Caro iCrewer, sono “approdata” nella remota “Papuasia”, come veniva chiamata nel secolo scorso una parte delle terre oggi appartenenti al continente azzurro: l’Oceania.
Ti presento la Papua Nuova Guinea; pensiamo un attimo ai vecchi esploratori che hanno aperto con coraggio le vie attraverso continenti sconosciuti, terre inesplorate, alla ricerca dell’altra metà del globo, alla ricerca dell’altra Umanità. In terra di Papua, però, inglesi, portoghesi, olandesi, tedeschi ed anche italiani hanno tentano più volte di spingersi all’interno dell’isola solcando fiumi navigabili, ma arrestandosi, forse a causa dell’inospitalità di queste terre. Come mai, ti chiederai? Un po’ di geografia non guasta.
Questo Stato insulare della Melanesia include la sezione orientale della Nuova Guinea e un insieme di isole adiacenti, tra cui le isole dell’Ammiragliato, l’arcipelago di Bismarck, le isole Salomone settentrionali, le isole d’Entrecasteaux e Louisiade, oltre a numerose isole minori. La Papua Nuova Guinea è situata in zona sismica e conta molti vulcani attivi. Eruzioni vulcaniche e terremoti possono provocare devastazioni sulla terraferma e tsunami che talvolta allagano completamente le isole pianeggianti. Non passa giorno che alla televisione non venga data la notizia di un evento catastrofico in quelle zone.
La popolazione si compone di due gruppi autoctoni principali: quello melanesiano, presente nella fascia costiera settentrionale dell’isola maggiore, e quello papuasico, maggioritario, nelle montagne centrali e nella regione costiera meridionale. Questa suddivisione sottende d’altra parte una grande varietà etnolinguistica, in quanto il Paese include quasi un migliaio di tribù, spesso con scarsi contatti con quelle vicine: nel 1993 fu scoperta in una regione forestale una tribù di cira 80 membri, i liawep, mai venuta a contatto con altri abitanti.
Indipendente dal 16 settembre 1975, la Papua Nuova Guinea è una monarchia costituzionale membro del Commonwealth; capo dello Stato è il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore generale, che nomina il primo ministro, cui spetta, insieme agli altri ministri, l’effettivo esercizio del potere esecutivo. Il potere legislativo compete all’Assemblea, unicamerale, con membri eletti a suffragio universale diretto per 5 anni. Lingue ufficiali sono l’inglese, un pidgin inglese e lo hiri-motu, ma nel paese si parla un gran numero di dialetti papuani e melanesiani.
Ha un territorio prevalentemente coperto da catene montuose, alcune oltre i quattromila metri di altitudine e da foreste pluviali, impenetrabili perfino ad uno spillo. Questo le è valso la denominazione di “una delle ultime frontiere della terra“, con scarsità di infrastrutture quali strade, ferrovie, sistemi di comunicazione e una popolazione di poco superiore ai quattro milioni e mezzo di abitanti. E non è l’unico appellativo, viene anche definita “Inferno e Paradiso” per la sua ricchezza di risorse naturali, per la sua biodiversità e il suo eco-sistema per molti aspetti ancora integro, ma con un clima caldo umido che la relegano nella zona rossa per malaria endemica, con la sua popolazione guerriera – famosi tagliatori di teste – e i loro riti magici. Insomma un lembo di mondo, già oggetto di studio da parte di antropologi, naturalisti, linguisti e via dicendo. A tal proposito porto la tua attenzione sul libro di:
Ruth Benedict
Antropologa statunitense. Nata nel 1887 e deceduta nel 1948. Fu allieva di Boas e di Kroeber; insegnò alla Columbia University di New York. Condusse una serie di ricerche fra gli Indiani della California e gli zuni. Una delle sue maggiori opere è Modelli di cultura del 1934, che ti invito a leggere perchè è necessario conoscere il temperamento dei popoli, vale a dire il substrato affettivo e ideologico che modella la fisionomia, le istituzioni e i comportamenti di una determinata società. Lo studio effettuato da questa donna è una vera lezione di antropologia.
di Kira Salak è un’opera di esistenziale autoscoperta, di sopravvivenza, in situazioni di estremo pericolo, in luoghi che sono al di là di ogni tempo e che vanno al di là di ogni immaginazione in una natura di impareggiabile bellezza.
