Tunisia = ascolta: è uno di quei tanti posti che fa parte del mondo, lo respiro e ci giro intorno camminando come un gatto vagabondo!
Meta di turisti per la sua ricchezza archeologica e per le sue spiagge, le SPA e i centri benessere e i villaggi organizzati. Meta anche di disperati che da tutto il continente nero arrivano e trovano “accoglienza” nei campi profughi in attesa a fronte di un corrispettivo di essere imbarcati dagli scafisti ed essere trasportati in Italia.
Si fa ciò che si può per sopravvivere! Non è una critica ma una presa di coscienza, ci sarebbero alternative migliori per affrontare questa situazione di emergenza che quasi ogni giorno conta numerose vittime in mare. Ma non ci troviamo in un dibattito politico, anche se questo deve e dovrebbe far riflettere sulla portata della tratta di esseri umani, visti come un numero e come money, a partire dalle ONG e gli Stati Membri e dai contrabbandieri del posto. Tutto funziona allo scopo di lucro! Il viaggio dal Nord Africa all’Italia veniva a costare 1.200 euro, ma qualcuno poteva usufruire di un’offerta: “Porta un amico e viaggi gratis”. Sembra copiata da un tour operator, l’ultima promozione dei trafficanti di esseri umani che dalla Tunisia organizzano le traversate dei migranti verso le coste italiane. Se avessi, se avrai, il coraggio di affermare il contrario, hai anche il dovere di argomentare! Argomento chiuso…
Ubicata nel Nord Africa, la Tunisia faceva parte dell’Impero Romano d’Oriente, bagnata dal Mar Mediterraneo e confinante con il Sahara. La capitale: Tunisi, ospita il Museo del Bardo, uno dei più rinomati al mondo, penso ne abbia sentito parlare, e se così non fosse, adesso ne sei a conoscenza; qui potrai godere della vista dei mosaici romani, collezioni archeologiche ed assaporare l’arte islamica. Il quartiere della Medina comprende l’imponente Moschea di Al-Zaytura. A est, il sito dell’antica città di Cartagine in cui potrai vedere le Terme di Antonino oltre al Museum National Carthage.
Tra i villaggi di case bianche affacciati sulla costa c’è il Monastir, una città sulla punta di una piccolissima penisola rocciosa sede del famoso ribat, un monastero-fortezza, fondato nel 180 d.C. Ad El Jem si trovano le rovine romane dell’Anfiteatro di Thysdrus risalenti al III secolo, dove è stato girato il film Il Gladiatore;
mentre nella città desertica di origine berbera dal strano nome di: Matmata, ha per caratteristica le sue case scavate sottoterra e nella roccia, le quali sono state scene del set durante le riprese dei film della saga di Star Wars.
Infine la città di Sfax famosa per la Medina ossia città vecchia.
Fin dall’antichità la Tunisia ha una ricca storia culturale, i suoi primi abitanti furono tribù berbere.
L’impero cartaginese, fu l’acerrimo nemico di Roma. Come ben sappiamo la sua capitale fu Cartagine, oggi sobborgo di Tunisi, fu fondata nell’814 a.C. da coloni fenici provenienti precisamente da Tiro e Sidone (l’attuale Libano), divenendo una antica potenza del Mediterraneo. Il 264 a.C. ha segnato l’inizio di 120 anni di guerre contro Roma, note col nome di guerre puniche. I cartaginesi uscirono sconfitti da queste tre guerre e Cartagine venne distrutta nel 146 a.C. dal generale romano Scipione, che si dice abbia pianto alla sua distruzione. Questo è il testo in lascito da Eutropio tratto dal Breviarium 4-12:
Cum igitur clarum Scipionis nomen esset, iuvenis adhuc Scipio Aemilianus consul est factus et contra Carthaginem missus.
Is eam cepit ac diruit. Spolia ibi inventa, quae variarum civitatum excidiis Carthago collegerat et ornamenta urbium quae sua recognoscebant, civitatibus Siciliae, Italiae, Africae reddidit.
Ita Carthago septingentesimo anno postquam condita erat deleta est. Scipio nomen quod avus acceperat meruit, scilicet ut propter virtutem etiam ipse Africanus iunior vocaretu.
