“Lasciando quel mare, fummo per breve tempo in vista di Mascate, la città più importante del luogo…Ma fu solo una visione, e il Nautilus sprofondò ben presto tra le onde.” Jules Verne – Ventimila leghe sotto i mari
Caro iCrewer oggi ti porto in un luogo ricco di storia, magia e fascino. Con il il 43% della popolazione che sfiora i 15 anni di età, il Sultanato dell’Oman è probabilmente lo stato più giovane del mondo.
Il Sultanato dell’Oman i cui confini furono definitivamente stabiliti nel 1969, è uno stato asiatico situato nella porzione sud-orientale della Penisola arabica, si affaccia a sud e a est sul Mar Arabico, a nord-est sul Golfo dell’Oman. A nord-ovest confina con gli Emirati Arabi Uniti, con l’Arabia Saudita a ovest e con lo Yemen a sud-ovest. All’Oman appartengono anche le enclavi di Madha e Musandam, che confinano con gli Emirati Arabi Uniti. La penisola di Musandam è un’enclave bagnata dal Golfo dell’Oman e situata in una posizione strategica sullo Stretto di Hormuz, separata dal resto del paese da un tratto di costa appartenente agli Emirati Arabi Uniti.
Madha, l’altra enclave, si trova all’interno del territorio degli EAU, si estende per 75 km quadrati ed è situata a metà strada fra la penisola del Musandam e l’Oman propriamente detto, più precisamente si trova sulla strada costiera orientale tra Dibba e Fujairah ed è circondata dall’Emirato di Sharja. Una piccola curiosità, l’enclave omanita di Madha ha al suo interno un’enclave degli EAU, nota come Nahwa, appartenente all’Emirato di Sharjah formata esclusivamente da un piccolo centro con una quarantina di case.
Il clima, data la posizione geografica, è tropicale arido e in estate si possono raggiungere anche temperature oltre i 40°.
Al tempo dei Sumeri si chiamava Magan ed era famoso per l’esportazione del rame. Nel 524 a.c. si trovano iscrizioni persiane che la indicano come loro provincia. Dal I secolo a.c. inizia l’esodo degli Arabi a seguito del crollo della diga di Ma’rib per stanziarsi nelle zone interne del paese. Fra il 627 e il 632 d.C. con il diffondersi dell’Islam, l’Oman venne sottratto al controllo persiano, entrando a far parte del Califfato degli Omayyadi. Alcuni anni dopo, prima del 700 molti oppositori al Califfato, soprattutto appartenenti alla corrente islamica Ibadita, si rifugiarono in Oman. Nel 751 d.C. con il crollo della dinastia omayyade fu fondato un imamato che durò fino al XX secolo, nonostante il periodo coloniale sia da parte dei Portoghesi che degli Inglesi, in competizione per il controllo dell’Oceano Indiano e del Golfo Persico. Il XIX secolo fu comunque il periodo di maggior splendore dell’Oman che espanse la sua influenza socio-politica fino in Iran, Pakistan arrivando verso sud fino a Zanzibar. Il secolo successivo fu invece contraddistinto dal declino lento e inesorabile dell’imamato che basava la sua ricchezza sul mercato di armi e schiavi entrati in crisi. Questo permise all’Inghilterra di imporre la propria influenza inglobando l’Oman come protettorato fino al 1971 quando questo piccolo stato divenne una monarchia assoluta guidata dal Sultano Qābūs e prendendo il nome di Sultanato dell’Oman.
Pur essendo il sultanato vicino a Regno Unito e Stati Uniti, ha sempre conservato la sua sovranità e mantiene oggi una politica estera indipendente. Nel 1996 dopo aver emanato un decreto in cui stabiliva norme precise per regolare la successione reale, il Sultano ha istituito un Parlamento con limitati poteri legislativi, introducendo la figura del Primo Ministro e dando, per la prima volta ai propri sudditi, diritti civili. Da subito il Sultano Qābūs si è adoperato per migliorare la situazione economica del paese cercando di mantenere buoni rapporti con gli altri paesi mediorientali, infatti nel novembre 2010 l’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo), ha classificato l’Oman come lo Stato che ha avuto il maggior sviluppo socio-economico negli ultimi 40 anni; il sultanato è considerato uno dei più sviluppati e stabili tra i paesi arabi.
