Buona sera iCrewer! Dopo il Piemonte, la rubrica che ci aiuta a esplorare le Regioni italiane, oggi ci conduce in Veneto!
Accoccolato nel Nord-Est, è un territorio in cui si può trovare un po’ di tutto: c’è il mare, c’è la montagna, c’è campagna e ci sono anche grandi città. Soprattutto, però, come vale per l’intera nostra penisola, ci sono tanta storia e tanta arte.
Veneto: dalla laguna al balcone di Giulietta
Se potessero parlare, quante vite ci racconterebbero sanpietrini e mattoni? Sicuramente abbastanza per allietare ben più di qualche nostra giornata.
Chissà quante ne hanno viste gli edifici di Verona nei pressi del “balcone si Giulietta“. Coppie innamorate passate di lì per lasciare un pegno della propria unione, ma anche decise a cancellarne ogni traccia, una volta reciso il legame. Quante persone si saranno avvicinate alla statua dell’eroina del dramma di Shakespeare per chiedere un briciolo di fortuna (che poi, non vorrei sembrare cinica, ma Giulietta non mi è mai sembrata il personaggio più adatto per una richiesta del genere, vista la sua fine).
Chissà di quanti spettacoli saranno stati spettatori i posti a sedere dell’Arena. Sicuramente troppi per tentare di contarli. E che aneddoti ci confiderebbero, se fossero dotati di parola?
Anche le ville del Palladio, a Vicenza, potrebbero sicuramente narrare fatti curiosi e divertenti. Per non parlare, poi, della Basilica palladiana che domina, con la sua cupola verde, tutto il centro città. Dall’alto del tetto, quante vite si saranno viste scorrere davanti le grandi statue bianche?
E poi c’è lei, la regina della laguna, la gemma che tutto il mondo invidia al Veneto, la Serenissima: Venezia. Elegante, affascinate, con quel gusto decadente che ha ispirato così tanti artisti. Non basterebbe una vita per ascoltare la storia di Venezia, con tutti gli intrighi, gli scandali, le passioni, gli amori, le conquiste, i delitti che hanno avuto luogo tra i suoi campi e le sue calli. Da quanti piedi sono stati calpestati i gradini dei ponti, quante gondole hanno visto scivolare silenziose i canali?
Parla proprio del capoluogo del Veneto, l’opera che sto per presentarti.
La città d’acqua, di Francesca Leita
Di libri che parlano di Venezia ce ne sono a bizzeffe, tanto che, nella libreria della stazione ferroviaria di Santa Lucia un’intera porzione di scaffale è dedicata interamente a loro. Volumi sulle maschere tipiche del Carnevale, sui misteri e i segreti che circondano la Serenissima, sui migliori itinerari per scoprirla. Senza contare guide turistiche di ogni tipo, lingua, foggia e per lettori di ogni età.
Tuttavia, quello di cui voglio parlarti oggi è un libro che narra di Venezia in modo più intimo, attraverso gli occhi di chi la conosce bene, di chi non vede solo i luccichii di una grande storia. Lo sguardo di chi è abituato a camminare per le calli strette ancora segrete ai turisti di tutto il mondo, di chi si rende conto in prima persona di quanto questa perla del Veneto – e del mondo intero – sia fragile, bisognosa si cura costante e, soprattutto, di rispetto.
Per questo, è con molta gioia che ti presento La città d’acqua, romanzo per ragazzi d’esordio di Francesca Leita, pubblicato da Edizioni Corsare.
È una sera di inizio estate quando la mamma di Ina, artigiana del vetro, subisce il furto del Libro dei Segreti, l’ultimo dei preziosi manuali in cui sono custodite le antiche tecniche veneziane per modellare bellissime e rare perle di vetro. Il volume ha un valore enorme e senza di esso è impossibile continuare a creare.
«Aveva appena acceso la luce dell’ingresso che sentì un urlo arrivare dal piano terra. Qualcosa all’altezza della pancia si contrasse e la gola si seccò. Un altro urlo, questa volta ben definibile, e poi un singhiozzo: era la voce di Laura. Ina reagì meccanicamente come se avesse da sempre saputo cosa bisognava fare, si voltò di scatto e si precipitò giù da basso. Spinse la porta e la vide. Laura era inginocchiata per terra con il viso nascosto tra le mani, attorno a lei c’era un disordine incredibile, le sedie erano state rovesciate, ogni scaffale divelto: tutto era sparso sul pavimento, ovunque c’era polvere di vetro».
Ina decide di partire, convinta che solo nella città lagunare potrà trovare una traccia e recuperare il libro perduto. Qui si ritroverà a fare un viaggio in una laguna nascosta e misteriosa, dove incontrerà strani personaggi legati alle tradizioni veneziane, che l’aiuteranno a svelare l’arcano e a restituire a Venezia le sue antiche arti.
Un forte senso della giustizia e di solidarietà femminile
“Vivo a Venezia e da tempo mi interrogo sul suo stato di salute.” dice Francesca Leita “La città pone ai suoi abitanti mille interrogativi sul turismo, sull’inquinamento, sul moto ondoso. È un ecosistema splendido ma fragile, sottoposto a pressioni economiche fortissime.
Nel libro cerco di far ragionare le giovani generazioni sulla possibilità di un turismo diverso, rispettoso e sostenibile. Ina lotta per la salvaguardia del suo ambiente e per il lavoro della madre, si batte per un mondo più sano e vivibile. È il simbolo di una solidarietà femminile e di un senso di giustizia che vanno lodati e perseguiti.”
Un giallo che porta alla ribalta temi di grande attualità. Un romanzo d’esordio affascinante che si schiera dalla parte delle giovani generazioni e di un futuro più sostenibile.