Caro iCrewer, dopo aver esplorato l’Australia, continuiamo il nostro viaggio in Oceania, alla scoperta della Micronesia e dei suoi quattro piccolissimi stati
La parola “Micronesia” deriva dal greco μικρος (piccolo) e νησος (isola) e significa quindi “piccole isole”. La Micronesia è uno stato molto unito, nonostante sia composto da altri quattro stati, piccoli e assai diversi tra loro: Chuuk, Kosrae, Yap e Pohnpei. Chuuk è un paradiso per gli appassionati di snorkeling, che possono godere di più di mille specie di pesci e oltre settecento varietà di coralli, un numero impressionante e impensabile nei nostri mari. A Kosrae di grande interesse è la città perduta di Lelu, una piccola isola vicinissima alla sua costa orientale, considerata una delle sette meraviglie dell’Oceania. Qui si possono visitare e ammirare le rovine di Lelu, costruite con rocce ricavate dalla barriera corallina o con basalto. Di Yap sono conosciute soprattutto le “Stone Money“, dette anche “Pietre Rai”, ossia dischi bucati scavati nel calcare, solitamente di grandi dimensioni (le più grandi arrivano ad avere un diametro di 3 metri!) e pesanti 4 tonnellate. Queste pietre venivano usate effettivamente come moneta dagli abitanti e il loro valore cambiava sia a seconda della dimensione e della modalità di produzione, sia a seconda delle persone che l’avevano trasportata. Lo stato di Pohnpei sorge sulla cima di un vulcano estinto circa 5,5 milioni di anni fa ed è meta prediletta dei surfisti, dato che vanta uno degli oceani più caldi del mondo e onde altissime, che mettono decisamente alla prova anche il più esperto a cavalcare le acque mosse.
La Micronesia è abitata da più di 4000 anni e soltanto nel XV secolo divenne interesse di mire colonialiste inizialmente dei portoghesi e in seguito degli spagnoli, diventando così parte delle Indie orientali spagnole. Nel 1899 lo stato passò sotto il controllo dei tedeschi, nel 1914 dei giapponesi e, infine, durante la seconda guerra mondiale, venne occupata dagli Stati Uniti e divenne parte del Territorio fiduciario delle Isole del Pacifico. Nel 1979 Chuuk, Kosrae, Yap e Pohnpei ratificarono una Costituzione ed entrarono a far parte degli Stati Federati di Micronesia.
La letteratura
Gli scrittori micronesiani sono assai pochi e sconosciuti e le notizie su di loro scarseggiano. Le leggende e le antiche credenze sono sempre state tramandata per via orale, spesso accompagnate da musiche tipiche che aiutano il racconto e lo rendono ancora più suggestivo. Nonostante gli autori della Micronesia scarseggino, l’isola, con le sue bellezze e con i suoi luoghi quasi magici, ha ispirato moltissimi scrittori. Vediamone alcuni:
Howard Phillips Lovecraft
Le rovine di Nan Madol, a Pohnpei, hanno ispirato nientemeno che il celeberrimo re dell’orrore Howard Phillips Lovecraft per la sua opera più famosa, il Ciclo di Cthulhu. Nan Madol è da sempre circondata da un’aurea di mistero e di fascino e sono tante le leggende che girano intorno a questa “città fantasma”, vista spesso come luogo di ritrovo di spiriti e figure demoniache. Lo stesso Lovecraft, a quanto pare, ne rimase profondamente colpito e sembra che Nan Mandol sia stata di ispirazione per la sua città di fantasia di R’lyeh.
Abraham Meritt
Sempre Nan Madol fu di ispirazione ad Abraham Meritt per il suo romanzo The Moon Pool, del 1918. I due protagonisti del libro, il Dr Goodwin e un giovane irlandese Larry O’Keefe, partono per un viaggio e si avventurano in un regno semisconosciuto, abitato da un’antica razza preumana e potentissima che venera una divinità inquietante e spaventosa, l’Abitatore. I luoghi e le atmosfere descritte, incredibilmente suggestive, sembrano proprio nascere dalla città perduta di Pohnpei.
James Rollins
Anche nel caso di Deep Fathom (L’ultima eclissi) di James Rollins si parla di Nan Mandol. Nel romanzo strani avvenimenti, apparentemente non collegati tra loro, accadono in contemporanea in alcune zone del mondo: in Okinawa, al largo del Giappone, dal mare emergono due gigantesche piramidi di metallo rivestite da iscrizioni in una lingua sconosciuta; a San Francisco si verifica un’eclissi totale di sole e un terremoto fortissimo, che distrugge la città; la costa occidentale dell’America viene colpita da una serie di calamità naturali; nell’Oceano Pacifico aerei e navi cominciano ad affondare, attirate verso le profondità da un misterioso pilastro coperto di scritte sconosciute. Sembra che proprio per le descrizioni dei paesaggi del Pacifico, Rollins si sia ispirato al piccolo stato della Micronesia.
Christopher Moore
Yap e le sue tante isole sono invece protagoniste del romanzo Island of the Sequined Love Nun (1997) di Christopher Moore. Lo scrittore fa uso dei magnifici luoghi della Micronesia allontanandosi però dai toni cupi e drammatici delle opere già citate, dando vita a un libro divertente e scoppiettante. Tucker Case, un uomo bellissimo e asociale, pilota per una linea di cosmetici, si trova costretto ad accettare un impiego in una piccola isola della Micronesia (proprio Yap), dove farà incontri decisamente interessanti: ex cannibali, un aviatore fantasma, una sacerdotessa matta…