La popolazione totale del paese è di 2.773.479 abitanti, la maggior parte è autoctona e il resto proviene dall’estero per motivi di lavoro. Circa metà degli abitanti vive nella capitale Mascate e nella regione di al-Batinah; l’altra principale concentrazione demografica è nella regione di Dhofar. Una piccola percentuale vive nell’enclave della penisola di Musandam. La religione di Stato è l’Islam soprattutto Ibadita, mentre sulla costa la percentuale maggiore della popolazione è sunnita. E’ consentita comunque la libertà di religione.
La lingua ufficiale è l’arabo, ma la conoscenza della lingua inglese è molto ampia, infatti le indicazioni stradali riportano entrambi gli idiomi. Vi sono minoranze che parlano lingue originarie o semitiche diverse dall’arabo.
Caro iCrewer, come sempre ci tenevo a raccontarti la storia del paese in cui si svolge il nostro viaggio letterario. Adesso arriviamo al motivo per cui siamo qui, la letteratura omanita: purtroppo i manoscritti dei primi secoli sono andati per lo più perduti in incendi che hanno coinvolto importanti biblioteche come quella di Rustag, distruggendole completamente.
Nei secoli sono molti i poeti che hanno cantato in versi, episodi e personaggi della storia omanita, secondo quanto era in uso fin dal periodo preislamico nella poesia araba. Dal XI al XVII secolo sono numerosi gli Imam e successivamente i sultani appartenenti alle diverse dinastie succedutesi che hanno composto versi in cui cantavano le conquiste fatte e le loro gesta. Dal XII secolo si diffusero i diwan, la poesia araba d’amore tradizionale pubblicata in numerose raccolte.
Per la prosa bisogna premettere che molti studiosi omaniti dei primi secoli si trasferirono in realtà a Basra in Iraq, al tempo sede di una delle principali scuole di pensiero islamico. Partiti per studiare molti vi restarono per scrivere le loro opere più importanti. Solo nel IX secolo se ne svilupparono anche in Oman, legate alla corrente islamica degli Ibaditi. Scuole in cui si studiava giurisprudenza e teologia e la lingua araba letteraria. Le prime videro la luce a Sohar e a Izki, nel secolo seguente a Bahla. Nei due secoli successivi si imposero quelle di Nizwa e di Rustaq mentre altre sono state fondate in seguito in diverse città dell’Oman come quella di Mascate. Nacquero, di conseguenza, le biblioteche contenenti i manoscritti degli studiosi, in parte come già detto purtroppo perduti. Con lo sviluppo delle scuole si diffusero i siyar, ovvero le biografie di personaggi illustri dell’epoca.
L’opera omanita più famosa, il Kašf al-ġumma, scritta nell’XI secolo tratta della storia dell’Oman dalle origini fino al 1728. Il testo scritto in maniera discorsiva, è stato ripreso dagli storici omaniti nei secoli seguenti fra cui ricordiamo al-Sālimī (1869-1914) con Tuḥfat al-aʿyān divenuta l’opera principale di riferimento per gli storici moderni.
Tra gli attuali poeti omaniti più affermati ricordiamo Saif al-Rahbi. Nato nel 1956 in Oman in un villaggio chiamato Suroor è anche saggista e scrittore. Nel 1970, ancora adolescente fu mandato a studiare al Cairo. In seguito, ha vissuto e lavorato all’estero per molti anni trasferendosi dal Cairo a Damasco per proseguire in Algeria, infine a Parigi e a Londra. Tornato in Oman, ha fondato a Nizwa, la principale rivista culturale trimestrale dell’Oman e di cui è ancora il caporedattore. Con la sua terza raccolta di poesie, Le campane di Rapture pubblicata nel 1985 (di cui purtroppo non sono riuscita a trovare il link) Al-Rahbi si consacra come nuovo autore della poesia araba. Ad oggi ha pubblicato diversi libri sia di poesia che di prosa. Alcune sue opere sono apparse sulla rivista Banipal, di cui è anche consulente editoriale. Tra il 2009 e il 2010 entra a far parte della giuria del concorso letterario Beirut39 e del Premio arabo Booker 2010, tenutosi per trovare nuovi giovani scrittori arabi promettenti.
Caro iCrewer, il nostro viaggio oggi finisce qui. Non perdere l’appuntamento di domani per scoprire dove ti porteremo.