Caro iCrewer, oggi per la rubrica Libri da… ci trasferiamo a Cipro del Nord e scopriamo la sua tormentata storia.
Cipro del Nord, ufficialmente Repubblica Turca di Cipro del Nord, è uno strato dell’Asia non riconosciuto dalla comunità internazionale, auto proclamatosi come tale. Localizzato nella zona settentrionale dell’Isola di Cipro dal 1983, si trova nella zona appartenente di fatto alla Repubblica di Cipro, ma controllata dall’esercito turco dopo l’invasione. La capitale è Nicosia Nord, in turco Lefkosa, la parte nord della città divisa dal resto dalla linea di demarcazione dell’armistizio, meglio nota come Green Line o Attila Line. Solo la Turchia riconosce la dichiarazione di indipendenza della Repubblica, dichiarata “non valida dal punto di vista giuridico” dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
UN ALBUM DI STORIE DI CHI HA PERSO TUTTO
Un album di storie, di Andoni Gheorghìu, edito Stilo Editrice, racconta la storia dell’isola di Cipro e la sua divisione attraverso la voce dei suoi stessi abitanti, articoli di giornale, immagini d’epoca. L’isola è divisa da decenni da un muro che spacca in due Nicosia: il settore greco-cipriota è la zona libera, l’area turco-cipriota è la zona occupata. Un confine, quello tra le due repubbliche, attraversabile solo dal 2003 tramite varchi autorizzati: passare altrove è illegale, ma soprattutto pericoloso a causa delle numerose mine antiuomo. L’anno in cui tutto cambia, come viene spiegato nel libro, è il 1974. Le truppe turche invadono Cipro con l’idea di instaurare un governo nelle aree che sarebbero riuscite a conquistare. Ma cosa si ottiene sul serio? Nel libro viene raccontato con amara, quanto estrema, lucidità: famiglie squassate, figli, madri e padri perduti per sempre, fosse comuni. Ovunque morte, dolore, strazio. Una separazione netta, avvenuta in pochissimo tempo, che non lascia scampo a niente e nessuno. Quasi immediata, rapida sì, ma non indolore.
Qualcuno fece per accendere la televisione. “Stasera no”, intervenne categorica sua madre, “è da tanto tempo che non ci troviamo tutti insieme, non rimbambiamoci davanti alla televisione”. E, piano piano, senza la televisione, ora l’uno ora l’altro ricordarono vecchie storie della nonna, di tutti loro e non soltanto; pettegolezzi su gente del paese e su altri parenti, fatti divertenti ma anche lutti, amarezze, dolori di un tempo che a ripensarci adesso, dopo anni e seduti tutti insieme in cerchio, non facevano tanto male.
Un album di storie, però, non si ferma a questo e va oltre. Scava in quello che è rimasto, lo sviscera e analizza le ceneri di quella società che fatica ancora a riprendersi. I temi si fanno attuali insieme con le storie che racconta: omosessualità, violenza, emigrazione, immigrazione, futuro, speranza. Aneddoti tristi, allegri, malinconici, tragici. Un racconto, quello di Gheorghìu, fatto di piccole storie che raccontano di una città, un paese, di un destino che accomuna una fetta ancora troppo grande di un mondo spesso molto più che crudele.