“All’età di diciannove anni Kira Salak, per la prima volta, provò la libertà di viaggiare da sola e trascorse i successivi anni della sua giovinezza girando per il mondo. Fu così che si lasciò la sua vita alle spalle – l’università, il lavoro, il fidanzato – per tentare l’impossibile, il suo sogno di sempre: seguire le tracce dell’esploratore britannico Ivan Champion, la prima persona che riuscì ad attraversare l’isola di Papua Nuova Guinea nel 1927. Per Kira Salak fu una prova di vita. Motivata da qualcosa di più dell’essere semplicemente la prima donna occidentale ad attraversare da sola quella terra, decise di scrivere questa cronaca per trovare una risposta anche per se stessa.”
La Papua Nuova Guinea è un paese affascinante, selvaggio, ma anche pericoloso. Lo stato è molto tradizionale ed è contenitore di molti popoli con diverse tradizioni. Lungo le rive del fiume Sepik si è sviluppata una civiltà tribale, la cui importanza come legame culturale al loro passato è incalcolabile per l’uso permanente di credenze legate ai riti, tramandati dai loro avi secondo una concezione di tipo animistico che attribuisce a tutte le cose e a tutti gli esseri un’energia psichica intrinseca chiamata “MANA”, e per l’espressione artistica delle particolari decorazioni della Haus Tambaran o Case degli Spiriti. Tutto ciò è testimoniato dalle leggende secondo cui gli uomini discenderebbero dai coccodrilli, abitatori del Sepik, e alla loro similitudine tendono fisicamente con riti iniziatici tra i giovani maschi con cui la loro pelle, rivestita da vistose scarificazioni (cheloidi), viene resa simile a quella del coccodrillo stesso.
Molti gruppi etnici vivevano fino a poco tempo fa isolati ed erano in parte nemici fra loro. La loro convivenza in uno Stato moderno comporta difficoltà politiche e sociali. Il tasso di criminalità è molto elevato. L’84% della popolazione è Papua, il 13% di origine europea, l’1% di origine indonesiana, il 2% di altra origine. Gli abitanti hanno le loro tradizioni e il loro stile di vita, i più famosi sono gli Huli, indigeni che vivono in quelle zone da oltre 1000 anni. Per non parlare delle tribù che praticano, sebbene proibito dalla legge, il cannibalismo e, dato curioso, i più apprezzati e saporiti sono gli uomini giapponesi!
Tutto questo, ovviamente, non spegne gli entusiasmi in chi pretende di portare la “civiltà” con l’intento secondario di “depredare” le ricchezze locali, nella fattispecie, sotto forma di legname proveniente dalla foresta pluviale che negli ultimi anni è diminuita molto a causa della deforestazione.
Per concludere la nostra carrellata di libri ti presento:
Lawrence Osborne, scrittore e viaggiatore inglese, autore di racconti di viaggio e romanzi.
Il turista nudo
ha individuato l’Isola di Papua Nuova Guinea come una meta possibile…
La ricerca di un “altrove” incontaminato è una delle fissazioni più antiche cui vada soggetta la mente occidentale. Ma se nelle forme più lievi puo’ essere lenita grazie alle cure dell’industria turistica, in quelle virulenti va curata alla radice, come tenta di fare Osborne, pur sapendo che, per quanto lontano uno fugga, troverà sempre un tour operator ad aspettarlo.
“Osborne parte per un viaggio che sarà diverso da qualsiasi altro, e più di qualsiasi altro sgangherato e divertente. Comincerà con un’esplorazione di altrove molto contaminati (la Dubai che gli sceicchi stanno trasformando in un immenso parco a tema, le Andamane semidistrutte dallo tsunami e in procinto di essere ricostruite come le nuove Maldive, la Thailandia vista attraverso l’enorme città della salute e del fitness dove l’autore trascorre due surreali settimane) e si concluderà in un’immensa isola tra cieli verdi, fiumi fucsia e vulcani attivi, dove, si ritroverà nudo, cosparso di grasso suino e felice nel pieno di un’orgia tribale.”
Termina qui il mio excursus su Papua Nuova Guinea; devo contenermi, ci sarebbe ancora tanto da raccontare perchè dalle prime esplorazioni a oggi non ha ancora smesso di svelare segreti, gelosamente custoditi dai famosi spiriti degli antenati.