmente, le dimensioni e l’aspetto di queste opere erano assai contenute. Prima dell’arrivo degli europei, infatti, i nativi americani non avevano né le risorse (ferro e acciaio) né gli strumenti per creare sculture elaborate. È solo dal Settecento in avanti che le comunità indigene cominciarono a perfezionarsi in quest’arte.
Di solito si ricorreva al legno di cedro rosso, assai diffuso nelle zone della costa nord-occidentale americana e dalla corteccia assai resistente. Da piccole sculture o raffigurazioni primordiali si passò ai cosiddetti pali totemici di cui rimangono, però, pochi esemplari originari.
L’arrivo degli europei, infatti, da una parte portò gli strumenti per perfezionare la creazione dei totem ma, dall’altra, ne comportò anche la distruzione dal momento che queste creazioni erano viste come simboli di quella religione primitiva che i missionari europei intendevano scoraggiare.
La maggior parte dei totem originari furono dunque distrutti o abbandonati assieme ai vecchi villaggi che i nativi americani furono costretti a lasciare per migrare forzatamente verso le riserve che i decreti del neonato stato americano avevano egoisticamente previsto per loro.
Nel Novecento però, grazie alla rinascita culturale che interessò molti gruppi di nativi e all’interesse accademico per il fenomeno del totemismo, la costruzione dei totem, soprattutto dei monumentali pali totemici, venne ripresa, seppur con funzionalità e scopi diversi.
Spiriti Guida e simboli di un popolo
Ma a cosa servivano realmente questi simboli?
Esistono molti tipi diversi di totem e ciascuno ha usi e funzioni diverse a seconda del popolo che l’ha costruito e del momento storico che l’ha visto nascere.
La prima distinzione è quella tra totem comunitari e individuali. I totem comunitari mantengono la loro funzione originaria di spiriti protettori dell’intero gruppo. In questo caso l’animale o la pianta rappresentati sono sacri, per cui è proibito cacciarli, cibarsene o persino nominarli!
In molte tribù di aborigeni australiani e di nativi americani, inoltre, si ritiene che ogni individuo, oltre a quello del clan, può avere anche altri spiriti a proteggerlo.
Nella tribù dei Wiradjuri (un gruppo indigeno del Nuovo Galles del Sud in Australia), ad esempio, un individuo ha molti spiriti guida. Dalla madre eredita il totem dell’intero clan ma all’ingresso nell’età adulta, dopo una particolare cerimonia di iniziazione, gliene viene assegnato un altro con il quale instaurerà un legame più intimo e profondo.
Ma i totem non indicano soltanto lo spirito guida di un gruppo o di una persona. I pali totemici, diffusi tra le comunità indigene del nord America, vengono adoperati anche come dei veri e propri libri sui cui annotare le memorie di una famiglia o dell’intero villaggio.
Possiamo trovare queste strutture in diverse zone di un villaggio indigeno: all’esterno delle case, come una sorta di “stemma araldico”; al loro interno per riportare la storia della famiglia che l’ha costruito; sulle tombe dei defunti per commemorarne le gesta ecc…
Altri pali totemici, spesso collocati vicino a fiumi o ponti, possono fungere da “segnali stradali” poiché contengono informazioni su come orientarsi, oppure da “pali di benvenuto”. La popolazione dei Kwakiutl, stanziati nel nord ovest del Canada, ad esempio, vi incideva grosse figure umane o grottesche creature animalesche per scoraggiare l’avvicinamento degli estranei e degli spiriti maligni.
Una curiosa tipologia di palo totemica è quella del palo della vergogna il cui obiettivo era quello di screditare pubblicamente individui o villaggi nemici.
Uno dei più famosi è il Seward Totem, oggi conservato nel Parco di Saxman, in Alaska. Costruito all’incirca a metà dell’Ottoccento dalla popolazione dei Tlingit, esso raffigura l’allora segretario statunitense William Seward, famoso per aver acquistato l’Alaska dai Russi. Seward, però, si era dimostrato inospitale e avido durante una cerimonia tlingit in suo onore. Per ripagarlo dell’onta subito il popolo indigeno costruì un palo che lo raffigura con naso e orecchie dipinte di rosso a simboleggiarne l’avidità.
In conclusione, i totem indigeni rappresentano una parte importante e affascinante della storia e della cultura delle comunità indigene in tutto il mondo. Ognuno di essi è una testimonianza delle profonde connessioni tra l’arte, la spiritualità e l’identità culturale di questi popoli, oltre a essere una fonte inesauribile di storie e significato. Attraverso il loro fascino duraturo, i totem indigeni ci invitano a esplorare il ricco patrimonio delle culture indigene e a rispettarle come guardiani della memoria e della tradizione.