Tra la distruzione dell’antica Cartagine e le conquiste arabe del VII secolo, molte culture hanno fatto della Tunisia la loro casa. Cartagine ha goduto di un nuovo periodo di prosperità sotto l’Impero Romano fino al suo crollo nel V secolo. Il dominio romano è stato sostituito per breve tempo dai Vandali, che hanno fatto di Cartagine la capitale del loro regno. Cartagine fu poi assorbita temporaneamente dall’impero bizantino, fino all’ascesa dell’Islam nel VII secolo.
Dopo la fine dei Califfati arabi, pascià turchi dell’Impero Ottomano hanno governato la Tunisia. Con la caduta dell’impero ottomano, la Tunisia cadde sotto il dominio europeo nell’Ottocento in qualità di protettorato francese insieme all’Algeria e successivamente di colonia. L’arabo è la lingua ufficiale della Tunisia, l’altra è il francese, una reliquia del precedente status della Tunisia; non per niente è la seconda lingua più diffusa e il dialetto maghrebino. Ottenendo l’indipendenza dalla Francia nel 1956, governata dal presidente Habib Bourguiba per ben 31 anni, reprimendo il fondamentalismo islamico e stabilendo diritti per le donne che non hanno pari in alcun’altra nazione araba. Nel 1987 il presidente divenne Zine El Abidine Ben Ali, fino al 2011, quando fu costretto a dimettersi per le massive proteste scoppiate in piazza a causa di un episodio avvenuto nel 2010, quando un venditore ambulante si è dato fuoco per protestare contro la confisca della sua merce e molestie della polizia. Praticamente quell’accaduto fu l’innesco che fece scoppiare la rivoluzione tunisina, nota come la primavera araba.
La Tunisia raccontata con gli occhi di chi ha vissuto dall’interno il golpe: Shukri al Mabkhout:
noto accademico tunisino che con il suo romanzo contemporaneo L’italiano ha vinto il prestigioso premio internazionale per la narrativa araba ossia l’International Prize for Arabic fiction. Il romanzo è ambientato in un momento storico critico per la Tunisia: il passaggio dal regime di Habib Bourghiba, padre della Tunisia moderna, a quello di Ben Ali, suo ex ministro dell’interno, in seguito al colpo di stato “medico” organizzato da quest’ultimo nel 1987.
L’Italiano: racconta una storia emblematica del naufragio delle Primavere arabe. L’italiano del titolo si riferisce al soprannome del protagonista, Abdel Nasser, così chiamato per la sua bellezza tipicamente italiana. In un’epoca di grandi tensioni e cambiamenti politici e sociali, nella Tunisia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, la storia di un amore e di un sogno rivoluzionario destinati a soccombere nello scontro con la dura realtà di un Paese in cui la repressione, il malcostume e il degrado generale stritolano le ambizioni e i sogni dell’individuo. Al funerale di suo padre, con grande costernazione di tutti i presenti, Abdel Nasser picchia l’imam che sta celebrando il rito funebre. Nell’intento di farci scoprire i motivi della misteriosa aggressione, il narratore, amico d’infanzia del protagonista, cresciuto con lui nello stesso quartiere, ripercorre la storia di Abdel Nasser, spirito libero e ribelle fin dalla prima adolescenza, leader del movimento studentesco, poi giornalista affermato. In Tunisia quelli sono anni cruciali, di grandi tensioni e cambiamenti alle porte: la crescita dell’islamismo da un lato, la forte repressione da parte del governo dall’altro. Su questo sfondo carico di fermenti rivoluzionari, lotte contro gli islamisti e manifestazioni contro il potere statale si staglia la tormentata storia d’amore tra Abdel Nasser e Zeina, brillante e bellissima studentessa di filosofia, che sogna una carriera in ambito accademico. I sogni di Zeina e di Abdel Nasser finiranno purtroppo per naufragare sotto gli ingranaggi spietati di una società corrotta e maschilista, in cui i valori sono solo di facciata, finendo per stritolare l’individualità, le speranze e le aspirazioni dei singoli. La trasformazione di Abdel Nasser da giovane idealista di belle speranze a giornalista di successo ma disilluso e stanco è narrata magistralmente in un flusso di storie, digressioni e flashback in cui la tensione narrativa è sempre alta.